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HAIR Regia di: Milos Forman Hair, quindi capelli. In Italia, nel 1967, epoca della messa in scena del musical, quelli coi capelli lunghi, i cosiddetti "capelloni", cominciano appena a essere accettati e come sempre è la musica a fare da traino a una nuova cultura che si sta diffondendo, pochi mesi prima dell’esplosione studentesca. Il Festival di Sanremo ha inserito solo un anno prima i cantanti e i gruppi beat, l’Equipe 84, i Ribelli, Caterina Caselli, addirittura gli Yardbirds. Sanremo ’67, l’anno della morte di Luigi Tenco, consacra sdoganandoli i Rokes, Marianne Faithfull, Riki Maiocchi, Sonny & Cher, gli Hollies, i Bachelors, Antoine, Gian Pieretti, i Giganti, Los Bravos. E pensare che c’è chi canta: Le vostre idee son corte quanto lunghe son le vostre chiome (Don Backy), ma anche: Sulla fronte i capelli ci scendono giù, ma non li taglieremo più... i capelloni son qui per fare chiasso notte e dì (Camaleonti), Chi vi credete che noi siam, per i capelli che portiam (Nomadi), È questa la lezione che ti dà il capellone, lui grida siamo fratelli, fermiamo tutti i macelli (Michel Polnareff). Solo per citarne alcuni. Se questo è clima nel nostro paese, gli americani stanno facendo i conti sulle sempre più numerose bare avvolte nelle bandiere che arrivano dal Vietnam. Il rifiuto della violenza, la cultura della beat generation, le manifestazioni contro la guerra e naturalmente gli hippy e la musica, Bob Dylan, Joan Baez. Marcello Moriondo |
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