GIU’ AL NORD

Regia di: Dany Boon
Attori: Kad Merad, Dany Boon, Zoe Felix, Philippe Duquesne, Guy Lecluyse, Philippe Marivin, Line Renaud e Michel Galabru
Sceneggiatura: Dany Boon, Franck Magnier e Alexandre Charlot
Fotografia: Pierre Aim
Montaggio: Luc Barnier e Julie Delord
Collaborazione artistica: Yael Boon
Produttori: Claude Berri e Jerome Seydoux
Titolo originale: Bienvenue chez les ch’tis
Titolo internazionale: Welcome To The Sticks
Origine: Francia 2008
Distributore: Medusa
Link: www.medusa.it www.pathe.com
Durata: 106’
Produzione: Pathe Renn Prods, Hirsch, YFI Films Prod e Les Productions du Chicon
Programmato dal 31 ottobre 2008

Philippe Abrams è un alto funzionario delle Poste, lavora a Salon-de-Provence nel sud della Francia in un tranquillo ufficio postale ma, per punizione per aver cercato di salire in graduatoria con l’inganno, viene trasferito dal caldo della costa azzurra per almeno due anni di servizio al freddo polare del nord, nell’ingrata cittadina di Bergues, a detta di tutti un posto malefico del Nord-Pas de Calais, come tutta la regione solcata da venti pungenti e abitata da sub-umani incapaci di godere non si dice della vita, ma almeno delle gioie del palato, dediti all’alcolismo per dimenticare il pulviscolo delle miniere di carbone e sfaccendati di natura più che per la disoccupazione diffusa, incapaci di farsi intendere dal resto della nazione per via dello Ch’ti, un dialetto che vale come linguaggio poco comprensibile e intercalato da grugniti che per i locali costituiscono frasi in forma abbreviata. Forte di tutti questi preconcetti, luoghi comuni e pregiudizi, Philippe parte da disperato, ma col passare del tempo scopre tutt’altra tempra tra i cittadini del luogo, ben rappresentati anche dai suoi quattro sottoposti, impiegati sulle prime poco inquadrabili ma poi decisamente affabili.

 

 

Il film al box office francese ha staccato l’enormità di 21 milioni di biglietti, ma a differenza della comicità gestuale, ogni nazione ha la sua comicità verbale intraducibile e come tale non facilmente esportabile e quindi certamente anche su questi schermi si ride molto, qui mettendo qualcuno nei guai per vedere come se la cava, ma meno di quanto sembrerebbe promettere a prima vista il film. Tra giochi di parole e incomprensioni a raffica, si descrive una umanità uguale a tutto il resto del mondo, aggiungendo con commozione una sana lezione sulla tolleranza. Il regista si ritaglia il personaggio di Antoine, un impiegato maltrattato dalla madre, abbandonato dalla fidanzata e incapace di dire no ad un goccetto di vino per ogni lettera che consegna, per poi rivelarsi una pasta d’uomo con doti inaspettate.

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 6 gennaio 2009 e successivamente nell’archivio.

 

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