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CHIEDIMI SE SONO FELICE

Regia di: Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Massimo Venier
Attori: Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Marina Massironi, Beppe Battiston, Augusto Zucchi, Silvana Fallisi e Antonio Catania
Origine: Italia 2000
Distributore: Medusa
Durata: 100’

Il trio AGG batte agli incassi anche i filmoni americani che spadroneggiano nei nostri cinema. Ai primi giorni di gennaio gli incassi superano abbondantemente i 45 miliardi di lire, diventando il campione d'incassi nella stagione 2000-2001, con 70 miliardi d'incasso. Per esempio, a Milano in 8 delle 58 sale cinematografiche milanesi si proietta il Chiedimi se sono felice, le rimanenti 50 si dividono circa una ventina di film, americani compresi. Su tutto il territorio nazionale si arriva alla distribuzione record di 700 copie. Se ogni film avesse a disposizione 8 sale, Milano dovrebbe averne 160. Larga maggioranza quindi al trio. Semplice capire come si materializzino incassi miliardari. Questa d’altra parte è sempre stata la strategia delle distribuzioni americane tanto vituperate. In fondo ci sarebbe da rallegrarsi vivamente di fronte ad un film italiano che rompe un monopolio consolidato. Basta poco quindi. Poco per modo di dire, perché il film di AGG si innalza magnificamente sopra qualsiasi altro filmetto italiano da strapazzo, sopra tutta quella pellicola impressionata inutilmente da battutacce volgari e comici da tristezza che invadono le sale delle festività. Insegna a tutte queste produzioni senza alle spalle un pensiero, che ci si può divertire felicemente con film semplici ma con un’anima, senza infilarci dentro un manipolo di biondone stereotipate di cui non si ricorda nemmeno il nome.

Aldo Giovanni e Giacomo intessono una trama semplice e ci ricamano sopra con la loro comicità da eterni ragazzi. Ambientato a Milano, loro sono tre attori che si mettono ad azzuffarsi perché tutti concentrati sulla medesima donna, e solo tre anni dopo ritorneranno amici, portando a teatro il Cyrano de Bergerac, loro antico sogno del pre-litigio. Sono molto più simili ad un cartone animato, personaggi che non crescono mai, adulti ma ragazzi, seri e faceti. Piacciono ai grandi ma anche ai bambini, non sono mai volgari, brillano di sentimenti buoni ma anche di piccole cattiverie, come succede a tutti. In più elargiscono una visione positiva della vita che fa bene, sono terapeutici insomma. In questo loro lavoro inoltre ci fanno vedere la Milano che tutti vorremmo (Tema: immagina di costruire la tua città ideale. Svolgimento: poco traffico, molto verde, tanto spazio…) Insomma, un campionario di sogni realizzabili se ci fosse una volontà politica.

Non stiamo dunque parlando di un capolavoro né di un film di impegno sociale (come è stato I cento passi di Marco Tullio Giordana) ma di un’ora e mezza serena e civile. Il brutto della faccenda è doversi meravigliare di questo. Per quanto riguarda le riflessioni in merito a distribuzione e incassi, è vero che sotto natalizie imposizioni l’offerta cinematografica induce alla rassegnazione (e anche alla disperazione) ma non si potrebbe stabilire una tournée anche per le pellicole? Intendo: invece che occupare a tappeto un cospicuo numero di sale, non si potrebbe programmare un film a turno nelle varie sale, anche quelle periferiche? Si accontenterebbero in un colpo solo spettatori ed esercenti e per quanto riguarda gli ambiti incassi di produttore e distributore sarebbero soltanto diluiti in un tempo più lungo. Se il film merita, potremmo magari trovarlo ancora in sala anche a giugno.

Mietta Albertini

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