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INNOCENZA SELVAGGIA In competizione alla 58ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e vincitore del Premio Fipresci Attori: con Medhi Belhai Kacem (François), Julia Faure (Lucie), Michel Subor (Chas) Titolo originale: Sauvage innocence Origine: Francia/Olanda 2001 Distributore: Revolver Distributore DVD 2004: Elleu Multimedia Link: www.revolverteam.com www.studiocanal.com Durata: 117’ François, giovane regista ambizioso cui è morta la moglie Carole per overdose di eroina, decide di fare un film di denuncia contro la droga ma e contro la mafia. Propone la parte della protagonista a Lucie, una ragazza di cui cade innamorato. Il cast c’è, la storia pure, è già sceneggiata, l’unica cosa che manca, per poter iniziare le riprese è il denaro. I grossi produttori non vogliono scucire i soldi e si rifiutano di finanziarlo, lo illudono con false promesse poi scompaiono come ladri in latitanza che temono di essere arrestati. L’unica proposta seria, micidiale e spudorata gli arriva da Chas, un ambiguo uomo d’affari, già amico di Carole e probabilmente responsabile della sua morte. Per ottenere la somma necessaria alla realizzazione del film François deve fare un "piccolo" favore a Chas: portare in treno dall’Italia una valigia piena di eroina pura. Pur di far rivivere il suo giocattolo, il fantasma della moglie, incarnato nella recitazione di Lucie, François accetta. Passa la frontiera e consegna l’eroina a Chas, poi riunisce la troupe e parte a girare, ad Amsterdam. Le contraddizioni del giovane regista si accumulano pericolosamente. Odia l’eroina e si fa coinvolgere in prima persona nello spaccio, disprezza il denaro ma ne è affascinato come è ben riassunto nella frase messa in bocca al personaggio di Chas: "Potrei dire che i soldi non sono nulla ma che nulla vale quanto il denaro." Bisogna dire che François se le va proprio a cercare. Tutto il castello costruito da François porta verso l’inevitabile coinvolgimento di Lucie nella droga. Il suo film racconta di una giovane che va lentamente verso l’autodistruzione, il produttore e la sua compagna, spacciano, il set è ad Amsterdam. Alcune immagini sono il preludio di quello che sta per accadere, vedi le sigarette che si consumano nel posacenere, come le vite bruciate dall’eroina. Lucie è confusa, coinvolta in una storia troppo grande per lei, non riesce a reggere il confronto con la forte personalità del personaggio che interpreta e, grazie alla complicità di Chas e della sua compagna, entra a condividere non solo il vissuto di Carole, come da copione, ma anche il suo aspetto peggiore, lo stesso che ha causato la sua morte. Il tutto avviene sotto gli occhi di François, che tutto preso in sé e nel suo film, nulla vede, nemmeno se ne accorge, o forse non vuole accorgersene, perché ha paura del mostro che ha creato, che può riportarlo indietro nel tempo, fargli di nuovo del male. Lucie sul set e nel privato ormai non è altro che l’ombra di Carole, il suo alter ego. Si può riassumere in un triste gioco di parole: l’eroina del film è schiava dell’eroina. Quando François ne prende coscienza, è ormai troppo tardi. "Voglio fare un film contro la droga perché tutti gli altri film che ho visto su questo soggetto, non sono contro la droga, ti fanno venir voglia di drogarti" dice all’inizio François, ma inconsciamente ricostruendo l’esperienza vissuta da Carole, cerca di comprendere qualcosa che gli è sfuggito di mano, e ripete puntualmente lo stesso errore. Extra DVD: Audio: francese Dolby Digital 2.0 Sottotitoli: italiano Il film è riprodotto nella sua versione cinematografica, in lingua originale con sottotitoli in italiano Marcello Moriondo |
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