LE TRE SEPOLTURE

Presentato nella sezione concorso e vincitore per la miglior sceneggiatura e miglior attore (a Tommy Lee Jones) al Festival di Cannes 2005

Regia di: Tommy Lee Jones
Attori: Pete Perkins: Tommy Lee Jones, Mike Norton: Barry Pepper, Melquiades Estrada: Julio Cesar Cedillo, Belmont: Dwight Yoakam, Lou Ann Norton: January Jones, Rachel: Melissa Leo, vecchio cieco: Levon Helm, capitano Gomez: Mel Rodriguez, Rosa: Cecilia Suarez, Lucio: Ignacio Guadalupe, Mariana: Vanessa Bauche, Manuel: Irineo Alvarez e Juan: Guillermo Arriaga
Sceneggiatura: Guillermo Arriaga
Fotografia: Chris Menges
Montaggio: Roberto Silvi
Scenografia: Meredith Boswell
Costumi: Kathleen Kiatta
Musica: Marco Beltrami
Produttori: Michael Fitzgerald, Luc Besson, Pierre-Ange Le Pogam e Tommy Lee Jones
Titolo originale: The Three Burials Of Melquiades Estrada / Los Tres Entierros De Melquiades Estrada
Titolo francese: Trois enterrements
Origine: USA e Francia 2005
Distributore: 01 Distribution
Link: www.01distribution.it www.europacorp.com www.sonyclassics.com/threeburials
Durata: 115’
Produzione: Europacorp e Javelina Film Company
Programmato dal 10 febbraio 2006

Quasi a Pete viene da vomitare quando vede com’è ridotto il corpo di Melquides. Hanno trovato ucciso Melquiades Estrada, cowboy messicano irregolare. Pete è un texano segnato dal tempo e dal sole, caposquadra di un ranch e vaccaro bilingue che aveva assunto quel messicano per governare le vacche e che dopo un po’ si era trovato legato da sincera amicizia con il defunto. Gli aveva promesso in una delle tante chiaccherate che se fosse morto negli States gli avrebbe riportato il corpo in Messico. Ormai i due erano diventati amici e quello aveva chiesto di essere sepolto a casa sua, dove lascia moglie e tre figli. È una terra di confine desertificata, terra bruciata e di sterpaglie, zona di confine tra il West Texas e il Northern Chihuahua dove i clandestini messicani cercano di passare il confine ma non hanno diritto né alla giustizia, né ad una sepoltura. Da quelle parti c’è tanto sole che favorisce un sesso diffuso, col giovane poliziotto Mike che è piuttosto sull’arrapato, con la moglie che indifferente subisce, e con un altro poliziotto che mette le mani sotto le gonne della cameriera del bar, talvolta sua amante. È una piccola comunità, dove tutti si conoscono. In realtà la polizia di confine ha fatto il callo all’invasione messicana e non si preoccupa minimamente di cercare il colpevole. Poco importa di chi fu Estrada, messicano illegale. Il colpevole è Mike, guardia di frontiera, omicida per sbaglio di quella che sembrava una legittima difesa e invece l’ha fatto fuori a secco. Pete vuole giustizia e vendetta, quindi fa operare a Mike il disseppellimento del povero Melquiades per una nuova sepoltura oltrefrontiera. Pete, con Mike il prigioniero rapito e ammanettato da Pete, e il corpo del defunto: i tre partono per la nuova sepoltura. Pete è un po’ pazzo, col corpo in disfacimento che trascina sotto il sole da giorni. Poi incontrano un vecchio cieco che vive isolato e che vuole essere ucciso, visto che il figlio col cancro non tornerà più. La border patrol comincia a cercarli. Mike è stato morso da un serpente e ormai è quasi morto, fortunatamente salvato da quelli che inseguiva, i messicani. Finalmente Pete e Mike arrivano in zona, però non corrispondo il luogo che Melquiades aveva descritto, né il nome di lui presso l’abitazione di quella che dovrebbe essere sua moglie, che però non lo conosce. Infine Pete individua la descrizione del posto, o per lo meno gli sembra, visto che è solo il rimasuglio di una catapecchia in mezzo alle montagne. Nel terzo interramento Pete fa chiedere perdono a Mike per quello che è stato uno sbaglio. Forse Melquiades non aveva nessuna famiglia e sperava solo di averla o forse voleva semplicemente essere sepolto nella sua terra, ma ormai è troppo tardi per chiederglielo.

 

 

E’ una storia di risarcimento verso il morto, un tributo postumo di amicizia. Il film vive di incessanti contrapposizioni, buoni e cattivi Texas e Messico, americani e messicani. Questa è una grande e positiva irruzione di Tommy Lee Jones come regista, impegnato nel descrivere una storia realistica e metaforica di amicizia transnazionale per onorare un ineluttabile codice d’onore di lealtà e dignità. Tommy Lee Jones non accentra l’attenzione ma la distribuisce ad uso della narrazione su tutti, come quella superba di Levon Helm nel ruolo del vecchio cieco. Tommy Lee Jones è l’attore conosciuto per blockbuster come Men in Black e Il fuggitivo, qui all’esordio come regista di lungometraggi con un western moderno di brutalità e connivenza, di ingiustizie storiche e redenzione. Il film è stato premiato al Festival di Cannes 2005 per il miglior attore (Tommy Lee Jones) e per la miglior sceneggiatura a Guillermo Arriaga, messicano già autore degli script di 21 grammi e Amores perros.

Maurizio Ferrari

Fino al 6 luglio 2006 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell'archivio.

 

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