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UN ARGENTO DI RAGAZZA

Intervista a Asia Argento, interprete di Compagna di viaggio (1996).

"Ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare da piccola e avendo scelto io di lavorare. Ho avuto sempre l'opportunità di scegliere i film da interpretare, dato che fino a 16 anni non mi serviva questo per mantenermi. Poi a 16 anni ha iniziato a mantenermi da sola. Li ho amati tutti i miei film, proprio perché li ho scelti io"

Asia Argento brilla di luce propria. E' figlia d'arte ma dimostra un talento naturale che la scagiona da qualsiasi sospetto di nepotismo. Poeta, scrittrice, sceneggiatrice, regista di corti, Asia a soli otto anni pubblica il suo primo libro di poesie e un anno dopo debutta come attrice in Sogni e Bisogni di Sergio Citti. Da allora ha recitato per una lunga lista di autori prestigiosi, da Cristina Comencini a Michele Soavi, da Nanni Moretti a Michele Placido, da Giuseppe Piccioni a Carlo Verdone. Un David di Donatello alle spalle, Asia ha recitato anche in Francia ne La regina Margot di Patrice Chereau. Ultimo della lista Compagna di viaggio. Ma la sua grande soddisfazione è stata recitare da protagonista in due film diretti dal padre Dario: Trauma e La sindrome di Stendhal.

Come attrice, che cos'hai in cantiere?

C'è il film con Michel Piccoli di Peter Del Monte che si chiama Compagna di viaggio. Penso che andrà al Festival di Cannes. Parla di una ragazza un po' selvaggia, che sono io, cui chiedono come lavoro di seguire un signore anziano. Lui ama fare passeggiate ma soffre di vuoti di memoria. Un bel giorno questo signore anziano, che è Michel Piccoli, sale su un treno. Io sono costretta a seguirlo e inizia un lungo viaggio. Io lo seguo da lontano e lui forse sa di essere seguito. Sinceramente non ho avuto altre offerte che mi piacevano in questo momento, quindi magari farò un viaggio, probabilmente in America.

Vi scrivete ancora tu e Piccoli?

Sì, ci scriviamo sempre. E' una cosa molto carina, perché è un signore meraviglioso. Io davvero me lo sposerei. Mi sono innamorata di Michel Piccoli. è un uomo fantastico. Ha il cuore giovane, è divertentissimo. Mi ha raccontato delle cose fantastiche.

E come regista, cosa farai?

C'è un progetto. Farò un altro cortometraggio. Un'idea presa da un racconto di Marcel Shweb. Una storia bellissima. Mi hanno chiesto di farlo e l'ho scritto.

Scritto diretto e interpretato?

Ci sono tre protagonisti. Questo per me è già tanto, perché so che non è questa la mia strada. A me piace scrivere. Mi sono divertita a scrivere la riduzione di questo racconto che amavo. Non credo che farò la regista. Io in realtà scrivo racconti. L'ho capito nel fare i due cortometraggi. La parte che ho amato di più è stato scrivere e montare. Scrivere è una cosa molto creativa, recitare è una cosa più esecutiva, nonostante quel che gli attori vogliano far credere. Ho solo 20 anni, non so cosa farò di preciso, magari finirò a fare la massaia. Figli no. Che li metto a fare i figli al mondo adesso? E' tutta una schifezza. Comunque faccio un sacco di cose che la gente non sa. Ho fatto un disco in cui parlo accompagata da musica sperimentale. E' strano. Sarebbe come un film, perché l'abbiamo registrato in esterni. E' una storia.

Hai pubblicato i tuoi racconti?

Su giornali. Riviste tipo "Dynamo" e quotidiani.

E la poesia?

La poesia l'ho accantonata perchè sono diventata molto più concreta. Purtroppo ho perso quell'animo Baudleriano dell'infanzia.

E' vero che tenevi tre diari?

Sì, volevo dividere un po' le cose. In uno scrivevo i sogni. Purtroppo negli ultimi anni non ne ricordo neanche uno. Forse perché mi nego la parte più nascosta. In un altro scrivevo le sensazioni personali, i pensieri in libertà, la scrittura automatica. Nel terzo quello che succedeva.

Avevi dei sogni ricorrenti?

Ne avevo uno terribile. Sognavo che stavo a casa e arrivava un sacco di gente, Io sono una persona solitaria e non la volevo questa gente. Io volevo cacciarli e loro parlavano sempre di più, non sapevo con chi prendermela. Questo è l'ultimo sogno ricorrente che ricordo.

Rimpianti del tempo perduto?

E' come guardare l'orologio. Io non lo porto, perché uno perde tempo a guardare il tempo. Non voglio perdere tempo a pensare al tempo perduto.

Hai detto che il tuo ideale di donna è Giovanna D'Arco. Va bene che era un'eroina, ma la sua fine...

La sua fine non è stata colpa sua ma degli uomini cattivacci dell'Inquisizione. Di lei mi piace la sua storia di donna che vuole cambiare il mondo. Una donna coraggiosa che per un fine dona sé stessa.

Ti senti coraggiosa?

Forse sì. Dipende dalle situazioni. Poi, a seconda di queste, uno scieglie tutto nella vita, se essere coraggioso o codardo.

Hai visto il film di Rivette su Giovanna D'Arco?

No. Cerco il film muto di Giovanna D’Arco, perché anche la Bergman l'ho trovata rigida.

La figlia di un regista horror ha delle paure?

Una certa è quella delle cavallette che mi fanno tanta paura. Un'altra a questo punto è di abbandonarmi a delle persone. Anche di essere abbandonata. E' brutto.

Nel film La sindrome di Stendhal tiri di pugilato. E' vero che lo fai anche nella vita?

Sì, faccio pugilato da due anni. Oltre il cinema e lo scrivere è la mia più grande passione. E pensare che per me gli sport, le palestre, erano una palla mai vista. Mi piace fare a botte, stare là tre ore a sudare con tutti i torelli alti un metro e 90, con delle braccia così...menarmi con quelli e poi dargli pure una bella "papagna".

Hai mai fatto a botte fuori delle palestre?

No. Però l'ho desiderato, in un momento di aggressività, per proteggermi. Questo quando mi sentivo giudicata a volte da dalle ragazze che mi insultavano. Gli avrei voluto dare una bella "papagna". Mi sono trattenuta: preferisco darla ai torelli, che se le meritano. A un mio amico, mentre ci allenavamo a casa, ho dato una "papagna" sull'orecchio e gli ho fatto davvero male, poveraccio.

Hai qualche storia sentimentale in corso?

Mi sono buttata a capofitto nell'amore una volta in vita mia, però...poi è andata male. Quindi a questa cosa dell'amore ci credo poco. Adesso sono sola.

Hai detto che vivi sola da due anni. Ti trovi bene?

Ultimamente non troppo bene. Fortunatamente ci sono sempre i miei amici con me. La casa è piccola.

E' quella che si è vista su Videomusic, a "Telekommando"?

Sì. Come hai potuto vedere non è che ho i tavolini di cristallo o i quadri di valore. Vivo alla buona, come una qualsiasi ragazza. Forse andrò a vivere con due mie amiche a cui voglio molto bene. Non mi piace più sentirmi sola. Una volta ci tenevo tanto, ora invece non lo voglio più. Sono un po' triste.

Sei ancora nella fase di abbandono?

Mah...

Marcello Moriondo

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