LA MISURA DEL CONFINE

Regia di: Andrea Papini
Attori: Paolo Bonanni (Mathias Valletti, topografo svizzero), Thierry Toscan (Ulrich, guida svizzera), Tommaso Spinelli (Tommy, assistente Mathias), Luigi Iacuzio (Osvaldo, guida italiana), Giovanni Guardiano (Giovanni, topografo italiano), Peppino Mazzotta (Peppino, gestore rifugio), Beatrice Orlandini (Beatrice, gestore rifugio e compagna di Peppino), Adriana Ortolani (Rosamaria, fidanzata di Giovanni), Rolando Alberti (Atti, guida svizzera), Massimo Zordan (Bangher, guida di Carcollo), Lorenzo Degl’ Innocenti (Cunaccia, assistente italiano), Gianluca Buonanno (Sindaco di Varallo) e la partecipazione straordinaria degli alpinisti Silvio Mondinelli e Rolando Sperandio
In collaborazione con: Comune di Alagna, Comune di Varallo, CAI Varallo, Guide Alpine Alagna, Monterosa Ski, Rifugio Vigevano, Leica Geosystems Spa, Omnia Sport e Sokkia Spa
Soggetto e sceneggiatura: Andrea Papini in collaborazione con Monica Rapetti
Fotografia: Benjamin Nathaniel Minot (formato originale: HD 4k red)
Operatore seconda unità: Stefano Spiti
Montaggio: Maurizio Baglivo
Scenografia: Roberto Conforti
Suono: Bernadette Signorin
Costumi: Moris Verdiani
Post produzione: Cinecittà 3/Reset VFX
Organizzatore di produzione: Mauro Sangiorgi
Produttori: Sandro Frezza, Ferdinando Vicentini Orgnani e Sergio Bernardi per Alba Produzioni Srl
Ufficio stampa: Studio Vezzoli - C.so Garibaldi, 125 - 20121 Milano Tel +39 02 6552781 Fax +39 02 89282601 info@studiovezzoli.com www.studiovezzoli.com
Origine: Italia 2009
Link: www.lamisuradelconfine.it
Durata: circa 90’
Produzione: Alba Produzioni

Dalle note di produzione:

Sono iniziate giovedì 17 settembre 2009 le riprese di La misura del confine, un film ideato, sceneggiato (con Monica Rapetti) e diretto da Andrea Papini, ambientato quasi interamente in alta montagna, nel Rifugio Vigevano, sopra Alagna Valsesia, nel massiccio del Monte Rosa. L’idea di realizzare un film a 3.000 metri, al confine tra Val d’Aosta e Piemonte nasce essenzialmente da due presupposti. Il primo è un sentimento, l’amore smisurato del regista per la montagna; il secondo è un’opportunità: un premio vinto come migliore opera prima del 2008 con "La velocità della luce", che consiste nella possibilità di utilizzare per due settimane la raffinata telecamera Red 4k. Lo sviluppo del progetto ha naturalmente coinvolto la produzione e la collaudata troupe del film precedente: un gruppo affiatato capace di lavorare totalmente isolato dal mondo per tre settimane! E da ieri ha iniziato a nevicare…

Un topografo svizzero e uno italiano vengono chiamati dall’amministrazione di un piccolo comune delle alpi per ristabilire i confini tra i due stati, andati perduti ma anche per definire la proprietà di una mummia emersa dai ghiacci. Il sindaco del piccolo paese italiano spera in tal modo di rilanciare il turismo del luogo, unica fonte di sostentamento. Ma le accurate indagini dei due topografi portano alla luce un delitto del dopoguerra e il suo segreto.

Un breve discorso va fatto in merito ai film di e sulla montagna, spesso intrisi di retorica nel tentativo di riportare allo spettatore le emozioni provate dai protagonisti nelle loro spedizioni. In questo caso la montagna è sia lo sfondo della storia, sia un contenitore delle storie di coloro che la montagna la abitano e la sfidano. La montagna, ed una montagna così alta come nel nostro caso il Monte Rosa, negli ultimi cinquant’anni, ha subito una profonda trasformazione. Da territorio ostico che ha spinto le popolazioni locali - spesso completamente isolate dal mondo per mesi a causa della neve - a sviluppare interessantissimi modelli di organizzazione e convivenza sociale, è oggi diventato una gigantesca palestra sportiva internazionale, alla quale collaborano i giovani del luogo, commercianti, costruttori, insomma tutta l’economia locale. Ma tutti, dal primo all’ultimo, vivono la continua sfida con quel totem simbolico costituito dall’immensa montagna, fonte di reddito e di competizione, in grado comunque di convogliare e scaricare tutta l’aggressività conservata ormai nei gotici racconti tramandati di generazione in generazione. Le località di montagna escluse dagli attuali circuiti turistici ad alta tecnologia sono quasi completamente abbandonate e sono praticamente scomparse dalla memoria persino degli abitanti vicini. Memoria che il sindaco Bangher, uno dei protagonisti della presente storia, spera di conservare grazie al ritrovamento di una mummia.

 

 

 

La costruzione dell’albergo - poi trasformato in rifugio - risalente ai primi del ’900 in occasione della spedizione della regina Margherita di Savoia in vetta al Monte Rosa, è dotata di diversi saloni con affacci su panorami mozzafiato. Il luogo diventa così il teatro di posa, per interni ed esterni, della realizzazione di questo film al quale partecipano, oltre all’affiatato cast di attori - comprendente tra gli altri Peppino Mazzotta e Paolo Bonanni, provenienti da successi come La meglio gioventù o Il commissario Montalbano - uno staff di tecnici di prim’ordine. Tutto il progetto filmico diventa così una sfida, sia per gli attori che vivranno dal settembre ad ottobre nello stesso luogo delle riprese, sia per la produzione che dovrà accompagnare gli attori nel loro difficile lavoro in alta quota, sia per la regia, che unisce comiche irrazionalità umane e passioni, prima fra tutte quella per la montagna, continuamente sfidata dagli abitanti che la circondano, spesso anche a costo della vita. Data l’eccezionale posizione del rifugio, oggi facilmente raggiungibile con le funivie che salgono sia dal versante piemontese che da quello valdostano (dove in estate è percorribile anche una strada di servizio), gli esterni e gli interni si amalgameranno con fluidità spettacolare, eliminando il pericolo claustrofobico di analoghi film ambientati in un’unica location.

Nel dicembre 2008 il film di Andrea Papini intitolato La velocità' della luce vince il primo premio della rassegna "Cinema Domani. Esordi del Cinema italiano indipendente". Il premio consiste in due settimane di uso della raffinata telecamera Red 4k. Su questa opportunità, insieme con la collaudatissima e affiatata troupe del film precedente, è nata l’idea di realizzare il film La misura del confine, ambientato interamente in un affascinante rifugio di montagna situato al confine tra la Val d’Aosta e il Piemonte: il Vigevano. Piemontese di nascita, milanese per formazione, romano per lavoro, una laurea in ingegneria che gli è servita per fondare il network satellitare Microcinema, società di cui ora è presidente. Inizia l’attività cinematografica a metà degli anni ’80: regista di documentari, cortometraggi e spot pubblicitari ha lavorato tra Roma, Milano e Torino. Ha tenuto lezioni sul cinema digitale ai Master del Politecnico di Milano e alla Scuola Nazionale di Cinema di Roma.

 

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