FORTAPASC

Regia di: Marco Risi
Attori: Libero de Rienzo, Valentina Lodovini, Michele Riondino, Massimiliano Gallo, Ernesto Mahieux, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra, Gianfranco Gallo, Antonio Buonomo, Duccio Camerini, Marcello Mazzarella, Daniele Pecci, Ennio Fantastichini, Renato Carpentieri e Gianfelice Imparato
Sceneggiatura: Marco Risi, Andrea Purgatori e James H. Carrington
Fotografia: Marco Onorato
Scenografia: Sonia Peng
Montaggio: Clelio Benvenuto
Musiche: Franco piersanti
Produttori: Angelo Barbagallo e Gianluca Curti
Produttore delegato: Gaetano Daniele
Produttore esecutivo: Gianfranco De Rosa
Titolo originale: Fortapàsc
Origine: Italia 2008
Distributore: 01 Distribution
Link: www.01distribution.it www.kataweb.it/film/fortapasc
Durata: 108’
Produzione: Bi Bi Film, Minerva Pictures e Rai Cinema
Programmato dal 20 marzo 2009

Cronaca d’assalto o di una morte annunciata

1985. Il ventiseienne Giancarlo Siani sogna da tempo un vero contratto con qualche giornale. Provvisoriamente si accontenta di essere un praticante, frequenta ’Il mattino’ di Napoli, anche se il quotidiano ancora non lo riconosce ufficialmente. Il suo spirito indagatore lo sposta da Napoli a Torre Annunziata, alla ricerca della notizia "vera". Questa sua ricerca lo mette di fronte alla realtà malavitosa che impera nel napoletano, dei vari clan camorristici che imperversano e spadroneggiano. C’è un sacco di materiale a portata di mano e Siani si meraviglia che illustri colleghi non ne approfittino per fare del vero giornalismo. Ma non c’è solo la classica cornice malavitosa a contornare un quadro di territorio "occupato" quasi militarmente, quello che è in possesso del giovane cronista è molto di più: ci sono tutti i vari collegamenti, con nome e cognome, tra criminalità, politica, finanza, imprenditoria. Niente di nuovo direte voi, ma è un potere consolidato difficile da smantellare, e soprattutto è un potere che se minacciato, reagisce, non perdona. Non siamo a fortapàsc, dice il sindaco di Napoli, ma l’assedio rimane.

 

 

Marco Risi è uno dei pochi cineasti italiani che esprime attraverso la pellicola il suo impegno civile. In questo caso ha fatto un perfetto lavoro di ricostruzione, sia del periodo rappresentato, sia degli accadimenti che hanno portato all’assassinio di Siani, un po’ alla Francesco Rosi dei bei tempi. Al solito le collusioni tra malavita e politica sono davanti agli occhi, anche se fanno di tutto per affossarne l’evidenza. Magari delegittimando i magistrati che trovano delinquenti, corrotti e corruttori con le mani nella marmellata. La cronaca di questi ultimi giorni sottolinea quello che ho appena scritto, dimostrando che la storia recente, di cui anche questo film è un tassello, sembra non aver insegnato nulla. Non certo a chi di questi fatti è protagonista, che ha tutto l’interesse per coprirli, ma soprattutto per l’opinione pubblica che pare aver perso ogni forma morale riguardo la legalità.

Marcello Moriondo

Dalle note di produzione:

Intervista a Marco Risi

Che cosa significa Fortapàsc?

Fortapàsc è un termine volutamente storpiato che evoca il Fort Apache della tradizione western rendendo il senso dell’assedio alla città da parte della malavita. Nello stesso tempo descrive la drammatica situazione partenopea nei giorni dall’assassinio di Giancarlo Siani, ucciso a soli 26 anni da un commando camorrista nel 1985. Mentre i cronisti vittime della mafia sono stati numerosi, Siani è l’unico giornalista eliminato dalla camorra perché nelle sue coraggiose inchieste per Il Mattino (prima da Torre Annunziata e poi da Napoli) aveva il difetto imperdonabile di informarsi, di verificare le notizie, di indagare sui fatti e di denunciare i misfatti. Ci sono voluti 12 anni e alcuni pentiti per assicurare finalmente alla giustizia i responsabili del delitto attualmente ancora in carcere.

Come e quando ha avuto l’idea di realizzare questo film?

Rimasi molto colpito dall’uccisione di Siani, mi chiesi subito cosa avesse fatto questo ragazzo che vedevo nelle immagini ferito a morte, come sorpreso, sembrava appoggiato come qualcuno che non avesse nulla da nascondere né alcun motivo per proteggersi. Non era una vittima predestinata, e non si aspettava certo di essere colpito all’improvviso. A un certo punto, cinque anni fa, nacque una prima possibilità di girare un film sulla sua storia. Avevo letto un trattamento cinematografico, scritto da Andrea Purgatori e Jim Carrington, e avevo collaborato alla sceneggiatura per la quale abbiamo ottenuto immediatamente il finanziamento di Rai Cinema. Siamo arrivati ad uno stadio avanzato della preparazione ma strada facendo sono nati problemi di produzione e poco prima delle riprese il film è stato accantonato. Il grande merito di averlo fatto "rinascere" va dato - oltre che a Rai Cinema - ad Angelo Barbagallo, un produttore libero e coraggioso che mi ha messo in condizione di girare il film esattamente come lo volevo.

Perché crede che la vicenda Siani sia ancora attuale?

Sappiamo tutti quanto la Campania sia costantemente sotto osservazione per ciò che vi accade. Ma mentre in Gomorra tutto appare disperato, nel nostro caso e nonostante alla fine è la speranza ad essere uccisa, io mi auguro che lo spettatore possa provare il desiderio di somigliare al nostro protagonista. Fortapàsc è per me un film necessario - soprattutto nella Napoli umiliata e offesa di oggi - perché Giancarlo Siani può diventare un raggio di luce, una nuova speranza.

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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