MEDUSE
Presentato nella sezione "Settimana della critica" e vincitore del premio Sacd e del premio dei giovani critici al Festival di Cannes 2007

Regia di: Etgar Keret e Shira Geffen
Attori: Sarah Adler (Batya), Nikol Leidman (la bambina in costume), Gera Sandler (Michael), Noa Knoller (Keren), Ma-nenita de Latorre (Joy), Ilanit Ben Yaakov (Galia), Zaharira Charifai, Bruria Albeck, Assi Dayan e Miri Fabian
Sceneggiatura: Shira Geffen
Fotografia: Antoine Heberle
Montaggio: Sacha Franklin e Francois Gedigier
Scenografia: Avi Fahima
Musica: Christopher Bowen
Produttori: Amir Harel, Ayelet Kait, Yael Fogiel e Laetitia Gonzalez
Titolo originale: Meduzot
Titolo internazionale: Jellifish
Origine: Israele e Francia 2007
Distributore: Sacher
Link: www.pyramidefilms.com www.sacherfilm.com www.lamafilms.com www.filmsdupoisson.com
Durata: 78’
Produzione: Lama Productions e Les Films du Poisson
Programmato dal 16 novembre 2007

Sentire il rumore delle onde può riportare quella pace interiore che a volte manca. E’ appunto in riva alla spiaggia di Tel-Aviv che si trova Batya, cameriera giovane e dal futuro incerto, abbandonata dal fidanzato e che vive in affitto in una casa fatiscente. Non va meglio al padre divorziato e amorosamente accudito da una molto più giovane di lui ma dal passato che si intuisce già tragico. O alla bambina uscita dal mare, misteriosa creatura che non parla. O a quello che le muore l’anziana madre proprio nel giorno che le aveva trovato la badante filippina Joy, con figlio di cinque anni lasciato in patria, e poi ancora a badare a un'altra anziana perché la figlia Galia non trova mai il tempo per riempirle la solitudine. E nemmeno alla coppia appena sposata: Keren si è rotta una gamba durante il ricevimento di matrimonio e la vacanza ai Caraibi diventa una settimana parcheggiati in una stanza d’albergo, dove lei sente puzza di fogna o non vede il mare dalla finestra o insomma c’è sempre qualcosa che non va e il marito Michael si ritrova la pazienza messa a dura prova. Tutte le storie si intrecciano e pazienza se alla cameriera le piove in testa mentre è in salotto o la bambina si è persa o sulla spiaggia ci sono solo meduse o bisognini dei cani, perché tutti i personaggi hanno una loro vitalità che li fa andare avanti, nonostante le avversità.

 

 

Dal bailamme generale salta fuori un film molto poetico, fatto anche di ricordi e di momenti sospesi, di sguardi e di ricerca dell’altro, in un bisogno di confermarsi nei sentimenti di chi ti sta di fronte. Il film si lascia piacevolmente guardare, dotato di una leggerezza della narrazione che è il suo punto di forza. La coppia che dirige è al suo debutto cinematografico dopo un passato nella televisione, e ci mette anche una vena satirica e surreale nel tratteggiare lacrime e frustrazioni, a cominciare dall'incipit sonoro della versione ebrea de La Vie En Rose di Edit Piaf, annuncio sarcastico di come sarà il film. Su tutti spiccano le vicende di Sarah Adler, nel ruolo della taciturna Batya, verso la quale si può provare un sentimento di partecipato compatimento. Il film viene presentato in edizione originale ebrea sottotitolata dalla Sacher di Nanni Moretti

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 8 gennaio 2008 e successivamente nell'archivio.

 

home mail