I MAGI RANDAGI
Presentato al Festival di Venezia, al Forum del Festival di Berlino e al Museum of Modern Art di New York

Regia di: Sergio Citti
Attori: Silvio Orlando, Patrick Bauchau, Rolf Zacher, Gastone Moschin (Don Gregorio), Nanni Tamma (Padreterno), Laura Betti, Franco Citti, Ninetto Davoli , Roberto Simmi (Re Mago), Bob Tron (Re Mago), Osvaldo Buoso (Re Mago), Giampaolo De Santis (Bambino Paese), Claudia Dresselmann (Maria Prologo), Romana Meggiolaro (Maria Presepe), Stella Condorelli (Maria Spiaggia), Sasha Altea (Maria dei Gemelli), Mario Cipriani (Uomo della Ricotta), Franco Valente (Sindaco Paese), Franco Di Turi (Maresciallo Carabinieri), Rocco Peluso (Segretario Comunale), Antonio Palazzo (Giuseppe Presepe), Gianni di Chiara (Autista Polizia), Paola Tanziani (Barista), Brigitte Christensen ("Ingrid " Telenovela), Marco Di Stefano ("Giocondo" Telenovela), Laura Tanziani (Annunciatrice Telenovela), Vera Gemma (Capopopolo Razzista), Elide Melli (Donna del Violinista) Ragazze del Coro: Nadia Carlomagno, Francesca Marti, Ilenia Marino, Paola Cerimele, Valeria Bottaro, Katy Monique Cuomo e Miria Annini
Soggetto: Sergio Citti
Sceneggiatura: Sergio Citti, David Grieco e Michele Salimbeni
Organizzatore generale: Mario Di Biase
Architetto di scena: Maurizio Sabatini
Suono: Bruno Pupparo
Montaggio: Ugo De Rossi
Fotografia: Franco Di Giacomo a.i.c.
Scenografia e costumi: Danilo Donati
Musica: Ennio Morricone
Origine: Italia 1996/2006
Distributore: La Trincea Distribuzione
Prodotto da Francesco Torelli
Link: www.imagirandagi.it
Durata: 100’
Produzione: I.P.S.( Ideazione Produzione Servizi) s.r.l., JOURNAL FILM - Berlino e FILMS SANS FRONTIERES - Parigi, Produttore associato Istituto Luce con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Cinema e dell’Eurimages del Consiglio d’Europa
Programmato dal 20 gennaio 2006

Il film inizia con Patrick Bauchau (ai tempi domatore di bestie feroci e oggi decaduto) che annuncia per le strade l’arrivo del circo di Mosca, Silvio Orlando è il clown bianco e quando finalmente la sera il circo mette in scena le sue attrazioni gli abitanti del paesello si ribellano perché è un circo senza bestie e animali feroci. Messi in fuga e col pericolo di un linciaggio, i tre saltimbanchi finiscono in carcere con l’accusa di furto di cammelli. Per levarsi dalla gattabuia accettano di impersonare i re Magi nel presepe vivente che verrà rappresentato entro breve. Sempre inseguiti dai veri re Magi, che avevano fatto un contratto col prete e poi si erano visti negare il compenso pattuito, i tre vengono anche accusati ingiustamente di stupro collettivo ai danni delle ragazze del coro, ma ormai il tempo stringe, è ora di passare alla rappresentazione del presepe vivente e il prete pensa solo a quello, e alla brutta figura che ci farebbe con i paesi vicini se la recita non avesse luogo. Invece gli abitanti vorrebbero castrare i tre per via dello stupro e si addiviene ad un accordo col prete: prima lo spettacolo e poi l’evirazione. I tre disgraziati finalmente possono rappresentare i re Magi, delusi perché da dodici anni non si fanno bambini e quelli rischiano di essere castrati per un bambinello di coccio. Con quella scusa, unita all’invito esteso a tutti gli abitanti a mollare la rappresentazione e correre casa a fare un figlio da mettere nella mangiatoia dell’anno seguente, si salvano le palle. Di notte irridono l’ingenuità della popolazione, ma la stella sulla capanna del presepe improvvisamente diventa una stella cometa. Se prima i tre si credevano miscredenti adesso tutto cambia da un momento all’altro: finiscono in paradiso. Dio è lì a parlare con loro: li ha convocati perché diano nuovamente l’annunciazione. Cristo arriva tra i poveri del litorale romano, o per lo meno così credono i tre illuminati, è in vendita e loro se lo comprano, ma è femmina. Del resto ci sono tutti quelli del clan, Laura Betti, Franco Citti, Ninetto Davoli. Sul finale incontrano anche una vera comunità di zingari, e con loro devono fuggire alla vista di un branco di razzisti. Buggerati, vanno avanti nella ricerca e trovano due gemelli, e forse hanno finalmente trovato quello che cercavano.

 

 

Le peregrinazioni vanno avanti un po’ per le lunghe, mischiando fascinazione e prolissità. Tutto il film è poetico e naïf, la recitazione, la storia e la morale, con la tesi che la rassegnazione non ha niente da invidiare all’eroismo. Rifuggendo da ogni seduzione spiritualista, si concentra sul reale e sul surreale, esaltando la purezza di spirito e la moralità, bandendo individualismo e consumismo. Ci si occupa delle necessità fondamentali dell’essere umano (fame, cibo e sesso), della povertà e dell’intolleranza.

Ai tempi il film ebbe molti problemi distributivi, tanto che una delle ragioni per cui la casa di distribuzione La Trincea si chiama così è proprio dovuto a quel fatto. Sergio Citti ha avuto un legame importante con Pier Paolo Pasolini, collaborando alla sceneggiatura di "Accattone" fino a quella di "Salò", e facendo nel tempo conoscere a Pasolini il sottoproletariato romano. Nell’episodio "Cosa sono le nuvole?" di Pier Paolo Pasolini, i burattini Totò/Jago e Ninetto/Otello vengono portati alla discarica e lì si vedono due manifesti: "La Terra vista dalla Luna", realizzato, e "Le avventure del Re Magio Randagio", sospeso a causa della dipartita di Totò. Da quell’idea Sergio Citti ha poi lavorato alla sceneggiatura di "Amore per Amore", prendendo poi il titolo di "I Magi Randagi".

Al film è abbinato un servizio televisivo per Rai Educational di Giovani Minoli realizzato da Paolo Brunatto (filmaker amico di Pasolini e di Citti), intitolato "Disperamente Vitale" della durata di 11 minuti e realizzato poco prima della morte, dove Sergio Citti racconta il suo rapporto con Pier Paolo Pasolini. Vengono recuperate le sue riprese sul luogo della morte, da dove sorgono nuove ipotesi sull’omicidio con il corpo massacrato in un posto e fatto trovare a molti metri di distanza. Secondo Sergio Citti gli assassini furono più di uno e il movente fu il processo morale alla Democrazia Cristiana che Pasolini aveva sostenuto in quegli anni. Tutta la sua cultura, confessa Sergio Citti, proviene dal marciapiede ma, nonostante questo o forse a causa di questo, si sente un poeta. Sergio Citti a volte Pasolini se lo sogna in forma di scoglio e che gli dice "infrango il male". Dice proprio male e non mare, e forse gli parla veramente e non è un sogno.

Maurizio Ferrari

Fino al 6 luglio 2006 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell'archivio.

 

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