OUTLANDER - L’ULTIMO VICHINGO Regia di: Howard McCain Età del ferro: nel 709 il guerriero umanoide (tanti chip sottopelle) Kainan cade da una navicella spaziale in Norvegia, terra di orsi e di lupi. Non sa di trascinarsi il feroce Moorween, un alieno cattivissimo (e vendicativo verso Kainan e tutto il suo esercito) deciso a distruggere il villaggio di Herot. Kainan viene catturato dai guerrieri e poi viene rimesso in circolo grazie al suo valore e alla capacità di riconvertire in armi i rimasugli dell’astronave schiantata, così che per cercare di sopravvivere ingaggia una battaglia molto violenta insieme ai vichinghi (tutt’uno con le credenze pagane), al loro Re Rothgar e a sua figlia Freya, che naturalmente si innamora di lui. |
Il film è una commistione di generi e ispirazioni che ricorda Alien, La cosa, Il pianeta delle scimmie, Conan il barbaro, Predator, Beowulf e la nave del Nosferatu di Murnau, infilando l’epica normanna, le leggende scandinave, il fantasy e la fantascienza in un passato dove il mondo è ribaltato, la violenza è parte della vita, le abitazioni vichinghe non rifugi sicuri ma trappole. Il film è puro spettacolo fantasy, di intrattenimento e di avventura, con gli effetti speciali digitali inseriti nei paesaggi nordici, senza secondi fini e rimandi sociologici per costruire un discorso più profondo. L’alieno cattivo agisce con le stesse modalità offensive dei vichinghi, e quindi nessuno è totalmente innocente o colpevole. La battaglia, la violenza, la rappresaglia sono gli elementi fondamentali del film disturbato dal mostruoso drago Moorwen, ideato per lo schermo dall’inventore degli alieni di Indipendence Day Patrick Tatopoulos e simbolo dello straniero da respingere. Cinzia Nolasea Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 7 gennaio 2010 e successivamente nell’archivio. |
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