NUOVOMONDO
Presentato in concorso e premiato col Leone d’Argento come rivelazione al Festival di Venezia 2006

Regia di: Emanuele Crialese
Attori: Charlotte Gainsbourg (Lucy/Luce), Vincenzo Amato, Aurora Quattrocchi, Francesco Casisa, Filippo Pucillo, Federica de Cola, Isabella Ragonese, Vincent Schiavelli, Ernesto Mahieux, Andrea Prodan e Filippo Pucillo
Sceneggiatura: Emanuele Crialese
Fotografia: Agnès Godard
Produttori: Alexandre Mallet-Guy e Fabrizio Mosca
Titolo internazionale: The Golden Door
Origine: Italia e Francia 2006
Distributore: 01 Distribution
Link: www.01distribution.it www.raicinema.it www.wildbunch.biz www.studiocanal.com
Durata: 115’
Produzione: Memento Films, Titti Film, Rai Cinema e Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Programmato dal 22 settembre 2006

Due col sasso in bocca e neanche le scarpe per camminare attraversano una pietraia infinita per sapere se devono partire o restare: lo fanno come offerta di sacrificio fino a un crocifisso abbarbicato nel cocuzzolo di un monte ingrato, aspettando un segno, che arriva positivo per la partenza. Siamo agli inizi del Novecento, a Petralia, in Sicilia. Qui la famiglia di Salvatore Mancuso prende la decisione di fare il grande salto verso il Nuovo Mondo, chiudendo col un futuro senza speranza per uno del quale non sanno niente di certo ma del quale si favoleggia. Un piccolo mondo chiuso, arcaico, fatto di riti e spiriti che accompagnano la vita contadina sono segnati da eventi del tipo "una è posseduta da una serpe che le gira dentro la pancia". Si barattano gli animali per scarpe (un paio), e vestiti, quelli buoni. Salvatore riesce quindi a portare i figli e l’anziana madre fino all’imbarco. La vita in nave è fatta di nuove amicizie, la terza classe non è scomoda e vale anche la compagnia di Lucy, una inglese salita con loro, poco espansiva ma di buone maniere. E pazienza per soprusi e spintonate, tanto ci sono pure illusioni, bagni nel latte dove galleggiano carote gigantesche, sogni della "Califormia" e altre amenità fantastiche. Salvatore Mancuso, è uno dei tanti di emigranti italiani, individuo disposto a giocarsi tutto e pieno di fiducia fino a Ellis Island, isolotto di New York di fronte a Manhattan agli inizi del XX secolo. Anche l’arrivo in America non è privo di tensioni. Non chiede molto ma solo un’opportunità, obiettivo un lavoro e una casa. L’operazione si rivela tutt’altro che semplice, trovandosi davanti ad una barriera di test attitudinali, convinti quelli della dogana che non si debbano lasciar entrare quelli particolarmente stupidi, malati o menomati, perché portatori di chissà quali storpiature nella prossima generazione di americani. Quelli vogliono capire se sono buoni per il nuovo mondo, e quindi bisogna accettare le regole. Forse si può restare nel Nuovo Mondo oppure si deve a tornare nel Vecchio.

 

 

Nelle allucinazioni frutta e verdura sono di proporzioni gigantesche, le carote grosse come tronchi d’albero e le galline grandi come vitelli, il latte scorre a fiumi e i soldi li raccogli sugli alberi. E’ il racconto di un mondo che non esiste più, un nostro trapassato remoto fatto di speranze, illusioni, credenze popolari. Ci si allontana da una terra che non offre niente per fare un salto nell’ignoto, consapevoli che non esiste il biglietto di ritorno. Nella versione originale l’italiano è parlato poco a favore del dialetto e Charlotte Gainsbourg se le cava discretamente con la nostra lingua, capitata chissà come all’imbarco e dall’atteggiamento perennemente misterioso. Il premio col Leone d’Argento come rivelazione al Festival di Venezia, inventato apposta per superare il regolamento, non concede esattamente quello che promette. Diviso nei soli tre momenti della partenza, del viaggio e dell’arrivo, fa credere in chissà quali rivelazioni su caratteri, personalità e avventure, ma riduce di molto il parco dei sentimenti e degli avvenimenti, mettendo in successione modelli narrativi già visti, variamente prevedibili e poco emotivi. L’approccio del regista è distaccato abbastanza per non partecipare alla separazione dai genitori, fratelli, sorelle e amici, dichiarandolo capace quindi di raggiungere livelli di costrutti d’insieme, evitando il realismo per una costruzione mitica e fantastica.

Maurizio Ferrari

Fino al 8 gennaio 2007 questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche tra i film già usciti e successivamente nell’archivio.

 

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