INTRIGO A BERLINO Regia di: Steven Soderbergh Siamo all’indomani della Seconda Guerra Mondiale. A Postdam si incontrano Churchill, Stalin e Truman per sistemare il destino dell’Europa e a Berlino si sta sbaraccando, coi russi, gli americani e i tedeschi che stanno giocando all’arraffa arraffa del dopoguerra. I russi stanno smontando intere fabbriche per la ricostruzione dell’Unione Sovietica e gli americani stanno offrendo alle migliori menti tedesche una villa con giardino e un futuro tranquillo nei sobborghi di qualche anonimo e ridente paesello degli States. In questo clima arriva l’ormai cinico Jake Geismer, giornalista di fama dell’Associated Press che poteva scegliere anche Londra, ma aveva preferito Berlino perché conosceva il posto e qui aveva avuto un’amante, Lena. Non sa che è finito in una trappola, dove lui deve cercare di districarsi tra mille pericoli e inganni, col marito dell’amante che era uno scienziato militare e che adesso tutti lo cercano e nessuno riesce a trovarlo, anche perché la moglie sostiene di essere ormai una povera vedova, una sopravvissuta senza futuro. All’intrigo partecipano un po’ tutti, da quel pasticcione del suo autista ai vertici militari di tutti i fronti coinvolti. |
La pellicola è molto ricercata e raffinata, con la fotografia in bianco e nero stile anni quaranta diretta dal regista sotto lo pseudonimo di Peter Andrews, di grande effetto, ottenuto anche grazie a specchi e lenti speciali, che conferiscono la tipica atmosfera noir dei grandi classici, tipo Casablanca, ampiamente citato, e inserti di materiale d’epoca (compreso l’incontro dei tre grandi, a colori nell’originale e poi riconvertito in bianco e nero). Sull’altare della supremazia militare gli americani sono qui disposti a immolare la democrazia, la politica e la morale, indifferenti ai crimini nazisti. Il film appare talvolta ambizioso, accademico e sterile, alternandosi ad altri momenti di grande effetto ed emozione, dovuto molto alla recitazione in stile teatrale di Clooney e dei comprimari. L’intrigo si fonde con l’intricato e il sospetto generalizzato finiscono in una fotografia sfavillante e cinefila ma poco passionale ed evocativa. Maurizio Ferrari Fino al 12 luglio 2007 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio. |
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