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I DIARI DELLA MOTOCICLETTA

Presentato in concorso al Festival di Cannes 2004

Regia di: Walter Salles
Attori: Gael García Bernal, Rodrigo De La Serna, Mía Maestro, Jean-Pierre Noher, Lucas Oro, Marina Glezer e Mercedes Moran
Titolo originale: DIARIOS DE MOTOCICLETA [NOTAS DE VIAJE]
Titolo internazionale: THE MOTORCYCLE DIARIES
Origine: USA, Germania, GB, Argentina, 2004
Distributore: Bim
Link: www.bimfilm.com/idiaridellamotocicletta www.filmfour.com www.diaphana.fr www.indiewire.com/film/interviews/int_Salles_Walter_981118.html www.pathe.co.uk www.pathe-uk.com www.focusfeatures.com www.themotorcyclediaries.com www.motorcyclediaries.net
Durata: 126’
Programmato dal 21 maggio 2004

Nel 1952 due giovani argentini, Ernesto Guevara e Alberto Granado vogliono scoprire la vera America Latina e non importa se mancano soldi e lavoro in questo viaggio tanto per viaggiare. Il borghese Ernesto, 23 anni, è uno studente in medicina specializzando in leprologia (che proprio per aver visto durante quel viaggio la povertà diffusa nel continente diventerà di lì a qualche anno un rivoluzionario), e il suo amico un biochimico, donnaiolo e fanfarone, entrambi osservati in un momento introspettivo non ancora politico. Con una voglia di avventura molto romantica, i due saltano in sella ad una sgangherata Norton 500, soprannominata La Poderosa, e partono per una scoperta lunga otto mesi, dove vivranno tante esperienze e imprevisti. Attraverso le persone incontrate capiscono un continente come solo vagamente s'erano sognati di vedere. Giungono sulle alture di Machu Picchu, dove le maestose rovine e il significato straordinario dell’eredità degli Inca hanno un profondo impatto sui due giovani, dove vedono anche latifondisti che portano via la terra agli agricoltori, con un capitalismo meschino verso i più deboli. Poi sono ospiti di un professore, che nel tempo libero si dedica alla scrittura (ma il risultato è pietoso). E anche in questo caso il giovane Che offre un grande esempio di onestà morale dicendogli la scomoda verità di quelle magagne del libro. A San Pablo, sulle rive del Rio delle Amazzoni, arrivano in un ospedale per i lebbrosi dove i due si offrono come dottori volontari. Dall'altra parte del fiume ci sono i casi più gravi, di quei malati da tenere isolati perché ritenuti contagiosi. La notte prima della partenza Ernesto attraversa il fiume a nuoto proprio per congedarsi con un gesto di affettuosità dai pazienti più gravi, definendo con quel gesto istintivo e cocciuto (il punto più alto del film) il credere nell’esempio personale, che si riverserà in un destino rivoluzionario ed eroico. Tutto questo vedere le diverse realtà disastrate di un continente portano il Che ad avere una visione politica di tutta le diverse problematiche sociali. Il risultato è una pellicola molto avvincente, lirica anche quando va a mostrare le miserie umane. Lui sembra un giovane distaccato e desideroso di sapere come tutti quelli della sua età, ma quello che hanno visto i suoi occhi non lo lascerà più.

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Nella prima parte i due sono più scapestrati con la moto, e per quanto in questa prima parte ci siano alcune forzature poco credibili nella narrazione, è un film emozionante che ti lascia qualcosa dentro. Tratto da un’idea di Gianni Minà, è una affidabile perlustrazione degli anni giovanili del Che, molto prima che diventasse Mito. Infatti Minà possedeva i diritti di LatinoAmericana, il diario del Che sul suo viaggio in America Latina, edito da Feltrinelli. La direzione è affidata al brasiliano Walter Salles (famoso per Central do Brasil) ed è stato determinante il supporto produttivo di Robert Redford. Il film combina un road-movie di grande forza visiva e spostata tutta a Sud del Rio Grande con una esperienza di crescita giovanile piena di ideali personali, altruismo e umanità, prima di quella del combattente ideologico e Mito.

Maurizio Ferrari

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