TUTTA COLPA DI GIUDA Regia di: Davide FerrarioAttori: Kasia Smutniak, Fabio Troiano, Gianluca Gobbi, Cristiano Godano, Luciana Littizzetto, Francesco Signa, Paolo Ciarchi e Linda Messerklinger Sceneggiatura: Davide Ferrario Fotografia: Dante Cecchin Montaggio: Claudio Cormio Scenografia: Francesca Bocca Coreografie: Laura Mazza Costumi: Paola Ronco Musica: Marlene Kuntz, Cecco Signa e Fabio Barovero Produttore: Davide Ferrario Produttore esecutivo: Ladis Zani per FARGOfilm Direttore di produzione: Federico Mazzola Origine: Italia 2009 Distributore: Warner Bros. Link: www.warnerbros.it http://www.mymovies.it/tuttacolpadigiuda Durata: 100’ Produzione: Rossofuoco Programmato dal 10 aprile 2009 Irena è una regista che fa del teatro d’avanguardia, capitata per caso in un carcere con un contratto per mettere in scena una qualche esperienza aggregante con i detenuti. Don Iridio tira acqua al suo mulino e la spinge a realizzare una "Passione Pasquale", che Irena trasforma sempre più in una forma di rappresentazione paradossale dove viene escluso il tradimento, la condanna e la punizione. I detenuti sono tutti contenti, anche perché nessuno era disposto a vestire i panni di Giuda, che per i carcerati è il massimo dell’infamia. |
I genere "musical" si inserisce fluentemente nel film, più commedia che dramma, perché in prigione si aspetta e basta, in un trascinarsi la vita in una linea non piatta ma senza picchi tragici o disperati o per contrasto apatici. Questo non è un film su un carcere, ma un film dentro un carcere, luogo dove sicuramente nessuno vuole interpretare la parte di Giuda, e da qui si parte per mischiare il tema della religione con lo squallore del luogo e con la speranza di una rieducazione magari solo favoleggiata. Ferrario realizza una sorta di documentario di finzione maneggiando un materiale pericoloso per sua stessa natura, come l’inserimento del musical e delle canzoni nello svolgimento del film, oppure il far recitare e cantare detenuti veri e quindi senza nessuna precedente esperienza nel campo. Il risultato è sorprendente per l’amalgama degli elementi e per la piacevolezza del guardare. Non lascia l’amaro in bocca neanche il finale cambiato dagli eventi, con un indulto libera tutti che arrivò davvero a fine riprese, lasciando la regista senza attori. Oltretutto è il film giusto per il periodo pasquale, con un forte dibattito dialettico su come comportarsi con la religione, in un simpatico scontro di idee tra Irena e don Iridio, appoggiato dall’inflessibile suor Bonaria. Inoltre ognuno fa resistenza secondo le proprie convinzioni, progetti e idee, sia tra i detenuti sia tra il personale carcerario, non ultimo il direttore col quale Irina intratterrà la rottura col suo fidanzato storico. Il film è stato girato nella sezione VI, blocco A, della casa circondariale "Lorusso e Cutugno" di Torino con luce naturale e camera, spesso a mano, fatta venire appositamente dagli States, quella Panavision Genesis, cinecamera digitale hd che già diede ottimi risultati in APOCALYPTO di Mel Gibson e THE BOURNE ULTIMATUM-IL RITORNO DELLO SCIACALLO di Paul Greengrass, usata dal direttore della fotografia Dante Cecchin, lo stesso di DOPO MEZZANOTTE, sempre di Ferrario, in tutte le condizioni più neglette di luce, dal cielo plumbeo a bassi livelli di illuminazione o in notturna, sempre con grande latitudine di esposizione e buona risposta sull’incarnato. Maurizio Ferrari Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti fino al 10 luglio 2009 e successivamente nell’archivio. |
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