PULP FICTION
Palma D'oro al Festival di Cannes 1994 e Oscar 1994 per la Miglior Sceneggiatura Originale a Quentin Tarantino e Roger Avary

Regia di: Quentin Tarantino
Attori: John Travolta (Vincent Vega), Samuel L. Jackson (Jules), Uma Thurman (Mia Wallace), Harvey Keitel (Il Lupo), Tim Roth (Pumpkin), Amanda Plummer (Honey Bunny), Maria De Medeiros (Fabienne), Ving Rhames (Marsellus Wallace), Eric Stoltz (Lance), Rosanna Arquette (Jody), Christopher Walken (Koons) e Bruce Willis (Butch)
Soggetto: Quentin Tarantino e Roger Avary
Sceneggiatura: Quentin Tarantino e Roger Avary
Fotografia: Andrzej Sakula
Musica: Karyn Rachtman
Montaggio: Sally Menke
Produttore: Laurence Bender
Titolo originale: Pulp Fiction
Origine: USA 1994
Distributore: Cecchi Gori Group
Durata: 149’

L’uomo nel criminale ed il male nell’uomo

Quentin Tarantino squarcia Reservoir Dogs: apre una fessura su un dettaglio, ci scava una voragine e, all’interno di questa voragine, gira Pulp Fiction. Come nel Sogno causato dal volo di un'ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio (1944) di Salvador Dalì, nel quale, sbucciando una melagrana, si scoperchiava un nuovo mondo; così Tarantino, sbirciando nel cassetto di Reservoir Dogs, apparecchia il suo secondo film. Non solo la relazione di fratellanza tra Vic Vega, alias Mr. Blonde (Michaeal Madsen), e Vincent Vega (John Travolta) tiene in intima connessione le prime due pellicole di Quentin Tarantino; ma se Reservoir Dogs era una superficie composta da parti buone e parti malvagie, rese ibride dal sentimento umano; Pulp Fiction prosegue nell’opera di umanizzazione del malvagio e di demonizzazione del socialmente buono. Anche questa volta il film si svolge dal punto di vista degli antagonisti, i cattivi, i fuorilegge: coloro che non rispettano le leggi della società e che, a volte, non hanno riguardo neppure per le loro stesse leggi. Proprio come il pugile Butch (Bruce Willis) che, pagato per perdere l’incontro, decide di non rispettare il patto stipulato con il boss Marsellus Wallace (Ving Rhames) e tenta la fuga coi soldi vinti scommettendo sulla propria vittoria. Vincent Vega e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson), membri del clan di Marsellus Wallace, hanno il compito di riportare al proprio boss una valigetta da contenuto misterioso: entrano in un appartamento, uccidono tre persone e risparmiano la vita al loro complice infiltrato, Marvin. Come Mr. Orange (Tim Roth) era un poliziotto infiltrato nella banda criminale di Reservoir Dogs; in Pulp Fiction l’infiltrato non è Marvin, anche lui criminale. Adesso la distinzione di buoni e cattivi non è più all’interno della società, come era in Reservoir Dogs, ma è all’interno della sfera dei socialmente cattivi, cosicché il buono tra i cattivi non sarà mai un cattivo assoluto. Allo stesso tempo, il più cattivo tra i buoni non potrà essere un buono assoluto. Il male assoluto non è umano e ciò non toglie che l’umano possa essere malvagio. Jules Winnfield e Vincent Vega discutono in macchina con Marvin e, come ai cittadini normali capita di rompere un uovo nella busta della spesa, parte accidentalmente un colpo dalla pistola di Vincent Vega, andando a sfracellare il cranio di Marvin, sparpagliandone i pezzi sui finestrini dell’autovettura. In questa scena c’è tutta la goffaggine ed il grottesco possibile. Di malvagio non vi è nulla, sono persone che stanno parlando in macchina; però appartengono al mondo del crimine e, in questo mondo, prendere una buca mentre su guida, può significare uno sparo accidentale che, a sua volta, può comportare la morte di un uomo. Non c’è traccia di volontarietà. C’è solo la diversità di un mondo che è composto da oggetti specifici e, tra questi oggetti, qualsiasi gesto può assumere significati diversi, totalmente lontani da quelli esistenti nel mondo del socialmente regolato. Se guidando si prende una buca, nel mondo socialmente regolato, può rompersi un uovo nella borsa della spesa. Nel mondo del crimine, dei fuorilegge, prendere una buca può significare la testa frantumata di uomo in automobile.

 

 

Il quotidiano, e quindi la vicinanza con la vita del socialmente regolato, si vede anche nella serata trascorsa da Vincent Vega con Mia Wallace (Uma Thurman), la moglie del proprio boss. Cosa fanno? Vanno a ristorante, mangiano, parlano ballano, vincono la gara di ballo e poi tornano a casa. Come una normale coppia che esce alla sera, seppur loro non siano una coppia, perché Vincent Vega è solo l’accompagnatore della donna del suo boss. Nel mondo del crimine gli oggetti danno significati diversi ad ogni cosa: in questo caso è la droga a trasformare il fine serata in una pericolosa overdose per la signora Wallace. Fortunatamente tutto finisce bene. Da un lato Quentin Tarantino si sforza di fare emergere come questi criminali siano uomini, e donne, che vivono una vita normale; e come siano gli oggetti che popolano questo loro mondo, criminale, a caratterizzarne i confini. Quindi, i criminali sono, in primo luogo, uomini e, in secondo luogo, criminali, perché vivono in un mondo popolato di armi, droga e violenza. Gli oggetti enfatizzano l’aspetto malvagio di ogni loro azione. Dall’altro, tenta di vedere come gli uomini del mondo socialmente regolato non siano poi così umani, come anche loro siano contaminati dal male, dalle azioni malvagie. Ed è qui che Tarantino squarcia Reservoir Dogs su un dettaglio, ovvero quando Mr. Orange viene ferito da una donna normale, una cittadina, non un criminale. Un uomo del socialmente buono, il poliziotto infiltrato Mr. Orange, viene ferito da una persona normale in possesso di un’arma. Ecco che l’oggetto criminale, l’arma, trasforma una normale cittadina in una potenziale assassina. Il male non arriva dal mondo dei fuorilegge; bensì dal quotidiano, dal normale. Lo stesso avviene in Pulp Fiction: Butch e Marsellus Wallace, il pugile traditore ed il boss tradito, si incontrano per strada. Butch è al volante della sua automobile, Marsellus Wallace è fermo al semaforo. Butch investe quello che era il suo boss e Marcellus Wallace si getta sul cofano dell’automobile causando un incidente. Al risveglio dal trauma, circondato dalla folla, Marsellus spara qualche colpo di pistola ferendo dei civili, e qui c’è tutta la ferocia dello scontro tra mondi lontani; quindi inizia l’inseguimento di Butch il traditore. Gocciolanti sangue arrivano in un negozio di pegni, un negozio situato nel mondo normale, non appartenente alla sfera del crimine. Il proprietario è Maynard (Duane Whitaker) e Zed (Peter Green) è un poliziotto chiamato da Maynard, dopo che quest’ultimo aveva stordito Butch e Marsellus col calcio del suo fucile. Due delinquenti sono in un negozio con due uomini normali, un poliziotto ed il proprietario del negozio. Eppure si scoprirà esserci più malvagità in questi due uomini normali che in tutti i criminali del film. Zed e Maynard sono più malvagi dei criminali ma, nella loro vita sociale, la loro malvagità emerge meno perché gli oggetti del loro mondo non glielo permettono. Appena si presenta l’occasione violentano Marsellus Wallace, lasciando Butch in lista d’attesa. Il male più grande del film viene effettuato da questi due cittadini sul boss criminale Marsellus Wallace. Avviene il passo in avanti rispetto a Reservoir Dogs: là Mr.Orange si accorgeva di essere diventato amico del suo nemico; qui, il male di Zed e Maynard mette pace tra Butch e Marsellus Wallace. L’ex pugile si libera e va a salvare il proprio capo, mettendo fine alla loro inimicizia. Un male più grande spegne il male tra gli uomini. Questo male più grande, secondo Tarantino, viene dal quotidiano dal mondo visibile a tutti. Il male più grande non è la nicchia dei criminali. Con Pulp Fiction, Tarantino mostra l’umano dei criminali ed il disumano della gente normale. Qual è il risultato? La spaccatura delle categorie buoni e cattivi. In Reservoir Dogs lo aveva fatto dal punto di vista del sentimento tra Mr.Orange e Mr.White (Harvey Keitel); in Pulp Fiction viviseziona i personaggi, presentando il quotidiano e l’umano dei fuorilegge ed il malvagio delle persone socialmente buone. In questo mondo di criminali, dove il più grande mangia il più piccolo, avviene la pace solo davanti al male più grande. E, in questo caso, il male più grande è rappresentato da due figure del mondo normale: Zed e Maynard.

Giordano Bernacchini

 

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