NE TE RETOURNE PAS
Presentato come Proiezione di Mezzanotte al Festival di Cannes 2009

Regia di: Marina de Van
Attori: Monica Bellucci (Jeanne), Sophie Marceau (Jeanne), Andrea Di Stefano (Teo/Gianni), Thierry Neuvic (Teo 2), Brigitte Catillon) (Nadia 1/Madre italiana) e Sylvie Granotier (Nadia 2)
Sceneggiatura: Marina de Van e Jacques Akchoti
Fotografia: Dominique Colin
Scenografia: Véronique Sacrez
Montaggio: Mike Fromentin
Musica: Luc Rollinger
Titolo originale: Ne te retourne pas
Origine: Francia 2009
Link: www.agatfilms.com www.wildbunch-distribution.com www.wildbunch.biz
Durata: 111’
Produzione: Ex Nihilo (Francia), Wild Bunch (Francia), Samsa Film (Lussemburgo), Entre Chien Et Loup (Belgio), StudioUrania (Italia), Ateliers de Baere (Belgio) e RTBF Télévision Belge (Belgio)

Monica Bellucci e Sophie Marceau sono la stessa persona con due volti e sono al centro di un thriller psicologico dove molto gioca anche l’horror, pieno di fissazioni, paranoie, vuoti di memoria e sdoppiamento della personalità. Tutte e due sono Jeanne, tutta presa nello scrivere il suo primo romanzo, notando però che il suo corpo si modifica e che qualcosa cambia intorno a lei, misteriosamente. A casa della madre trova una fotografia che la rimanda ad una donna che vive a Lecce. Perdita di memoria e paura di impazzire sono i suoi nuovi compagni e la situazione non migliora neanche con il viaggio in Italia. Poi apprende di uno strano passato che la riguarda.

 

 

La storia, e tanto vale per farla gradire, ma soprattutto l’atmosfera, è bizzarra, strana e fuori dal comune. Nella versione originale si apprezza il parlato francese e quello italiano. Il ruolo ricoperto dalle due è facilmente scambiabile per l’impressionante somiglianza delle due interpreti, con una percezione della realtà spostata un po’ più avanti, non tanto per quel che vede ma per quello che intuisce. Tutto sembra perfettamente consono e armonico, con la regista che rende bene l’impressione che nel mosaico qualche pezzo sia stranamente fuori posto, anche se non si sa bene quali siano i pezzi scomposti. Dell’Italia riesce a cogliere soprattutto il sacro e profano che si mischiano in un ballo ossessivo, in una "pizzicata" di alto livello espressivo.

Maurizio Ferrari

 

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