LA BANDA
Presentato nella sezione "Un certain regard" e vincitore del premio Coup de coeur della giuria, Prix de la jeunesse e Premio della critica internazionale al Festival di Cannes 2007

Regia di: Eran Kolirin
Attori: Sasson Gabai (Tewfiq), Ronit Elkabetz (Dina), Saleh Bakri (Haled), Khalifa Natour (Simon), Imad Jabarin (Camal), Tarak Kopty (Iman) e François Khell (Makram)
Sceneggiatura: Eran Kolirin
Fotografia: Shai Goldman
Montaggio: Arik Lahav Leibovitz
Musiche originali: Habib Shehadeh Hanna
Produttori: Eilon Ratzkovsky, Ehud Bleiberg, Yossi Uzrad, Koby Gal-Raday e Guy Jacoel
Coproduttori: Sophie Dulac e Michael Zana
Titolo originale: Bikur Hatizmoret
Titolo francese: La Visite de la Fanfare
Titolo internazionale: The Band’s Visit
Origine: Israele e Francia 2007
Distributore: Mikado
Link: www.mikado.it www.jap.co.il www.sonypictures.com www.bleibergent.com www.sddistribution.fr
Durata: 90’
Produzione: Juli August Productions e Sophie Dulac Productions
Programmato dal 21 marzo 2008

Tutto comincia quando una piccola banda musicale della polizia egiziana arriva in Israele. Succede che erano stati convocati per suonare ad una cerimonia, ma per una serie di intoppi e di imprevisti, non ultima la burocrazia, qualche incomprensione e una buona dose di sfortuna, alla fine il gruppo arriva all’aeroporto ma non c'è nessuno pronto a riceverli. La banda non è una grande orchestra invero. Si tratta solo di sette musicisti più il direttore d'orchestra. Sono giovani e anziani, ma tutti di buona volontà. Ci provano ad arrangiarsi da soli, ed il risultato è che si ritrovano in mezzo al nulla: si tratta di una piccola cittadina, praticamente un villaggio in Israele molto spopolata e posta nell'oblio da parte di tutto il resto dell'umanità. Pescare è la cosa più importante del mondo, almeno senti il rumore del mare e dell'amo che cade nell'acqua. E pazienza se non peschi neanche un pesce. Almeno così la pensa il direttore della banda musicale. Per lui non è così importante dirigere l'orchestra, un lavoro come tanti altri, che non va a stemperare il dolore personale che si porta dentro.

 

 

Tutto il film è un invito alla comprensione tra i popoli, partendo dal dialogo che intrattengono i vari personaggi, ognuno portatore dei valori della rispettiva cultura, e anche con allusioni a quella degli altri, con un omaggio a Chet Baker. Si accenna velatamente ai piaceri dell'innamoramento tra giovani o come stare in famiglia o come allevare o figli. Ilfilm non è esasperatamente lento, ma poco ci manca, collocandosi perfettamente nella categoria dei film da festival, e risultando meno appetibile ad una visione legata ai ritmi abituali. Del resto è un'opera prima e in qualche modo il regista sembra essere meritevole di fiducia narrativa per il futuro.

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 10 luglio 2008 e successivamente nell’archivio.

 

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