RACCONTI DA STOCCOLMA
Premio Amnesty International al Festival di Berlino 2007

Regia di: Anders Nilsson
Attori: Oldoz Javidi (Leyla), Lia Boysen (Carina), Reuben Sallmander (Aram), Per Graffman (Peter), Bibi Andersson (Madre di Håkan), Bahar Pars (Nina), Mina Azarian (Madre di Leyla), Cesar Sarachu (Padre di Leyla), Peter Engman (Håkan), Annika Hallin (Stella Forsberg), Nisti Stêrk (Nadja), Anja Lundqvist (Susanne), Zeljko Santrac (Zio giovane), Jonatan Blode (Johnny), Christopher Wollter (Frank), Tobias Aspelin (Benny), Magnus Rossman (Johansson), Fyr Thorwald (Tony), Ashkan Ghods (Dana), Tomas Bolme (Ove Ternberg), Toni Haddad (Zio anziano), Simon Engman (Max), Tuva Sällström (Tella) e Ralph Carlsson (Giudice)
Sceneggiatura: Anders Nilsson e Joakim Hansson
Fotografia: Per-Arne Svensson
Musica: Bengt Nilsson
Scenografia: Dave Marshall
Costumi: Marie Flyckt
Montaggio: Darek Hodor
Effetti speciali: Karl-Johan Fröjd e Johan Kekonius
Effetti visivi: Mats Holmgren, Fredrik Nord e John Thorstensson
Casting: Mikael Kyrklund e Helena Larsson
Produttore. Joakim Hansson
Produttore esecutivo: Peter Possne
Coproduttori: Tomas Eskilsson e Claudia Schröder
Titolo originale: När mörkret faller
Titolo internazionale: When Darkness Falls
Origine: Svezia e Germania 2007
Distributore: Teodora Film
Link: www.teodorafilm.com
Durata: 133’
Produzione: Sonet Film in coproduzione con Film i Väst, TV3, Pan Vision, The Swedish Film Institute Marianne Ahrne, Filmförderung Hamburg, Multimedia Film und Fernseh e Anders Nilsson Filmproduktion
Programmato dal 30 aprile 2008

Anche a Stoccolma succedono violenze. Si tratta di tre storie forti, con gli sviluppi che divergono dalle premesse. Carina è una giornalista televisiva che va a ritirare un premio importante, peccato che si dimentichi di ringraziare il marito, coautore. E’ sposata con un tipaccio geloso, che la presenza dei due figli non ne mitiga la violenza psicopatica e fisica ai danni della moglie. La gelosia ingiustificata del marito ha conseguenze incredibili. Nell’indifferenza generale, soprattutto tra i colleghi increduli, solo la suocera (una grande Bibi Andersson) le offrirà quel conforto necessario e sufficiente per ribellarsi alla situazione.

Nella seconda la sorpresa è il suicidio forzato: in una famiglia immigrata mediorientale tradizioni ancestrali si mischiano con valori religiosi di rigido comportamento e basta che Nina sia sospettata d avere un ragazzo per determinare i genitori e zii a una punizione senza appello. E stessa sorte toccherebbe alla giovane sorella Leyla se non fosse che la sua ribellione viene infine aiutata a sorpresa.

Nella terza sparano per un nonnulla: Aram vive tranquillo nella gestione di un locale notturno di successo. Il buttafuori Peter litiga con tre teste calde e finisce sparato in ospedale. Aram viene minacciato di morte in cambio del silenzio in tribunale perché ritiri la denuncia.

 

 

Fino a metà del film non c’è ancora scappato il morto: fin qui tutto bene. La tensione è tenuta continuamente alta dalla spada di Damocle della minaccia di morte in tutti e tre gli episodi. L’accanimento vendicativo della parte avversa, l’aiuto che ti arriva da chi meno te lo aspetti e il colpevole che viene sempre punito sono costanti di tutti gli episodi, in un film che provoca grande depressione e poi grande esaltazione e contentezza catartica. Il film si ispira a fattaci avvenuti per davvero e mai si sarebbe pensato proprio in Svezia, patria della tolleranza e dell’uguaglianza tra i sessi. Lì col freddo arriva anche la festa di Halloween per gli anglosassoni e quella di Ognissanti per i cattolici. Da quel periodo partono le tre storie in parallelo, appena bagnate dal didascalismo. Dai tre episodi spicca quello di Nina, esemplare per il tema della violenza sulle donne e capace di mischiare il dramma col thriller, in un crescendo di aggressività che mai ci si sarebbe aspettata da chi dovrebbe sparpagliare la casa d’amore.

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 10 luglio 2008 e successivamente nell’archivio.

 

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