AI CONFINI DEL PARADISO
Presentato in concorso e premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Cannes 2007

Regia di: Fatih Akin
Attori: Tuncel Kurtiz (Ali Aksu), Baki Davrak (Nejat Aksu), Nurgül Yesilçay (Ayten Öztürk), Hanna Schygulla (Susanne Straub), Patrycia Ziolkowka (Lotte Straub) e Nursel Kặse (Yeter Öztürk)
Sceneggiatura: Fatih Akin
Fotografia: Rainer Klausmann
Montaggio: Andrew Bird
Musica: Shantel
Scenografia: Tamo Kunz e Sirma Bradley
Costumi: Katrin Aschendorf
Produttori: Andreas Thiel, Klaus Maeck e Fatih Akin
Coproduttori: Erhan Özoğul, Funda Ödemiş e Ali Akdeniz
Produttori associati: Alberto Fanni, Flaminio Zadra e Paolo Colombo
Direttore di produzione: Christian Springer
Titolo originale: Yasamin kiyisinda / Auf der anderen seite
Titolo internazionale: The Edge of Heaven
Origine: Germania e Turchia 2007
Distributore: Bim
Link: www.the-match-factory.com www.bimfilm.com www.corazon-int.de www.pyramidefilms.com www.yasaminkiyisinda.com
Durata: 122’
Produzione: Corazon International (Germania) e Anka Film (Turchia) in associazione con Ndr (Germania) e Dorje Film (Italia) con il sostegno di Ffa, Bkm, Filmförderung Hamburg, Filmstiftung Nrw, Normedia e Kulturelle Filmförderung Schleswing-Holstein
Programmato dal 9 novembre 2007

Una non può neanche esercitare liberamente la professione di prostituta che subito ti fanno cambiare idea, se sei turca ed eserciti in Germania e un paio di tizi turchi passando davanti alla tua vetrina scoprono che sei turca. E' quello che capita a Yeter, in fondo una brava e semplice madre costretta dalle circostanze della vita a vendersi, e poi destinando quasi tutto il ricavato in Turchia, per mantenere la figlia Ayten agli studi. Capita quindi a fagiolo la proposta del vecchio Ali di venir pagata solo per fare sesso soltanto con lui, a casa di lui. Insomma Ali se la vuol godere, è un vedovo in pensione e spera così di dare una svolta alla sua solitudine, almeno per quello che gli resta ancora da vivere, e fuma, nonostante sia stato dimesso da poco dall'ospedale per un colpetto. Col il figlio professore Nejat e con la morte fortuita di Yeter si finisce inevitabilmente in Turchia, dove a Istanbul Nejat si mette alla ricerca della figlia di Yeter, sparita chissà dove. Ayten, la figlia di Yeter, intanto adesso si è rifugiata in Germania, momentaneamente ospitata proprio dai due tizi che le avevano maltrattato la madre. Una bella litigata e poi la perseguitata politica finisce ospite e poi tra le braccia di Lotte, figlia di Susanne, sino a quando non viene estradata e imprigionata in Turchia dopo essersi vista rifiutare la richiesta di asilo politico. Qui altri infausti fatti attendono tutti i personaggi.

 

 

Il film è stato girato in Germania (Brema e Amburgo) e in Turchia (Istanbul, la costa del Mar Nero e Trabzon) e alcuni temi sono stati ripresi dal precedente Crossing the Bridge: the Sound of Istanbul. Il pretesto iniziale, una lunga digressione tedesca, permette di arrivare al nocciolo della faccenda, un viaggio attraverso usi e costumi della Turchia odierna, le lotte contro la polizia e tra le manifestanti. Sono tutti eventi concatenati, piccoli fatterelli che ne spiegano altri che verranno, grandi sorprese inaspettate e imprevedibili. Il film rimpalla tra Germania e Turchia, parlando di asilo politico, lotte allo Stato, l’attuale situazione politica turca, il nazionalismo, lo scontrarsi contro la burocrazia, l’identità culturale, il desiderio di libertà, i processi politici, la precarietà geografica dei due Paesi, l'entrata della Turchia nell'Europa e speranze di far decadere le pressioni del Governo turco nei confronti dei sui cittadini più indomiti. Il film infila una serie enorme di fatti tragici, in una violenza del destino senza pari, un accanimento contro persone innocenti o quasi, contro le quali un accanimento peggiore non potrebbe esistere. Con squarci poetici molto intensi, l'andamento principale è segnato dai capitoletti intitolati "La morte di Yeter" e "La morte di Lotte", ma anche con una promessa di speranza, dove aleggia la fatalità di Kieslowski o di Iñarritu. Zigzaganti tragitti affettivi costituiscono il sottofondo di una coralità nei percorsi e nell'agire, magari cercando di nascondere tutta la verità, come la prostituta che manda alla ragazza i soldi per gli studi dicendo di averli guadagnati come commessa, ignorando che la figlia è una fervente attivista politica, o rinnegando il proprio passato, come Susanne, che ha avuto sicuramente un trascorso contestatario e che adesso non ammette che la figlia agisca su quelle sue stesse linee. Il film è il secondo capitolo, dopo "La sposa turca", su amore morte e Male.

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 8 gennaio 2008 e successivamente nell’archivio.

 

home mail