ALL THE INVISIBLE CHILDREN
Presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2005

Regia di: Mehdi Charef, Emir Kusturica, Spike Lee, Katia Lund, Jordan Scott & Ridley Scott, Stefano Veneruso e John Woo
Titolo originale: All the Invisible Children
Origine: Italia 2005
Distributore: 01 distribution
Link: www.alltheinvisiblechildrenmovie.com www.01distribution.it www.cooperazioneallosviluppo.it www.wfp.org www.unicef.it
Durata: 108’
Produzione: MK FILM PRODUCTIONS in coproduzione con RAI CINEMA
Programmato dal 3 marzo 2006

TANZA
Sceneggiatura e regia di: Mehdi Charef
Fotografia: Philippe Brelot
Montaggio: Yannick Kergoat
Costumi: Martine Some
Musiche e canzoni: Rokia Trore (Edizione e produzione Label Bleu)
Produttore esecutivo: Bruno Hodebert
Attori: Tanza: Adama Bila, Kali: Elysée Rouamba, Chief: Rodrigue Ouattara, Doma: Ahmed Ouedraogo e Harouna: Harouna Ouedraogo

Sette giovani combattenti formano un gruppetto di quindicenni. Sono regolarmente armati ma in fondo sono solo dei bambini in guerra. In nome della libertà di un Paese africano vanno in giro in perlustrazione in un terrono che non sembrerebbe insidioso. La natura è rigogliosa, ma a loro poco importa, essendo alla ricerca di qualcuno della parte avversa. Si fanno condurre da un capo di ventuno anni. Tra loro è il più grande e il protagonista Tanza di anni ne ha solo dodici e non gli piace mettere le scarpe. Tutti i suoi averi Tanza li tiene dietro al sasso di una muraglia, due soldi, una collanina. Ha preso la grande decisione del combattimento dopo che gli hanno massacrato la famiglia. Adesso stanno facendo un bagno in un rigagnolo, una pausa di una vita di sparatorie. Sentono che presto qualcuno di loro morirà. Infatti di lì a poco c’è uno scontro a fuoco con dei soldati veri, dove uno del gruppo muore. Fine della vita. Erano undici quando Tanza era arrivato due anni prima e adesso del gruppo originario sono rimasti soltanto in due: gli altri sono dei sostituti. La prossima azione è far esplodere una scuola, prima dell’inizio delle lezioni. Un gesto e la bomba esploderà nella scuola. Ma qui sta la grandezza del regista, che per un attimo mette fine alla guerra, quando il giovane nell’aula si guarda intorno, e vede la lavagna con gli appunti della lezione del giorno prima, e vede un diverso futuro possibile.

BLUE GYPSY
Regia di: Emir Kusturica
Sceneggiatura: Stribor Kusturica
Fotografia: Milorad Glušica
Montaggio: Svetolik Mica Zajc
Scenografie: Radovan Markovic
Costumi: Vesna Avramovic
Musiche: Stribor Kusturica, Zoran Marijanovic, Dejan Sparavalo e Nenad Jankovic
Produttore esecutivo: Emir Kusturica
Attori: Uroš: Uroš Milovanovic, guardia: Dragan Zurovac, direttore d’orchestra: Vladan Milojevic, Padre: Advokat Goran R. Vracar, Madre: Mihona Vasic, Mita: Mita Belic, Samir: Dalibor Milenkovic, Sima: Miroslav Cvetkovic e Occhi Incrociati: Petar Simic

Uno zingarello aspetta di uscire dal centro di detenzione. I ragazzi non se la passano male, fuori una banda di rom alleggerisce alcuni passanti, con l’aiuto dei bambini. I borsaioli sono quelli della sua famiglia, che arriva con dei regali per festeggiare la riacquistata libertà. L’istituto correzionale educa tutti, anche Uroš, che diventerà parrucchiere contro il volere del padre che lo vuole ladro. Il padre padrone è un bestione e per il figlio vede una sola carriera. Ma non ha fatto i conti col figlio, che preferisce il riformatorio al carcere. Questo è uno dei migliori episodi, con un ragazzino attorniato da una realtà disagiata. La musica è quella corposa tipica di Kusturica, che si conferma regista di grande capacità narrativa.

JESUS CHILDREN OF AMERICA
Regia di: Spike Lee
Sceneggiatura: Cinque Lee e Joie Lee
Fotografia: Cliff Charles
Montaggio: Barry Alexander Brown
Scenografie: Sarah Frank
Costumi: Donna Berwick
Musiche Originali: Terence Blanchard
Produttori: Spike Lee e Mike Ellis
Produttori Esecutivi: Cinque Lee e Joie Lee
Attori: Blanca: Hannah Hodson, Sammy: Andre Royo, Eneba: Coati Mundi, Ms. Wright: Hazelle Goodman, La’queeta: Damaris Edwards, Cathy: Keteya Ulmer, Patrice: Ashley Evans, Tyrone: Lavon Malik Green, Mrs. Carabrello: Petra Quinones, Lourdes: Natalia Roldan, Jeff: Charles Socarides, Mike: Robin Lord Taylor, Monifah: Lanette Ware, Saneeka: Philicia Wood e Ruthie: Rosie Perez

Blanca è solo una ragazzina. Vive a Brooklyn e cerca di condurre una vita normale, ma non sempre ci riesce. Gioca e si diverte con le amiche, ma è in famiglia che non tutto gira per il verso giusto. Inoltre non si sente mai in perfetta salute e deve andare sempre in ospedale per dei controlli. Al padre Sam quelli del giro fanno credito con la droga, e pazienza se non è buona. Lui ha fatto la guerra del golfo e adesso è un drogato incallito. Andando in giro s’è beccato l’Aids, per poi attaccarlo alla moglie che l’ha trasmesso alla figlia. Tutti bisogno delle vitamine per cercare di contrastare la sieropositività. Sam è indebitato col droghiere. La figlia, talvolta maltrattata a scuola, è una figlia dell’Aids e incontra nel centro per la salute tante altre storie di giovani, sperando di poter cambiare vita. Probabilmente il miglior episodio del gruppo, fortemente drammatico e impressionante, narratore di un mondo degli ultimi e poco confortevole. E’ il mondo caro a Spike Lee quello descritto, visto con affetto e partecipazione

 

 

 

BILU E JOÃO
Regia di: Katia Lund
Sceneggiatura: Katia Lund e Eduardo Tripa
Fotografia: Toca Seabra
Montaggio: Estevan Santos
Costumi: André Simonetti
Colonna sonora originale: Antonio Pinto, Instituto - Tejo Damasceno e Rica Amabis
Produttori: Katia Lund (Latitude), Caio Gullane (Gullane Filmes), Debora Ivanov(Gullane Filmes), Fabiano Gullane (Gullane Filmes) e Ricardo Aidar
Produttore esecutivo: Caio Gullane
Produzione: Latitude Filmes e Gullane Filmes Production
Attori: Bilu: Vera Fernandes e João: Francisco Anawake De Freitas

Bilu e João sono due ragazzini senza famiglia. Li vediamo in un giorno qualunque a sbarcare il lunario in mezzo alle strade di San Paolo, in Brasile. I due raccolgono lattine per rivenderle come alluminio o anche cartone, tutto va bene per le riciclerie.Sono ragazzi di strada, poveri ma pieni di entusiasmo. La città dei grattacieli è lontana e pazienza se loro abitano nelle favelas. Uno spaccato di vita fatta di ingenuità ma anche di consapevolezza di non avere le spalle protette. I colori, il campo giochi, i pochi soldi guadagnati coi rifiuti riutilizzati, una vita normale impossibile sono parte di un mondo acquisito e senza speranza di cambiamento ma vissuto con molta dignità.

JONATHAN
Regia di: Jordan Scott & Ridley Scott
Sceneggiatura: Jordan Scott
Fotografia: James Whitaker
Montaggio: Dayn Williams
Scenografie: Ben Scott
Costumi: Greg Fay
Musiche originali: Ramin Djawadi
Produttori: Sookie Foster e Frances Mcgivern
Produttori esecutivi: Jules Daly e Kai - Lu Hsiung
Attori: Jonathan: David Thewlis, moglie di Jonathan: Kelly Macdonald, James: Jack Thompson, Jonathan bambino: Jordan Clarke, Mark: Joshua Light, Jonathan adolescente: Jake Ritzema e Goran: Kemal Chakarto

Jonathan ricorda, e in un sogno si vede giovane come fotografo di guerra, Questo è l’unico modo di calmarsi per il fotoreporter scombussolato dalle guerre e senza più inganni della mente per tirare avanti. Ci sono bambini che hanno conosciuto solo la guerra ma hanno grande voglia di sopravvivenza e con l’amicizia ripartiscono il bene e sopravvivono al male. Così cerca di fare anche lui. Il risultato non è molto efficace ma piuttosto sul dottrinale e sul rasserenante, senza troppi guizzi e quasi impersonale, nonostante la firma forte, qui accompagnata da quella della figlia.

CIRO
Regia di: Stefano Veneruso
Soggetto: Diego De Silva
Sceneggiatura: Diego De Silva e Stefano Veneruso
Fotografia: Vittorio Storaro
Montaggio: Ugo De Rossi
Scenografia: Annalisa Mucci
Costumi: Maria Pennacchio
Compositore: Maurizio Capone
Produzione: Studio Francesco Rapa
Produttori Esecutivi: Francesco Rapa e Raffaele Veneruso
Attori: Ciro: Daniele Vicorito, Bertucciello: Emanuele Vicorito, barista: Maria Grazia Cucinotta, compratore di orologi: Peppe Lanzetta, uomo in macchina: Ernesto Mahieux e uomo in abito grigio: Giovanni Mauriello

Ciro sfonda un vetro d’auto per rubare in coppia col suo amico Bertucciello, e poi scappa tra i vicoli della periferia di Napoli, inseguito da un cane feroce. La Cicinotta si aggrega al gruppo di quelli che commentano l’accaduto, contrastando chi vorrebbe in galera tutta la microdelinquenza minorile, intervenendo a titolo civile e suggerendo civiltà, cultura e recupero dei più deboli. Intanto Ciro è riuscito a dileguarsi e col suo socio si rivendono il prezioso orologio. Quale siano le sue sorti ce lo dice il fermo immagine finale, dove due grandi occhioni fanno ben sperare.

SONG SONG AND LITTLE CAT
Regia di: John Woo
Sceneggiatura: Li Qiang
Fotografia: Zeng Nianping
Montaggio: Roberto Ferretti
Scenografie: Tim Yip
Costumi: Liu Weifeng
Musiche: Lin Hai
Produttore: Terence Chang
Produttori Esecutivi: Li Shaohung e Li Xiaowan
Co-Produttore: Zhang Daxing
Produzione: Lion Rock in coproduzione con Beijing Rosat Film & Tv Productions Co Ltd e China Film Group Corporation
Attori: Song Song: Zhao Zicun, Little Cat: Qi Ruyi, nonno: Wang Bin, madre Di Song Song: Jiang Wen Li, padre di Song Song: You Yong, Snake Head: Jiang Tong, madre di Little Cat: Shen Chang e insegnante: Xu Jun

Il padre l’ha combinata grossa. Deve lasciare casa, cacciato dalla moglie che non sopporta il figlio avuto da un’altra. Probabilmente la troppa ricchezza gli aveva dato alla testa o forse cercava solo un diversivo dalla moglie. Anche la loro figlia è del tipo altezzoso ed è incline ai capricci. Per rabbia fa volare una bellissima bambola dal finestrino dell’auto. La raccoglie un nonno povero, nello stesso punto dove tanti anni prima aveva trovato un fagotto di bambina abbandonata che vediamo in un ricordo in bianco e nero. Insieme li vediamo al mercato che raccolgono gli scarti di frutta e verdura. Per la bambina adesso c’è il solo conforto di una bambola mezza rotta, mentre l’altra le distrugge per noia. Sono due mondi contrapposti, coi bambini che vivono diverse emotività. L’esito finale non è dei più convincenti, risultando pasticciato e tendente ad un cinema di oratoria rassicurante in uno spaccato di forti tribolazioni.

Maurizio Ferrari

Dalle note di produzione: La Cooperazione Italiana allo Sviluppo del Ministero Affari Esteri ha dato uno speciale sostegno a questo progetto a favore delle Agenzie delle Nazioni Unite PAM (Programma Alimentare Mondiale-WFP) e UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia), impegnate in tutto il mondo a difesa dell’infanzia. Le tre Istituzioni auspicano che questa iniziativa costituirà un’occasione fondamentale per far ascoltare la voce, le storie e le speranze dei bambini. La MK Film Productions, cui fa capo il progetto, si è impegnata a devolvere i proventi del film al Fondo "All the invisible children", costituito da PAM e UNICEF, in accordo con la Cooperazione Italiana allo sviluppo. I primi fondi, raccolti anche grazie al sostegno dello sponsor del film UniCredit Group, verranno impiegati dalle due agenzie ONU per un progetto congiunto di lotta alla malnutrizione infantile in Niger e in altri paesi africani. All the Invisible Children nasce da un’idea della produttrice Chiara Tilesi che, insieme a Stefano Veneruso, suo partner produttivo nella MK Film Productions, ha iniziato a sviluppare la produzione di questi sette episodi diretti da otto importanti registi. All the Invisible Children è prodotto da Maria Grazia Cucinotta, Chiara Tilesi e Stefano Veneruso per MK Film Productions, insieme ai produttori associati Gaetano Daniele, Anna Rita Dell’Atte, Cesare Falletti di Villa Falletto e Andrea Piedimonte. Il brano "Teach Me Again", scritto e prodotto da Elisa, è interpretato da Tina Turner e Elisa e pubblicato da Caterina Caselli per l’etichetta Sugar. La produttrice Chiara Tilesi racconta cosa c’è dietro il progetto: "Il nostro scopo è sollevare il problema dei bambini ignorati, per accrescere il grado di coscienza nel pubblico o anche solo per renderlo visibile".


Fino al 6 luglio 2006 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

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