TIDELAND - IL MONDO CAPOVOLTO
Presentato al Toronto International Film Festival 2005, San Sebastián International Film Festival e Festival dei Due Mondi di Spoleto 2007

Regia di: Terry Gilliam
Attori: Jeff Bridges (Noah), Jodelle Ferland (Jeliza-Rose), Brendan Fletcher (Dickens), Janet McTeer (Dell), Jennifer Tilly (Regina Gunhilda), Dylan Taylor (Patrick), Wendy Anderson (una donna) e Sally Crooks (madre di Dell)
Soggetto e sceneggiatura: Toni Grisoni e Terry Gilliam dal romanzo Tideland di Mitch Cullin (Fazi editore)
Fotografia: Nicola Pecorini
Montaggio: Leslie Walker
Scenografia: Jasna Stefanovic
Costumi: Mario Davignon e White Delphine
Musiche: Mychael Danna e Jeff Danna
Titolo originale: Tideland
Origine: Gran Bretagna e Canada 2005
Distributore: Officine Ubu
Link: www.officineubu.com www.tidelandthemovie.com www.officineubu.com/tide
Durata: 120’
Produzione: Jeremy Thomas - Recorded Picture Company e Gabriella Martinelli - Capri Films
Programmato dal 31 ottobre 2007

La famiglia è completamente sfasciata: il padre Noah, ex musicista rock’n roll di Los Angeles, è un drogato perso e si fa preparare la spada dalla figlia Jeliza-Rose (una creatura quasi innocente di dieci anni ma che ormai del mondo dei tossicodipendenti le ha viste tutte), che dopo avergli levato la siringa dal braccio, massaggia le gambe a quella cicciona cioccolatodipendente della madre, che di lì a poco creperà di overdose per aver sostituito la presina col metadone. I due sopravvissuti buttano giù il dito e si mettono in viaggio, via dalla città e verso la landa degli avi. Jeliza-Rose finisce nella casa della nonna, una casetta decrepita in mezzo alla prateria: la ragazzina fa quello che può per passare il tempo, inventandosi tutto un mondo di fantasia comprensivo di scoiattoli parlanti, fantasmi del giorno e della notte, dialoghi in falsetto con le teste di due bambole, parrucche, belletti e rossetti. Neanche a dirlo, il padre finisce male dopo aver preso l’ennesima vacanza, come la chiamava lui. La ragazzetta comincia quindi a sopperire alla solitudine con l’immaginazione galoppante.

 

 

Gilliam conferma il suo universo visionario, aggiungendoci un semiepilettico mezzo scemo e mezzo dinamitardo e la sorella di questi, una signora con un occhio solo, la misteriosa Dell che indossa perennemente un velo nero da apicoltore. Piuttosto è la sovrabbondanza di elementi, gli ampi movimenti di macchina e la fantasia galoppante, a rendere il film non appetibile per tutti, passando da Alice nel paese delle meraviglie ad Alice nel mondo degli orrori e delle tenebre, in un macabro frastuono surreale e anarcoide. Del film si possono apprezzare più le intenzioni fiabesche che i risultati spaventevoli, con l’immaginazione al potere ma di ostica fascinazione, inquietante quanto basta per non essere gradito a tutti. Non che la sgradevolezza sia un demerito, ma l’essere sconclusionato porta alla incompiutezza dell’opera. Gilliam è il regista inglese noto per aver impreziosito le fila dei Monty Python e aver diretto Brazil, che l’autore paragona a questo film per essere entrambi una reazione catartica rispetto al mondo e al modo in cui i film, soprattutto americani, descrivono la società. Tutto ha inizio dal libro bizzarro che Mitch Cullin inviò un giorno al regista di Paura e delirio a Las Vegas nella speranza di avere un segno di apprezzamento da mettere in quarta di copertina o come prefazione, e invece segnò una lunga amicizia e collaborazione. Al momento di realizzare il film ci fu una sospensione dovuta alle riprese di I fratelli Grimm e l’incantevole strega. Nella parte del padre c’è Jeff Bridges, identificabile come il grande Lebowski, del quale perpetua l’atteggiamento ribelle, e nelle vesti della protagonista di trova una strepitosa Jodelle Ferland, star della televisione canadese.

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

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