LE REVE DE LA NUIT D’AVANT Regia di: Valeria Bruni-Tedeschi Siamo a Parigi. Qui ci si sofferma su Marcelline, un’attrice quarantenne che è stata chiamata per vestire i panni di Natalia Petrovna nell’adattamento teatrale di Un mese in campagna di Turgenev. Sembrerebbe che tutto vada bene, ma poi la sua vita prende una brutta piega, a cominciare dall’incontro con Nathalie, che una volta era stata una sua compagna di studi alla scuola di recitazione e che poi aveva lasciato il palcoscenico per dedicarsi alla famiglia. |
Il secondo film dopo l’esordio nel 2003 con È più facile per un cammello, un film di intimo familiare e insicurezze, torna sull’autobiografia in maniera sincera e si diverte a confondere vita e palcoscenico: ormai ha quarant’anni e chiede alla Vergine la grazia di un marito, rinunciando in cambio a fama e soldi. Poi c’è il problema dell’orologio biologico, che sta per arrivare alla sua fine naturale. Il film ha molti momenti di divertimento, dovuti all’ironia della regista. Girato in francese e parzialmente anche in italiano, ha il respiro internazionale di un cast che ha un riferimento teatrale. L’amante della finzione teatrale si confonde con quello della vita, sebbene sia giovane, troppo giovane per essere il padre dei suoi figli. I segni di pazzia da mamma mancata si vedono alla prima occasione di una bambina lasciata sola per un momento a teatro, quando trova una bambina si atteggia a madre o chiede a un prete di ingravidarla. Le rode anche il fatto che sua madre aveva collezionato una decina di amanti dopo il matrimonio, e lei è ancora a bocca asciutta. "I will survive", canta quello. Garrell copre sempre il ruolo del ragazzo re del pollaio ricercato da tutte per le fantasie sessuali che scatena. Solo una nuotata da suicida le farà cambiare vita. Maurizio Ferrari |
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