QUESTIONE DI CUORE

Regia di: Francesca Archibugi
Attori: Antonio Albanese, Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti, Francesca Inaudi, Andrea Calligari, Nelsi Xhemalaj, Chiara Noschese, Paolo Villaggio, Francesca Antonelli, Daniele Luchetti, Stefania Sandrelli, Paolo Sorrentino, Carlo Verdone, Paolo Virzì
Soggetto: dal romanzo di Umberto Contarello "Questione di Cuore"
Sceneggiatura: Francesca Archibugi
Musiche: Lena Battista
Origine: Italia 2008
Distributore: 01 Distribution
Link: www.01distribution.it www.cattleya.it
Durata: 104’
Produzione: Cattleya
Programmato dal 27 aprile 2009

Non credo che chiesi promesse al suo sguardo,
non mi sembra che scelsi il silenzio o la voce,
quando il cuore stordì e ora no, non ricordo
se fu troppo sgomento o troppo felice,
e il cuore impazzì e ora no, non ricordo,
da quale orizzonte sfumasse la luce.
(Un malato di cuore, Fabrizio De André)

È forse il destino che fa sbirillare la stessa sera i cuori di Angelo e Alberto. Comunque sia, si ritrovano entrambi nella stessa sala di rianimazione. Il primo è un giovane carrozziere, l'altro uno sceneggiatore. Diventano amici in quella sala, nonostante la loro diversità. Angelo ha una famiglia, due figli, la moglie incinta; la carrozzeria va bene e la sua preoccupazione più grande è di fare più soldi possibili, evadere le tasse e star bene con la famiglia. Alberto al contrario è un irrequieto, ha paura di regolarizzare i suoi rapporti, è sempre sopra le righe, matto come un cavallo. Finisce che si rifugia in casa di Angelo, in mezzo a quella famiglia di cui ha sempre avuto paura, che ha sempre inconsciamente rifiutato e che ora l'affascina, l'attira.

 

 

Si forma questa sorta di gruppo familiare, con due maschi adulti: tanto responsabile e preciso uno quanto irresponsabile e sregolato l'altro. Ma un cuore malato, si sa, potrebbe ripetere le sue bizzarrie e la volta successiva la sorte potrebbe essere meno clemente. Per qualcuno è giunto il momento di pensare seriamente al futuro.

Marcello Moriondo

Dalle note di produzione:

"...via Fanfulla da Lodi, in mezzo al Pigneto, con le casupole basse, i muretti screpolati, era di una granulosa grandiosità, nella sua estrema piccolezza; una povera, umile, sconosciuta stradetta, perduta sotto il sole, in una Roma che non era Roma." Da Accattone di Pier Paolo Pasolini. E' uno schema narrativo vecchissimo, e per questo sempre nuovo, adoperato addirittura già nell'Iliade. Aiace ed Ettore, guerrieri di eserciti diversi, nel libro settimo si feriscono in duello e vengono ricoverati nella stessa tenda. E avviene l'incontro fra mondi inconciliabili, che la malattia e la paura della morte rendono più disponibili e percettivi. Adesso lì, nella stradetta di Accattone, c'è odore di kebab e di cocktails alla vodka e mirtillo, alternative signore sbiciclettano fra i cingalesi e i carrozzieri, tutti molto up to date, e arcaici. Intorno, il Mandrione di Giulietta, il Quadraro vecchio de Il ferroviere, la borgata Gordiani dove hanno sparato dal camion ad Anna Magnani, Torpignattara dove ciondolavano i fratelli Citti. Una Roma mai più vista al cinema, com'è diventata. Come siamo diventati? Desideravo fare un film sull'Italia, anche se in modo sghembo, attraverso l'incontro fra due personaggi che fossero portatori di mondi inconciliabili, se non alla fine del mondo. E quando muore qualcuno, finisce sempre un mondo, anche se è piccolo non è mai insignificante. Significa tantissimo soprattutto per i parenti, e i narratori. Per questo ho detto a Umberto Contarello: scrivo da sola, devo essere libera di fare dal tuo bel romanzo il mio brutto film. E così mi sono immersa in questa trama ricevuta in regalo, da Umberto che l'ha ideata e Riccardo Tozzi, il produttore, che me l'ha comprata.

(Francesca Archibugi)

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell'archivio.

 

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