A BITTERSWEET LIFE
Presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2005

Regia di: KIM Jee-woon
Attori: Byung-hun LEE (Sunwoo), Min-a Shin (Heesoo), Young-chul Kim (Kang, il boss), Roeha Kim (Moonsok), Kiyoung Lee (Moosung) e Dalsoo Oh (Myunku)
Sceneggiatura e dialoghi: Kim Jee-Woon
Fotografia: Ji Y Kim
Montaggio: Jae Geun Choi
Musica: Boncana, Dalparan e Yeong-gyu Jang
Scenografo: Sung Hee Ryu
Titolo originale: Dal kom han in-saeng
Titolo internazionale: A Bittersweet Life
Origine: Corea del Sud 2005
Distributore: Lucky Red
Link: www.luckyred.it www.filmbom.com www.cjent.co.kr www.marsdistribution.com
Durata: 120’
Produzione: B.O.M. Film Productions Co.
Programmato dal 12 maggio 2006

Un albergo di lusso dalle luci soffuse e dal personale particolarmente gentile è gestito da Sun-woo, ma il vero padrone è Kang, un capo mafia. Sun-woo è il suo braccio destro, ma deve stare molto attento a come si comporta, soprattutto adesso che il suo capo gli ha affidato la sua amante, Hee Soo, che sospetta infedele. Mal gliene coglie, visto che l’ha trovata in posizione fedifraga con un amante, e col suo capo è stato zitto. E poi avrebbe dovuto agire, invece ha esitato e l’ha lasciata fuggire. A Kang non è piaciuto per niente questo atteggiamento e trasforma il fedele servitore in un bersaglio. Kang è arrabbiatissimo e manda i suoi alla caccia di Sunwoo, che si ritrova a fare cose che non aveva preventivato. Sunwoo si ritrova costretto a uccidere, ma ogni killer che gli si para davanti lo fa avvicinare al suo capo, Kang.

 

 

Kim Je-woo aveva già mostrato una certa propensione per la crudezza espositiva con Two sisters, e anche qui, passando dal noir al thriller, mostra quanto la violenza, una ultraviolenza nello specifico mostrata in modo inaudito (un film d’azione che darà le stesse soddisfazioni ai cultori di Old Boy) sia costitutiva della vita, che ora Sun-woo deve salvare, dopo aver deliberatamente disatteso gli ordini e successivamente costretto a cambiare l’atteggiamento sommesso. L’andatura del film assume presto un incedere veloce, tra sangue versato senza problemi e consapevolezza della solitudine. La bellezza che fa da contraltare alla paura e alla sofferenza si fonde infine in un unico corpo di sporca anarchia. Memorabile il finale, con un colpo di pistola prolungato indefinitamente come nella migliore tradizione di Sergio Leone.

Cinzia Nolasea

Fino al 6 luglio 2006 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

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