10000 A.C.

Regia di: Roland Emmerich
Attori: Steven Strait (D’Leh), Camilla Belle (Evolet), Cliff Curtis (Tic’tic), Joel Virgel (Nakudu), Ben Badra (signore della guerra), Mo Zainal (Ka’ren), Nathanael Baring (Baku), Mona Hammond (la vecchia madre), Marco Khan (occhio solitario), Reece Ritchie (Moha), Joel Fry (Lu’kibu) e Omar Sharif (narratore)
Sceneggiatura: Roland Emmerich e Harald Kloser
Fotografia: Ueli Steiger
Scenografo: Jean-Vincent Puzos
Montaggio: Alexander Berner
Costumisti: Odile Dicks-Mireaux e Renee April
Musica: Harald Kloser e Thomas Wander
Produttori: Michael Wimer, Roland Emmerich e Mark Gordon
Produttori esecutivi: Harald Kloser, Sarah Bradshaw, Tom Karnowski, Thomas Tull e William Fay
Titolo originale: 10,000 b. C.
Origine: USA 2008
Distributore: Warner Bros.
Link: www.warnerbros.it www.10000ac.it www.warnerbros.com www.10000bc.it www.10000bcmovie.com www.10000bcmovie.co.uk
Durata: 108’
Produzione: Warner Bros, Legendary Pictures e Centropolis
Programmato dal 14 marzo 2008

D’Leh comincia come giovane cacciatore. Un po’ gli rode che i suoi amici lo trattino male, indicandolo come il figlio di un codardo che ha abbandonato la sua tribù per evitare le responsabilità. Comunque c’è poco da scegliere, vivendo in una comunità isolata tra le montagne, piena di neve e con la sola speranza di riuscire a sopravvivere facendo fuori un mammut. Il suo cuore si riempie poi di energia quando si innamora di Evolet, bella da morire e prontamente vittima di un ratto da parte di una tribù di cacciatori di umani da ridurre in schiavitù. Comincia così un inseguimento da parte sua e dei suoi amici del villaggio verso la liberazione dei prigionieri, attraversando giungle, deserti e ogni sorta di pericolo, sorretti anche da altri guerrieri di altre comunità vessate. Ad ogni passo il gruppo si ingrandisce fino ad arrivare alla battaglia finale contro i signori di un impero potente e retto con cattiveria, impegnato nella costruzione di una piramide oltre ogni immaginazione.

 

 

Il film ha avuto come locations la Nuova Zelanda per le scene innevate, la Namibia per quelle desertiche e Città del Capo in Sud Africa per quelle dal caldo umido. La partenza del film è un po’ loffia, quando ci si aspetterebbe da subito un gran ritmo da un regista di invasioni aliene come Independende Day o cataclismi del tipo The day after tomorrow-L’alba del giorno dopo. Comunque dodicimila anni fa non c’era niente, ma non importa. La licenza poetica permette di tutto, anche alla fantasia di regista e sceneggiatori di galoppare, con il periodo dei mammut appaiati a una fiorentissima civiltà e a gentiluomini con gran senso dell’onore. In tutta libertà viene costruita una mitologia di gente che combatte e vince contro i nemici e la natura, dando la caccia ai mammut per sfamarsi e vestirsi. Insomma, viene proprio voglia di vedere fino a che punto Emmerich ha il coraggio di arrivare con tutte quelle facce pulitine, con quei cacciatori che diventano guerrieri. L’uomo solo che combatte contro la tribù nemica, per salvare la sua amata, ricorda per certi versi le atmosfere di Apocalypto di Mel Gibson. Poi alcune trovate sono notevolissime, come la battaglia contro i mammut, gli uccelloni predatori preistorici e famelici o l’incontro con la tigre dai denti a sciabola, antenata della nostra. Se non altro il film ha il pregio di durare meno di una prevedibile eternità: l’enorme piramide e tutto il suo apparato di contorno sono visivamente possenti e bastano a giustificarne la visione, ma il risultato non rende merito alla profusione economica di 75 milioni di dollari nel realizzare questo film.

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 10 luglio 2008 e successivamente nell’archivio.

 

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