BASIC INSTINCT 2

Regia di: Michael Caton-Jones
Attori: Sharon Stone (Catherine Tramell), David Morrissey (dottor Michael Glass), Charlotte Rampling (dottoressa Milena Gardosh), David Thewlis (ispettore Washburn), Hugh Dancy, Heathcote Williams, Terence Harvey, Indira Varma (l’ex moglie di Glass) e Stan Collymore (lo sportivo nell’auto)
Sceneggiatura: Leora Barish e Henry Bean
Casting: Karen Linsday-Stewart
Musica: John Murphy
Costumi: Beatrix Aruna Pasztor
Montaggio: John Scott Istvan Kiraly
Scenografie: Normann Garwood
Fotografia: Gyula Pados
Produttore associato: James Middleton
Co-produttore: Laura Viederman
Produttori esecutivi: Moritz Borman, Matthias Deyle, Denise O’dell e Mark Albela
Produttori: Mario F. Kassar, Andrew G. Vajna e Joel B. Michaels
Basato sui personaggi creati da Joe Estzerhas
Titolo originale: Basic Instinct 2: Risk Addiction
Origine: USA e Gran Bretagna 2006
Distributore: Warner Bros.
Link: www.warnerbros.it www.basicintinct2film.it www.sonypictures.com/movies/basicinstict2/index.html
Durata: 113’
Produzione: C2/Intermedia in associazione con Imf 3
Programmato dal 31 marzo 2006

In piena notte Catherine Tramell guida a tutta velocità per le vie della città, e intanto si masturba. A Londra il dottore Michael Glass viene incaricato dall’ispettore di Scotland Yard Washburn di eseguire una perizia psichiatrica per capire se la Tramell sia sana di mente quando fa affermazioni discutibili sul suo compagno di scorrerie notturne, finito male in fondo al Tamigi, campione sportivo e quindi teoricamente capace di liberarsi dalla cintura e di risalire in superficie. Il dottor Glass è uno psichiatra criminologo londinese, tenuto in alta considerazione per la sua professionalità, campione dell’autocontrollo e che non ha mai rapporti personali con i suoi clienti, e quindi anche con Catherine. Comunque non può fare a meno di rimanere fisicamente allettato da questa regina del sesso, e infatti rimane incuriosito dalle pieghe psicologiche che albergano in lei. Glass viene inutilmente avvertito di stare lontano da quell’essere tortuosamente pericoloso dalla dottoressa Gardosh, una che ha capito al volo il soggetto. Quindi il dottore immediatamente si ritrova imprigionato dalle menzogne di Catherine, la mantide sovrana della seduzione e dall’infinita lista di amanti. Catherine, che adesso è accusata anche di un altro omicidio, quello che avrebbe rovinato la carriera al suo psicanalista, riesce a scardinare la barriera professionale che Glass s’era imposto con ogni paziente. Catherine è decisamente brava a far affiorare gli impulsi del dottore, appunto gli istinti di base, fortemente attratto da quel personaggio ambiguo, attraente e sensuale. Si lavora poi su un secondo omicidio, quello del giornalista che aveva scritto diversi taccuini e che aveva due amanti, Catherine e la ex moglie dello psichiatra, adesso accusato anche dell’omicidio della sua ex, finita con la gola tagliata. La battaglia psicologica dei vari soggetti si svolge senza esclusione di colpi, avendo come premio la sopravvivenza sugli altri. Tutto converge nel finale tra il dottore e la sua pericolosa paziente, entrambi sospettati degli ultimi omicidi, in un epilogo che segnerà tutti.

 

 

 

Il film ruota intorno alla figura di Sharon Stone, scrittrice di successo, cinica e spietata pur di arrivare ai suoi traguardi. Rispetto al primo film, che era stato il suo trampolino di lancio verso la notorietà, qui manca la famosa scena dell’accavallamento delle gambe, sostituita da una più blanda seduta a gambe divaricate su una sedia girata e dallo schienale censurante. Il perfido personaggio viene inserito in un’atmosfera molto torbida. Nessuno è affidabile, sono personaggi indefinibili e sfuggenti, alla ricerca dell’assassino. Ci sono parecchie scene di sesso, sempre vissuto in maniera poco solare, inizialmente reintroducendo alcune scene tagliate e facendosi sostituire da controfigure per le scene dove è (men che) meno vestita. Suo avversario è un dottore maniaco dell’autocontrollo, ma perdente con lei, vampira capace di fargli saltare i nervi e di distruggergli una carriera costruita in anni di duro lavoro. Il risultato è un danno per l’immaginario collettivo, che si aspetta di rivedere la trovata sensazionale del primo film diretto quattordici anni prima da Paul Verhoeven con maggiore sicurezza, inventando il thriller sessuale, ma che finisce deluso. Il problema è che tutti quanti si prendono totalmente sul serio, mancando quel poco di stravaganza necessaria. Battute sopra le righe e umorismo involontario regnano incontrastate. Ma che importa, visto che il film è tutto dedicato a diffondere con generosità le forme della Stone in un thriller che non svela l’assassino.

Maurizio Ferrari

Fino al 6 luglio 2006 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

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