IL DISCORSO DEL RE Regia di: Tom Hooper All'alba della Seconda Guerra Mondiale non è bello presentarsi ai sudditi balbettando il dovere alla difesa del suolo britannico contro Hitler. Quindi sono guai per il re Giorgio VI, padre dell'attuale regina Elisabetta II. Non può dichiarare la guerra, formare governi o esigere tasse, ma è il rappresentante del popolo e deve esserlo con voce chiara e decisa, senza incespicare ogni tre parole o due. Soprattutto davanti al microfono della radio nazionale. Aveva sperato di evitare gli impegni reali, considerando che l'erede al trono era il fratello Edoardo VIII. Ma quello invece preferì abdicare per inseguire tale divorziata Wallis Simpson, una borghese di dubbi costumi. Fatto il re bisogna anche dargli una bella voce che non ha. Si affida poco convinto a Lionel Logue, un logopedista australiano dai metodi bizzarri, al quale deve riconoscere gli onori: il maestro pretende di essere alla pari ma il re (Bertie per gli amici) no, non può e non vuole ammettere che quella terapia contro la balbuzie preveda un'intesa di fiducia amicale per avere successo. Che puntualmente arriva. |
Il grandangolare accentua l'imbarazzo della balbuzie, più pronunciata quando si tratta degli obblighi derivanti dai reali doveri. Tutto si gioca sui duelli verbali, sullo scontroso alunno e sull'insistente insegnante, che con pazienza sciogli i nodi della gola grazie alla democrazia del comportamento e del dialogo. E' un film dapprima poco coinvolgente ma che prosegue in un crescendo travolgente e trascinante, anche grazie ad una scrittura brillante e spiritosa. Affascinante anche la storia della crescente amicizia tra i due, rafforzata ad ogni superamento dei tormenti lessicali e dei freni psicologici. Maurizio Ferrari Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 6 luglio 2011 e successivamente nell’archivio. |
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