DONNE SENZA UOMINI
Leone d'argento per la miglior regia alla Mostra di Venezia 2009

Regia di: Shirin Neshat
Attori: Pegah Feridoni, Arita Shahrzad, Shabnam Toloui, Orsi Tóth, Navíd Akhavan, Mina Azarian, Bijan Daneshmand, Rahi Daneshmand, Salma Daneshmand, Tahmoures Tehrani e Essa Zahir
Sceneggiatura: Shoja Azari
Musiche: Ryûichi Sakamoto
Titolo originale: Zanan-e Bedun-e Mardan
Origine: Germania, Austria e Francia 2009
Distributore: Bim
Link:
www.bimfilm.com
Durata: 95’
Programmato dal 12 marzo 2010

Teheran, 1953. Grazie all'intervento violento della CIA (con il zampino della Gran Bretagna, sempre al fianco degli Usa, quando si tratta degli interessi petroliferi/mediorientali), lo Scià viene consacrato monarca e il primo presidente eletto democraticamente, Mohammad Mossadegh, viene deposto. È un'estate calda, nel senso che gli animi si infiammano e nel Paese è un susseguirsi di tumulti. Quattro donne si ritrovano in un giardino, lontano dai disordini cittadini, dove possono confrontarsi (anche se, essendo di classi sociali diverse, apparentemente non hanno nulla in comune) al fine di realizzare, esternandole, le loro inclinazioni. Si liberano così, grazie alla nuova amicizia, delle inibizioni che fino ad allora hanno recluso la loro indipendenza (relegandole a ruoli precostituiti), proiettandole così verso un destino che solo la loro scelta ha la forza di cambiare. Della serie: ciò che è scritto si può modificare, se si riesce a liberare il tuo spirito interiore.

 

 

Il film è l'adattamento del romanzo omonimo, scritto dalla dissidente iraniana Shahrnush Parsipur, edito in Italia da Tranchida. È una storia intrisa (come afferma la regista) di simbolismi e metafore. I quattro personaggi femminili sono la rappresentazione di una frustrazione che comunque non può rimanere tale, anche se questa liberazione può portare alle estreme conseguenze. Del resto la scrittrice sa cosa significa lottare per la propria indipendenza. Dopo aver passato alcuni anni in carcere, è stata costretta a separarsi dal proprio figlio per poi rifugiarsi nel nord della California, in esilio. Esilio è appunto il nome del giardino in cui le donne si incontrano.

Donne senza uomini è stato presentato alla Mostra di Venezia mentre avevamo ancora negli occhi le recenti immagini televisive delle manifestazioni pacifiche dell'Onda Verde represse col sangue lungo le strade di Teheran, senza dimenticare il dilaniato corpo della loro martire, la giovane Neda.

Shirin Neshat, qui al suo primo lungometraggio, oltre che dirigere film, crea arti visive, sia in video che su corpi umani.

Marcello Moriondo

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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