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LA FORESTA DEI PUGNALI VOLANTI

Presentato fuori competizione al Festival di Cannes 2004

Regia di: ZHANG Yimou
Attori: Zhang Ziyi (Mei), Andy Lau (Leo), Song Dandan (Yee) e Takeshi Kaneshiro (Jin)
Titolo originale: HOUSE OF FLYING DAGGERS
Origine: Cina 2004
Distributore: Bim
Link: www.bimfilm.com www.focusfeatures.com
Durata: 119’
Programmato dal 21 gennaio 2005

Siamo in Cina nel 859 e qui viene rievocata una leggenda, quella durante il declino della dinastia Tang. In questo periodo l’imperatore sta soffocando ogni tentativo di rivolta e di opposizione al regime nel sangue. Per contrastarlo c’è la setta dei pugnali volati, costituita da guerrieri che combattono nell’ombra e che hanno base in una casa di piacere, dove un cane da guardia dell’imperatore impone a una povera ragazza cieca una danza dell’eco, basata soltanto sulle sue capacità uditive. Lei si chiama Mei e sfodera un impeccabile combattimento di spade, pur essendo non vedente, o presunta tale. La provocazione è stata attuata da Leo e Jin, due capitani dell’armata imperiale che con questo stratagemma la arrestano, giocando i ruoli della guardia buona e di quella cattiva, per cercare di debellare la setta. Ma poi si scopre che questa danzatrice in realtà è una bravissima e temibile combattente che riesce a tener testa ai soldati dell’esercito imperiale. Ha un temperamento focoso e passionale, conosce le arti del combattimento ed è di grande bellezza. Bisogna stare attenti al doppio, anzi al triplo gioco, perché l’alleanza dei pugnali è minacciata dalle truppe del despota. Sebbene non sia il tempo dell’amore, lei ormai ha due pretendenti e fra i tre si è instaurato un rapporto d’ardore che va oltre le credenze a favore o in opposizione al governo e infatti nel finale il duello politico si trasforma in duello d’amore.

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Pieno di colpi di scena e cambi di bandiera ogni momento, si ripercorre una leggenda che vale per il passato e anche per il presente. Si tratta del genere Wuxiapian, il cappa e spada del Sol Levante, portato sul grande schermo da Zhang Yimou, dopo Hero del 2003, regista dai trascorsi di tutt’altro genere con Lanterne rosse e Non uno di meno. Il film segue la scia aperta da La tigre e il dragone di Ang Lee e grazie alle tecnologie digitali si assiste alla danza di principesse, balletti di morte, pugnali che volano, passioni forti, foreste incantate, arti marziali, duelli serrati e storie d’amore.

Maurizio Ferrari

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