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LE CONSEGUENZE DELL’AMORE

Presentato in concorso al Festival di Cannes 2004

Regia di: Paolo Sorrentino
Attori: Toni Servillo, Olivia Magnani, Adriano Giannini, Raffaele Pisu e Angela Goodwin
Titolo originale: Le conseguenze dell’amore
Titolo internazionale: Consequences of Love
Titolo francese: Les conséquences de l’amour
Origine: Italia 2004
Distributore: Fandango
Link: www.fandango.it www.medusa.it www.theworksltd.com www.ocean-films.com
Durata: 100’
Programmato dal 24 settembre 2004

Dopo un inizio di pause e silenzi, nell’albergo svizzero, il protagonista solitario riflessivo, pensieroso, di poche parole, che fa fatica a salutare, comincia a far capire che ogni uomo ha il suo segreto inconfessabile. Da un’altra parte, in Italia, Titta Di Girolamo ha una moglie e tre figli a Roma e un fratello da qualche altra parte. Non fa quasi niente quest’uomo di cinquant’anni, del sud, che vive da otto anni in una impersonale camera d’albergo di una qualunque cittadina della Svizzera italiana, forse ha un lavoro ma non si sa, e continua a fumare senza interruzione, preferibilmente nella hall dell’albergo dove passa la maggior parte del tempo a non fare apparentemente niente, vivendo senza far vita di società. Origlia le conversazioni di una vecchia coppia nella stanza d’albergo vicina alla sua: erano i padroni dell’albergo ma adesso si sono ridotti a vivere in una sola stanza perché lui è un decadente ex giocatore d’azzardo che si è mangiato tutto il patrimonio, albergo compreso, alle sale da gioco. Non saluta mai la donna delle pulizie o la cameriera del bar, Sofia, ma è proprio questa che va a minare il delicato equilibrio di personaggio sfuggente. Infatti è a causa di lei che scrive su un foglio "Progetti per il futuro: non sottovalutare le conseguenze dell’amore" come promemoria per un avvenire che non vede, prigioniero di una condizione che non ha voluto, trovando frivolo solo il suo nome e senza situazioni rocambolesche il resto della sua vita, mantenendo sempre una espressione del volto impassibile. Lui non ha molta immaginazione ma molta sfortuna, ed è infatti a causa delle sue vecchie disgrazie come commercialista che adesso si ritrova a fare l’impiegato per conto della mafia, riciclando denaro. Il contorno e il riferimento con l’esterno è appunto il rapporto con dei mafiosi, con i quali alla fine si misurerà nel salone vuoto dell’Hotel Europa destinato a un convegno sulla ipertrofia della prostata, cambiando definitivamente la sua vita.

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Unico film italiano selezionato per il concorso a Cannes, è il secondo lungometraggio, dopo L’uomo in più, del 35enne napoletano Paolo Sorrentino. Lo stile è antinarrativo e non sviluppa una storia quanto piuttosto riflessioni sul protagonista e quanti lo circondano: per questo non a tutti può piacere l’andamento del film, piuttosto fasciato su se stesso fino allo sfogo catartico finale. La sceneggiatura, decisamente stravagante e stuzzicante, risulta parecchio immobile e monotona all’interno dell’albergo, accelerando improvvisamente l’andatura quando si cambia di ambientazione e si esce per una puntata in banca o davanti alle vetrine. Non è un film fatto per divertire per la dichiarata e assoluta voglia di presentare i fatti senza emozione alcuna e facendo apparire il tutto come una rarefatta esistenza che respira a fatica. L’interpretazione misurata di Servillo viene arricchita da uno sguardo indagatore ma incurante di quanto lo circonda e da un muoversi stanco. A volte sembra un noir, per una certa componente di giallo e di mistero, altre volte una commedia e altre un dramma.

Maurizio Ferrari

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