GLI ABBRACCI SPEZZATI
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2009

Regia di: Pedro Almodóvar
Attori: Penélope Cruz (Lena), Lluís Homar (Mateo / Harry), Blanca Portillo (Judit), José Luis Gomez (Ernesto Martel), Ruben Ochandiano (Ernesto Martel jr. / Ray X) e Tamar Novas (Diego)
Sceneggiatura: Pedro Almodóvar
Fotografia: Rodrigo Prieto
Scenografia: Antxon Gómez
Montaggio: José Salcedo
Musica: Alberto Iglesias
Produttore: Esther García
Titolo francese: Étreintes brisées
Titolo internazionale: Broken Embraces
Titolo originale: Los abrazos rotos
Origine: Spagna 2009
Distributore: Warner Bros.
Link: www.warnerbros.it www.warnerbros.com www.abbraccispezzati.it www.eldeseo.es www.pathedistribution.com www.focusfeatures.com
Durata: 129’
Produzione: El Deseo
Programmato dal 13 novembre 2009

Dopo un violento incidente Mateo Blanco è rimasto cieco. Il fatto non solo gli ha procurato la perdita della vista, ma anche l’amore della sua vita, Lena. Da allora Mateo ha seppellito il suo passato, rifacendosi un’altra vita con un altro nome: adesso firma romanzi e sceneggiature con il nome posticcio di Harry Caine. Ogni tanto si ricorda della metà degli anni ’90, quando ci vedeva ancora, e dove si innamorò di Lena. Adesso Harry per scrivere sceneggiature si fa aiutare della sua fedele ex direttrice di produzione Judite e dal figlio di quest’ultima, Diego. Questi chiede ad Harry di ricordare dei fatti di 14 anni prima: Lena era una umile segretaria ma anche donna fatale e suo unico amore. I fatti della vita la portarono a sposare il broker Ernesto Matel, che poi finì ossessionato dalla paura di perderla e per farla contenta le produsse un film, Chicas y Maletas. La sua fidata amica Judit finì con l’essere l’unica spettatrice di un segreto triangolo d’amore che si chiuse solo con la morte di Lena.

 

 

 

Pedro Almodóvar continua coerentemente un enunciato di genere drammatico che aveva caratterizzato i precedenti La mala educacion, Tutto su mia madre e Volver-tornare, qui impegnato in un melodramma tra sentimentalismo e romanticismo intenso, in una forma narrativa tra l’enigmatico e il doloroso, inserendo elementi di thriller e punte di commedia, in quello che si potrebbe definire il suo film più ambizioso fino ad oggi, anche in termini di maturità e pienezza. La struttura potrebbe essere quella di un noir anni ’50 con al fondo una musica malinconica e con una spruzzata di commedia grazie a una fotografia variopinta e dai colori saturi. Tutta la storia attrae, pur collocando l’azione in flashback, dove i personaggi hanno dei percorsi che si intrecciano reciprocamente, anche nel tempo. Tra riferimenti e contagi per una passione esclusiva, si arriva a esistenze dalle grandi esagerazioni in termini di passioni, personaggi dal passato esploso e imploso i cui effetti arrivano tangibilmente al presente e dove le azioni compiute in precedenza hanno come conseguenza disgrazie successive, in un vortice di mistero, gelosia, vendetta, desiderio e voglia di potere. Gli affetti e gli abbracci sono poderosi e fondamentali e profondi. Ciò che è nella memoria è primario, fermato e irrobustito dalla mancanza della vista. Al centro di un cast di attori fenomenali si colloca la sua attrice feticcio, Penélope Cruz, che sforna una recitazione vibrante e dai grandi occhi tristi, tutta fascino.

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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