VALZER CON BASHIR
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2008

Regia di: Ari Folman
Sceneggiatura: Ari Folman
Direttore artistico e illustratore: David Polonsky
Direttore dell’animazione: Yoni Goodman
Montaggio: Nili Feller
Effetti visivi: Ro’i Nitzan
Musica: Max Richter
Produttori: Ari Folman, Yaël Nahlieli, Serge Lalou, Gerhard Meixner e Roman Paul
Titolo internazionale: Waltz With Bashir
Titolo francese: Valse avec Bachir
Origine: Israele, Francia e Germania 2008
Distributore: Lucky Red
Link: www.valseavecbachir-lefilm.com www.waltz-with-bashir.com www.luckyred.it www.luckyred.it/valzerconbashir www.the-match-factory.com http://waltzwithbashir.com
Durata: 87’
Produzione: Bridgit Folman Film Gang, Les Films d’Ici, Razor Films, Arte France e ITVS International
Programmato dal 9 gennaio 2009

Nei suoi incubi ricorrenti, una muta di 26 cani violenti inseguono Ari, il regista israeliano del film. Quello è anche il numero dei cani che ha dovuto uccidere nel corso della Prima Guerra del Libano agli inizi degli anni ’80. Non ne può più e allora convoca un amico in un bar in piena notte, tanto per vedere se riesce a capirci qualcosa in più. Cominciano così a riaffiorare i ricordi allacciati alla sua presenza bellica. E poi il fatto forse si lega a quella singolare perdita della memoria in Beirut in occasione del massacro dei Falangisti cristiani nei campi palestinesi di Sabra e Shatila, giusto a ovest della capitale libanese. Per cercare di sbrogliare la matassa, Folman incontra in interviste autentiche alcuni amici, un giornalista, uno strizzacervelli e anche dei vecchi compagni d’armi, rielaborando quei fatti in una sorta di ricordo comune effettivo e al contempo onirico, alludendo nel titolo a quel Bashir Gemayel presidente libanese e leader falangista assassinato nel 1982.

 

 

Con i cani da paura a inizio film, i cavalli che muoiono nell’ippodromo di Beirut e la testa mozzata di una ragazza che salta fuori dalla folla, tutto il film è di animazione con la sostituzione di riprese dal vero con una rielaborazione animata dal sapore dark, eccetto gli ultimi minuti con i tremila civili palestinesi del massacro e i superstiti che gemono sopra i corpi dei morti. Spinto da una motivazione pacifista, il regista conclude nel film un lavoro preparatorio di quattro anni di indagini. Pesante anche l’aspetto psicologico, con i giochi di rimozione che opera la memoria. Suscettibile comunque di polemiche, alludendo a una responsabilità israeliana non attiva ma di tolleranza ad opera del ministro della difesa Ariel Sharon, il risultato è di quelli di grande forza espressiva nell’interrogarsi sul valore etico di qualsiasi guerra.

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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