BLACK BOOK
Presentato in concorso al Festival di Venezia 2006 e al Toronto International Film Festival 2006

Regia di: Paul Verhoeven
Attori: Carice van Houten (Rachel Steinn /Ellis de Vries), Sebastian Koch, Thom Hoffman, Halina Reijn, Waldemar Kobus e Derek de Lint
Sceneggiatura: Paul Verhoeven e Gerard Soeteman
Fotografia: Karl Walter Lintenlaub
Scenografia: Wilbert van Dorp
Montaggio: Job ter Burg e James Herbert
Musica: Anne Dudley
Produttori esecutivi: Andreas Grosch, Andrea Schmid, Marcus Schoefer, Henning Molfenter, Carl Woebcken, Jamie Carmichael, Graham Begg e Sarah Giles
Produttori: San Fu Maltha, Jens Meurer, Teun Hilte, Jos van der Linden, Frans van Gestel e Jeroen Beker
Titolo originale: Zwartboek
Titolo internazionale: Black Book
Origine: Olanda, Belgio, Germania e Gran Bretagna 2006
Distributore: Dnc
Link: www.dnc.it www.fuworks.nl
Durata: 135’
Produzione: Fu Works (Olanda) e coprodotto da Egoli Tossel Film (Germania), Clockwork Pictures (Gran Bretagna), Motel Films (Olanda), Hector (Olanda), VIP Mediafonds, Motel Films, Studio Babelsberg, Motion Picture Investment Group, VIP Medienfonds 4 e AVRO

Israele ottobre 1956: Rachel Steinn, nel Kibbutz che porta il suo nome, ritrova l’amica con la quale aveva diviso qualche storia di belligeranza durante la Seconda Guerra Mondiale. Si comincia dal settembre 1944, in Olanda, dove lei, soubrette e cantante ebrea di Germania, era scappata con tutta la famiglia per trovare una possibilità di salvezza dai campi di sterminio. Aveva trovato ospitalità presso una famiglia di cattolici che mal sopportavano le sue origini e che la obbligavano a recitare la preghiera di ringraziamento prima di ogni pranzo, rinfacciandole le sue origini e tutti i mali del mondo. Quando il suo nascondiglio viene colpito da una bomba e vengono rinvenuti dei documenti mezzi bruciacchiati, cominciano i guai. Deve cominciare a scappare verso territori liberati dagli Alleati e coinvolge anche la famiglia. Con altri sale su una barca, ma vengono bloccati da una pattuglia tedesca. Il risultato è che vengono tutti sterminati, tranne lei che si salva per caso. Per caso diventa quindi una combattente della guerra di liberazione, cambia nome in Ellis de Vries e cinque mesi dopo la troviamo nel ruolo di corriere. L’ex cantante adesso ha gioco facile nell’abbindolare l’alto ufficiale delle SD Müntze, un collezionista fanatico per i francobolli e naturalmente con un grosso debito di sangue verso la popolazione civile. Le offre un lavoro nel quartier generale dei nazisti, cominciando a farseli amici. Novella Mata Hari, inizia la sua attività di spia. Il gioco si fa sempre più duro e pericoloso. Molte vite sono in gioco, e tanti sono anche i caduti. La letale agente segreto finisce in un episodio che la fa accusare di tradimento sia dalla Resistenza che dai nazisti, e deve darsi alla fuga insieme a Müntze, che nel frattempo è passato dall’altra parte. I due si nascondono, la guerra finisce ma le sventure non sono ancora finite. Se vuole andare avanti come libera cittadina deve scoprire il vero traditore, quello che aveva fatto provocare un massacro tra i combattenti della lotta partigiana.

 

 

Per Verhoeven questo film è un po’ il ritornare sul passato dell’Olanda, sua patria d’origine prima del passaggio agli States. Come nei primi "Fiore di carne" e "Kitty Tippel", dove Gerard Soeteman firmava insieme anche la sceneggiatura di entrambi come adesso, mischia il melodramma con giochi di potente sensualità. Il film unisce Storia e avventura con grande ritmo narrativo, addirittura saturo di eventi per tenere desta l’attenzione, tanto che il risultato è uno di quei film che vorresti non finissero mai, spendendo le sue carte vincenti sulla dualità sesso e violenza, che al cinema funziona sempre. C’è anche spazio per l’ironia e per i sentimenti. E poi sotto sotto c’è la storia d’amore, che è quella che fa andare avanti le vite, tra speranza e disperazione. Si nota il grande impegno produttivo e di ricostruzione degli ambienti, in un turbinio di spie, tradimenti, paure e voglia di portare a casa la pelle, ricordando comunque che qualsiasi guerra porta via la precedente innocenza. Vedere il film in edizione originale in questo caso ha un senso maggiore del solito, visto che in originale si parla inglese, tedesco e olandese. Carice van Houten è una grande attrice, capace di tanti registri di recitazione, qui assolutamente determinata ad andare fino in fondo nel ruolo assegnatole dalla Resistenza, convinta totalmente che il fine giustifica le sue azioni, che normalmente mai avrebbe pensato di compiere.

Maurizio Ferrari

Fino al 8 gennaio 2007 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

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