EAST IS EAST - UNA FAMIGLIA IDEALE

Regia di: Damien O’Donnell
Attori: Om Puri, Linda Bassett, Jordan Routledge, Archie Panjabi, Jimi Mistry, Chris Bisson, Emil Marwa, Raji James, Ian Aspinall, Lesley Nicol, Ema Rydal, Ruth Jones, Ben Keaton, Kriss Dosanjh, John Bardon, Roger Morlidge, Ralph Birtwell, Madhaw Sharma, Gary Damer, Albert Moses, Jimmy Harkishin, Rosalind March, Kaleen Janjua e Gary Lewis
Sceneggiatura: Ayub Khan-Din
Fotografia: Brian Tufano
Scenografia: Tom Conroy
Montaggio. Michael Parker
Costumi: Lorna Marie Mugan
Musiche: Deborah Mollison
Titolo originale: East is East
Origine: Gran Bretagna 1999
Durata: 96’

Damien O’Donnell coglie il lato tragicomico di una delle tante realtà dell’Inghilterra anni ’70. Uno spaccato di vita quotidiana della famiglia Khan, marito pakistano e moglie inglese, in mezzo sei figli in bilico tra la rigidità della cultura di origine e le facili trasgressioni dell’Inghilterra dei Beatles. Il tutto perfettamente bilanciato dall’integrazione della famiglia nella realtà anglosassone, tanto da basare il proprio sostentamento sulla gestione di una attività "fish and chips" (più english di questo?!).

Il film inizia con la rottura di questo equilibrio e si rivela la tematica principale di tutta la storia, la difficoltà del marito, Gorge Khan (chiamato dai figli Gengis), nello scegliere tra il mantenere la famiglia unita o il rimanere fedele fino in fondo alle proprie tradizioni. Un film sull’onore di un padre che i figli vedono come ultimo baluardo di usanze e modi che non sentono propri. Gorge esprime quel senso di appartenenza della famiglia che ricorda tanto le tematiche di alcune pellicole italiane del dopoguerra ambientate nel profondo sud (vedi "Sedotta e abbandonata" ).

O’Donnell si diverte concimando il film di dettagli "inutilmente utili", il kitsch dell’arredamento anglo-pakistano in contrasto con l’Inghilterra dai pantaloni a zampa e delle zeppe.
Che dire dei personaggi, visi che evocano tradizioni e usanze millenarie, una carrellata di volti che sottolineano ancora di più il distacco tra la realtà inglese, donne dai capelli rossi e pelle chiarissima, in contrasto con gli scuri, grassi e sudati uomini pakistani. Una tale abbondanza di stereotipi non può che divertire e far pensare quanto ci sia di vero in tutto questo. La bravura di O’Donnell è stata anche quella di non scadere nella commedia sentimentale, anche se il film offre più di uno spunto in tal senso, ma nell’intelligenza di sondare un terreno ampio, abbracciando a 360° una intera realtà.

Un film che fa riflettere e che riflette, una trama semplice ma mai banale, un movimento continuo ripreso spesso da una telecamera a spalla che rende la realtà ancora più viva, dando alla pellicola una profondità all’inizio insospettabile. Qui il comico e il tragico si equivalgono senza mai annullarsi, lasciando negli occhi il senso di leggerezza della commedia e nello stomaco il peso liberatorio del dramma.

Ivan Saladino

 

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