-

----

IO NO

Regia di: RICKY TOGNAZZI e SIMONA IZZO
Attori: GIANMARCO TOGNAZZI, INES SASTRE, MYRIAM CATANIA e FRANCESCO VENDITTI
Origine: Italia 2003
Distributore: 20TH CENTURY FOX
Link: www.20thfox.it www.iono.it
Durata: 96’
Programmato dal 31 ottobre 2003, in DVD per 20th Century Fox Home Entertainment

"Io no", il film diretto a quattro mani da Simona Izzo e Ricky Tognazzi è sicuramente una sorpresa. Almeno per due motivi: per la composizione del cast e per il forte argomento trattato. La lavorazione ha riunito quasi un’intera famiglia. Oltre al fatto che i due registi sono marito e moglie, gli attori principali sono Gianmarco Tognazzi, fratello di Ricky, Francesco Venditti, figlio di Simona e Myriam Catania, figlio della sorella gemella di Simona, Rossella. La trama della pellicola parte come una commedia ma si trasforma ben presto in dramma, spiazzando lo spettatore, che normalmente trova divertenti i vari intrecci amorosi e gli scambi di partner sullo schermo.

----

----

Intervista a Ricky Tognazzi

Solo Ricky Tognazzi poteva rispondere alle domande che sorgono spontanee.

Il vostro film esce dai canoni attuali del cinema italiano, punta molto sulla drammaticità, sui forti sentimenti, perché?

È perché ho notato che spesso la gente tende a mascherare i propri sentimenti, con una sorta di pudore, come se esternarli fosse una vergogna. Io penso che al contrario è giusto sviscerare le proprie emozioni, che del resto fanno parte della natura umana. È questo pudore dei sentimenti che crea la difficoltà di esprimersi in modo emotivo. Prendi a esempio i due fratelli del film. Il loro rapporto arriva a dei livelli estremi perché non riescono trasmettersi l’un l’altro quello che provano, e il sentimento che fa loro più paura è il pentimento.

E questa lunga elaborazione del lutto?

Nel libro, volendo, era ancora più lunga. È qualcosa che giace dentro di noi. Nel film, Francesco parte, s’allontana, nella speranza di dimenticare, ma non serve a nulla. La lontananza è relativa, non puoi sfuggire a quello che ti rode dentro. Io l’ho imparato sulla mia pelle, quando mi è mancato mio padre.

È mancato anche a noi.

Lo so, ti ringrazio. Lo capisco dovunque vada, sono sempre circondato dal suo ricordo che rivive nell’affetto della gente. Ogni volta qualcuno mi racconta qualche aneddoto su di lui e io scopro sempre qualcosa di nuovo della sua personalità.

Come pensi la prenderà il pubblico?

Il pubblico mi preoccupa meno, perché so che la gente è molto sensibile e si immedesima facilmente ai personaggi, quindi, anche se non posso fare previsioni, dato che è un’eterna scommessa, spero possa amare questi personaggi. Quello che più mi preoccupa è il giudizio della critica, che non è molto incline a digerire storie di questo tipo. Forse esiste ancora in buona parte della gente un blocco all’idea di trivellare all’interno di sé stessi per poi far uscire in modo sicuramente liberatorio quello che nascondiamo dentro.

Forse non sono abituati a vederlo al cinema.

Il pubblico sta al gioco. Sa che questo è solo cinema e che il cinema non morirà mai proprio perché regala loro storie sempre diverse dove possono vedersi vivere.

A un certo punto viene posato un cappello sul sedere nudo di Myriam Catania che dorme bocconi. È forse una citazione da "Il disprezzo" di Godard?

Onestamente non ci avevo pensato. Sono contento che l’hai notato. Ora che me lo dici, credo di averlo fatto inconsapevolmente. Noi immagazziniamo innumerevoli immagini e inevitabilmente queste prima o poi escono fuori. Noi siamo quello che vediamo. Il legame è talmente forte che è impossibile capire il confine tra la buona fede, la citazione e il plagio. Viviamo in un’epoca in cui è stato detto e scritto tutto, quindi le cose si ripetono e, in campo musicale e cinematografico, ci si auto-cita continuamente. La scena in questione, quella con Brigitte Bardot, è così famosa che non può non rimanerti dentro. Quindi, prima o poi , esce.

Come sono andate le scene d’amore, visto che Francesco Venditti e Myriam Catania sono cugini?

Devo dire che i più imbarazzati eravamo io e Simona, anche se sapevamo che era solo finzione. I ragazzi sono stati splendidi. Pur seminudi, hanno sdrammatizzato tutto e affrontato la cosa ironicamente.

Vuoi parlarmi delle musiche, e perché Pupo?

"Gelato al cioccolato" di Pupo era nel libro in contrapposizione al personaggio di Francesco. L’abbiamo trovato divertente e lo abbiamo lasciato.

Anche il fatto che Francesco suonasse i Pink Floyd al Conservatorio era nel libro?

No, quello l’ho aggiunto io. Francesco nel film cresce con quelle canzoni, col vinile di suo fratello. Per il resto, le musiche sono di Andrea Guerra, che aveva già composto la bellissima partitura per "Le prime luci dell’alba" di Lucio Gaudino. Poi c’è "Un’estate al mare di Giuni Russo, che parla da sola e ci ho aggiunto pure Janis Joplin che, come dice il titolo del pezzo "Piece of my heart", è davvero un pezzo del mio cuore.

Marcello Moriondo

----

home mail

-

-