ANGEL-A

Regia di: Luc Besson
Attori: Jamel Debbouze (André), Rie Rasmussen (Angela), Gilbert Melki (Frank), Serge Riaboukine (Pedro) e Akim Chir detto Colour (il capo dei malavitosi)
Fotografia: Thierry Arbogast
Montaggio: Frédéric Thoraval
Tecnico del suono: Jean Minondo
Missaggio: Didier Lozahic
Scenografia: Jacques Bufnoir
Costumi: Martine Rapin
Musica: Anja Garbarek
Produttore: Luc Besson
Direttore di produzione: Didier Hoarau
Titolo originale: Angel-A
Origine: Francia 2005
Distributore: 01 Distribution
Link: www.01distribution.it www.angela-lefilm.com www.europacorp.com
Durata: 90’
Produzione: EuropaCorp, TF1 Films e Apipoulai
Programmato dal 17 marzo 2006

Prima scena, fermo immagine. André ci informa che è un uomo d’affari americano di gran successo. In realtà deve soldi a tutti, è un bugiardo recidivo, un ometto tracagnotto brutto anatroccolo e pasticcione, che spesso mente anche a se stesso per non ammettere di essere un fallito. E infatti la prima cosa che si vede sono tre facce da ceffi che lo picchiano, minacciandolo di morte se non restituisce il debito entro mezzanotte. Idem come sopra poco dopo, ma adesso è appeso nel vuoto nell’alto della torre Eiffel. E’ marocchino ma si definisce americano. Soltanto perché ha vinto la Green Card. E infatti al consolato americano lo cacciano in malo modo. Poi al commissariato cerca di farsi mettere in galera per qualche giorno per sfuggire a quelli che lo stanno minacciando di morte. E infatti lo cacciano a pedate nel sedere anche lì. Capisce che l’ultima possibilità e soluzione a tutti i problemi è quella di affogare nella Senna. La stessa idea, in equilibrio instabile sul cornicione del "Pont Neuf", è venuta anche a una stangona bionda, che fuma come una turca e che ha deciso di farla finita solo perché si sente brutta. Sta giusto cercando di convincerla a desistere, quando quella si butta nelle acque limacciose. E lui dietro, a cercare di salvarla. I due diventano soci. Adesso sono inscindibili, lei gli risolve tutti i problemi economici, lo avverte che è un angioletto fragile, portatrice di un passato tribolato, e che presto se ne andrà. Gli confessa di essere un angelo e che quando avrà terminato la sua missione di fargli capire che deve credere sulle proprie forze e che bisogna accettare la propria vita, sparirà.

 

 

Le ultime attività di Besson sono state quelle di produrre e scrivere i soggetti dei film d’azione in serie, soprattutto "Taxxi" e "The Transporter", non senza aver lasciato traccia come regista importante con "Leon" (1994) e "Il quinto elemento" (1997). Girato in bianco e nero come il suo film di debutto, "Le dernier combat" (1983), qui il risultato è divertentissimo per un film che va velocissimo e ti acchiappa al volo, facendoti prendere lo stesso treno accelerato. E’ comico quando mette il povero André nei guai e poi quando Angela provvede a tirarlo fuori. Lui ogni volta che dice la verità viene picchiato, giacché vive nella menzogna. E’ un film della bellezza (di lei) e della salute (giacché dura soltanto novanta minuti). La bella favola moraleggiante dell’angelo caduto vale solo per chi decide di stare al gioco. Il suggerimento che ne esce insegna a dare amore e ad avere rispetto per se stessi. Basato su un soggetto che lo stesso Besson aveva scritto una decina d’anni prima, riscritto in quindici giorni, girato in nove settimane soltanto in sequenza cronologica e costato appena quindici milioni di euro, propende dalle parti del noto argomento del tizio che incontra una tizia, due anime perse nel vuoto, con l’aggiunta della premessa subito dichiarata che lei è un angelo caduto sulla terra per dare al tipo la possibilità di avere fiducia in se stesso invece che scegliere il suicidio, della serie dall’autodistruzione all’autostima. Rimane inizialmente ambiguo sul modo in cui lei riesce a racimolare tanto denaro in poco tempo, vestita com’è da prostituta d’arrembaggio, e sul fatto che possa essere o meno un angelo. I riferimenti sono "La ragazza sul ponte" di Patrice Leconte, "Les amants du Pont Neuf" di Leos Carax e "Il cielo sopra Berlino" di Wim Wenders, nonché "La vita è meravigliosa" di Frank Capra per lo spirito ottimista e "L’Atalante" di Jean Vigo per il salto giù nella Senna. Il ventottenne Jamel Debbouze è André, visto in "Amélie" e in "Lei mi odia" di Spike Lee, in realtà è uno del più popolari personaggi comici della televisione francese per Canal +, ma in Francia il successo del film non ha avuto il buon risultato sperato. Al suo fianco la modella Rie Rasmussen, danese tutta gambe con 186 centimetri di fisicaccio e un passato da "Femme fatale" di Brian De Palma ai danni di Rebecca Romijn-Stamos.

Maurizio Ferrari

Fino al 6 luglio 2006 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

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