LA NOSTRA VITA Regia di: Daniele Luchetti Elena e Claudio sono una coppia felice in una borgata romana basata sui centri commerciali, hanno due bambini ma l’arrivo del terzo comporta la morte dell’amata Elena. Il trentenne operaio edile Claudio pensa solo ad accumulare denaro e all’ambizione di impadronirsi del mondo, bisognoso di elaborare il lutto e rimuovere il dolore. Nel cantiere dove lavora un rumeno muore e finisce nascosto nel cemento delle fondamenta: questa è l’occasione per avere il subappalto di una palazzina, per quanto il progetto sia impegnativo e più grande delle sue forze. Andrei è il figlio del morto alla ricerca del padre e Claudio lo prende sotto la sua ala protettrice, gli dà un lavoro e una casa, ma gli tace la verità. Intanto finisce inevitabilmente nei giri sbagliati e si è coperto di debiti con uno strozzino con la sua impresa edilizia che fallisce e finirebbe male se non fosse che gli vengono incontro i familiari. Soltanto allora Andrei viene a sapere di suo padre, Claudio pareggia i debiti, completa il lavoro e può partire verso un nuovo inizio. |
Il film riprende l’idea di un documentario che Daniele Luchetti aveva realizzato sull’assegnazione delle case popolari ad Ostia e tratta di lavoro in nero, palazzinari, furbetti, appalti truccati, realtà italiana senza certezze, soldi facili, cordoglio personale, pubblico e privato si fondono in forma violenta e mossa al rallentatore. Tutto il film è percorso dal far la spola tra l’intimo dei personaggi e la loro necessità di confrontarsi con gli altri, costretti da un senso di disorientamento e senza la garanzia di successo in una tragicommedia col peggio dell’Italia e parabola di tutta la nostra storia contemporanea, peraltro senza volontà di muoverle critiche e ammettendo che il protagonista soffre di povertà etica, e finale buonista. Daniele Luchetti non è nuovo al Festival di Cannes, tornato per la quarta volta e per la seconda in gara, con il film d’esordio Domani accadrà del 1988, inserito nella sezione "Un certain regard" e premiato con una menzione Camera d’or, segue Il portaborse nel 1991 in concorso e infine Mio fratello è figlio unico nel 2007 sempre in "Un certain regard". Ora solo film italiano in concorso, vince con Elio Germano quale miglior attore, seppur ex-aequo con Javier Bardem in Biutiful di Alejandro González Iñárritu. Maurizio Ferrari Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio. |
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