SONETAULA

Regia di: Salvatore Mereu
Attori: Francesco Falchetto, Manuela Martelli, Antonio Crisponi, Serafino Spiaggia, Giuseppe "Peppeddu" Cuccu, Lazar Ristosky e Giselda Volodi
Soggetto: dall’omonimo romanzo di Giuseppe Fiori (Giulio Einaudi ed.)
Sceneggiatura: Salvatore Mereu
Fotografia: Vladan Radovic, Vittorio Omodei Zorini, Massimo Foletti e Ivan Casalgrandi
Montaggio: Paola Freddi
Musica: Enzo Favata e Concordu - Coro di Castelsardo
Scenografia: Anna Maria Sciveres
Suono: Stefano Campus e Valentino Giannì
Produzione esecutiva: La Fabbrichetta
Origine: Italia e Belgio 2008
Distributore: Lucky Red
Link: www.luckyred.it www.celluloid-dreams.com
Durata: 157’
Produzione: Lucky Red, in collaborazione con Rai Fiction, Salvatore Mereu e Elisabetta Soddu per Viacolvento, in coproduzione con Haut et Court (Francia) e Artemis (Belgio), con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Eurimages, Regione autonoma della Sardegna e Istituto Superiore Etnografico
Programmato dal 7 marzo2008

A Orgiadas in Sardegna nel 1938 vive Zuanne, che ha tredici anni e fa il pastore come suo nonno e suo padre e suo zio e suo padre, adesso finito al confino ad Ustica per i prossimi due anni e mezzo, accusato di un omicidio commesso da qualcun altro. Basta un atto di ripicca e si ritrova denunciato, coi carabinieri che lo vanno a cercare e quello che diventa un bandito senza volerlo, braccato, sempre nascosto e sul chi vive, ma adesso più grande e con un mitra in spalla, rimasuglio della Guerra ormai passata, quando i soldati allo sbando barattavano le armi per un agnello o una forma di formaggio. La vita da braccato non è meno dura di quella del pastore, e dal cambio non ha guadagnato molto, segnando per sempre il futuro con una taglia sulla testa.

157 minuti che sembrano una vita per il ritmo lento del film, descrivono tutto il rammarico per l’impossibilità di una vita diversa e meno travagliata. La Sardegna immobile negli anni caldi del banditismo, a cavallo della Seconda guerra mondiale, solo lo sfondo di un racconto di formazione dello stesso autore di saggi e biografie come Vita di Antonio Gramsci, Vita di Enrico Berlinguer e Vita e morte di Michele Schirru, tra gli altri. Il ragazzo lo avevano soprannominato Sonetàula perché ogni colpo che prendeva suonava sonu’ e tàula, rumore di legna come se provenisse da una bara, per amici e parenti Zuanne: sarebbe Giovanni, ma nessuno qui parla italiano ma soltanto dialetto stretto, molto musicale e presentato con sottotitoli al cinema e doppiato in italiano per il passaggio televisivo. In queste terre ingrate, tra panorami mozzafiato e gente mozzaorecchie, viene evitato il paesaggio da cartolina e la poetica del vivere in mezzo alla natura bucolica per descrivere piuttosto la fatica del vivere con poco, dove c’è da scegliere solo tra la pastorizia e la miniera. Tra tutti sanno l’italiano e far di conto e come trarre abbastanza dal poco che c’è intorno. E’ un film duro e che non fa sconti a nessuno, sia in termini di tempo con i suoi 150’ ed oltre, sia in termini di una descrizione di una gioventù rubata troppo presto all’innocenza per passare ad imparare a vivere e a lavorare.

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 10 luglio 2008 e successivamente nell’archivio.

 

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