PARANOID PARK
Presentato in concorso e premio del 60° anniversario al Festival di Cannes 2007

Regia di: Gus Van Sant
Attori: Gabe Nevins (Alex), Taylor Momsen (Jennifer), Jake Miller (Jared), Dan Liu (detective Richard Lu), Lauren McKinney (Macy), Olivier Garnier (Cal) e Scott Green (Scratch)
Sceneggiatura: Gus Van Sant basata sull'omonimo romanzo di Blake Nelson (Rizzoli ed.)
Fotografia: Christopher Doyle e Rain Kathy Li
Scenografia: John Pearson-Denning
Costumi: Chapin Simpson
Montaggio: Gus Van Sant
Produttori: Marin Karmitz, Nathanael Karmitz, David Cress e Neil Kopp
Titolo originale: Paranoid Park
Origine: USA 2007
Distributore: Lucky Red
Link: www.luckyred.it www.mk2.com
Durata: 85'
Produzione: MK2 in associazione con Memo Film Co.
Programmato dal 7 dicembre 2007

Dal libro di Blake Nelson

"Ho la sensazione che ci sia qualcos’altro, qualcosa di molto più grande dei piccoli avvenimenti della nostra vita, che ci siano molti strati..."

Il sedicenne Alex vive a Portland con i genitori, dove frequenta la scuola, ha una fidanzatina coetanea, un amico del cuore. Ha anche la passione per lo skate-board, e frequenta lo Skate City, un posto, per dirla alla loro, per "fighetti". Poi l’amico Jared gli fa conoscere il frutto proibito, il Paranoid Park. È sempre un luogo frequentato dagli skater, ma ha qualcosa in più. I ragazzi che ci vanno sono due spanne al di sopra di quelli di Skate City. Sembra che lo skate sia semplicemente un’appendice del loro corpo, scivolano su e giù naturalmente, quasi fossero tutt’uno con il loro strumento di gioco. Ma il Paranoid può diventare pericoloso, se non lo si assume in dosi equilibrate. La compagnia di alcuni personaggi può trascinarti in situazioni pericolose, nelle quali ti getti inconsciamente, senza pensare alle conseguenze future. Se poi rimani coinvolto in una morte, che può essere accidentale ma può essere anche qualcosa di peggio, allora la tua vita stessa cambia.

 

 

Tutto si complica. È così per Alex, combattuto tra il suo amore per lo skate e l’amore per la bella Jennifer. Se sceglie il primo è perché in quel momento è attratto dall’avventura, da un nuovo gioco, in un nuovo, particolare posto. E con Jennifer, dopo l’incidente, è difficile dialogare. Così come con i suoi genitori o l’amico di sempre, Jared. È costretto a tenere dentro di sé il turbamento che l’opprime, quel qualcosa di proibito che solo le persone che l’hanno vissuto conoscono e comprendono. Ci si può torturare così per anni.

Marcello Moriondo

"Sapevano usare lo skate, e ognuno con uno stile personale. Ne avevo già visti di skater hard-core, in giro per la città, però mai così tanti nello stesso posto. E quello, pensai, era il loro posto. Il vero centro dell’universo dello skate-board. Così, almeno, lo vedevo io.

Jared si lasciò scivolare nella rampa e risalì sul lato opposto. Io entrai in ansia solo a guardarlo. Era uno dei migliori skater che conoscevo, ma non era nessuno in confronto a quei tipi.

Scesi anch’io nella rampa e feci un paio di volte avanti e indietro, riuscendo a non fare figure di merda. Era straordinario: adrenalina allo stato puro. Il Paranoid Park era serie A.

Era l’ultima settimana di vacanza e anche la settimana in cui Jennifer Hasselbach mi telefonò per la prima volta. Era una ragazza che avevo conosciuto all’inizio dell’estate. Lei, poi, era andata a lavorare come animatrice in un campo estivo e non ci eravamo più rivisti. Al ritorno, però, aveva proprio voglia di vedermi. In quei giorni mi chiamò tre volte.

Io però non ero tanto preso. Cioè, era carina e tutto quanto, ma quando provai a parlarle del Paranoid Park, lei non riusciva proprio a capire. "Perché andare in un postaccio del genere, visto che c’è Skate City?" Skate City era dove andavano gli skater fighetti. Uno squallido parco coperto dietro il centro commerciale. Se non riusciva a cogliere da sola la differenza, che cosa gliela spiegavo a fare?

(Dal libro "Paranoid Park" di Blake Nelson, da cui Gus Van Sant ha tratto il film)

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell'archivio.

 

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