SAIMIR Regia di: Francesco Munzi L’albanese Saimir ha 16 anni e vive sul lungomare laziale in un sobborgo ad alto degrado, col padre che traffica clandestini per i proprietari agricoli della zona. I due non vanno molto d'accordo in quanto Saimir non vede di buon occhio come il padre porta avanti le loro vite. E poi non riesce a stare neanche insieme ai suoi coetanei italiani, non riuscendo ad integrarsi. E nemmeno con Michela, di cui pure è innamorato. Gli unici che gli danno spago sono degi amici rom che gli fanno fare qualche lavoretto non esattamente in linea con i dettami della legge. Poi avviene qualcosa che la sua coscienza non può sopportare: si tratta di chiudere un occhio, e magari entrambi, sul fatto che il padre debba introdurre in Italia una ragazza, una minorenne, per poi avviarla sulla via della prostituzione. A questo punto Saimir è pieno di rabbia e vuole liberare la giovane, ma ci pensano i ricettatori aguzzini a dargli una lezione che viene risparmiata solo dall'azione salvifica del padre. "Il nodo centrale del film, spiega il regista, è il rapporto padre - figlio. La difficile comunicazione che separa i due, l’autorità e il comando che il padre vorrebbe esercitare per sempre sul figlio e la giusta volontà del figlio di liberarsi da questo laccio, di essere se stesso, libero". Marcello Moriondo |
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