ACCIDENTI CHE OSPITALITÀ!

Regia di: John G. Blystone & Buster Keaton
Attori: Buster Keaton, Natalie Talmadge, Joe Roberts, Leonard Chapman, Joe Keaton e Ralph Bushman
Titolo originale: Our Hospitality
Titolo alternativo: La legge dell’ospitalità
Origine: USA 1924
Durata: 67’
Produzione: Metro Picture

La colonna sonora dei film (BO, Bande Original, come la chiamano i francesi o Soundtrack secondo gli americani) accompagna il cinema da più di 100 anni ormai. Anche senza il sonoro la musica aleggiava per la sala oscura suonata spesso da un pianista improvvisato. Già, perché capitava che il musicista inventasse al momento, seguendo le immagini, arrivando magari leggermente in ritardo nel rimarcare la drammatizzazione, ma comunque salvando la sala dal silenzio angosciante. A volte lo spettatore preferiva gustare il film senza essere disturbato o travisato dall’accompagnamento sonoro. Forse è da allora e non nel vecchio West che è nato il detto "(non) sparate sul pianista".

Il 23 gennaio del 1927 esce nelle sale Il cantante di jazz di Alan Crosland con Myrna Loy e Al Jolson, la prima pellicola sonora ufficiale. In realtà, sei mesi prima a New York avevano presentato Don Juan di Alan Crosland con John Barrymore come primo film sonorizzato. Aveva solo il commento musicale, quindi senza parole e dialoghi non poteva essere il manifesto del cinema sonoro. In Italia, per non smentire già da allora la mania di cambiare i titoli, lo fecero uscire come Don Giovanni e Lucrezia Borgia.

Da allora la musica ha continuato ad accompagnare le pellicole, accentuando le emozioni, segnando il tempo al ritmo delle canzoni, alle armonie che si trasformavano con la società, al passo coi costumi e le mode che si succedevano, ma anche ai gusti musicali che si adeguavano al nuovo millennio.

Il sonoro si è integrato al punto da personalizzare la musica per gli autori cinematografici più attenti, arrivando addirittura a caratterizzare un regista e la sua opera. Basti pensare a realizzatori del calibro di Sergio Leone, Tim Burton, Robert Altman, David Lynch, solo per citarne alcuni.

 

 

Accidenti che ospitalità di Buster Keaton appartiene alla prima categoria, quella della musica suonata in sala. Spesso mi sono chiesto se autori come lui avessero proseguito il loro lavoro di regia durante il sonoro, che tipo di musica avrebbero amato e inserito nei loro film. Di Charlie Chaplin abbiamo avuto la fortuna di scoprirlo, di Keaton no. Non conoscendo i suoi gusti personali lo faccio accompagnare dalla musica dei Sottotono, gruppo di giovani pioltellesi.

Certo, non ho scoperto niente con un’operazione di questo tipo. Cose del genere le realizzava già Andy Warhol più di 35 anni fa, facendo suonare e cantare i Velvet Underground e Nico davanti al telo dove si proiettavano i suoi film. Dunque l’unica speranza è che l’ospitalità del titolo sia soddisfacente per i nostri spettatori.

Marcello Moriondo

 

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