I FIORI DI KIRKUK Attori: Morjana Alaoui, Ertem Eser, Mohammed Bakri, Mohamed Zouaoui, Maryam Hassouni. Ashraf Hamdi, Falah Fleyeh, Shilan Rahmani, Sarkaw Gorany, Fehd Benchemsi e Darbast Dara Morjana Alaoui (Najla), Ertem Eser (Sherko), Mohamed Zouaoui (Mokhtar), Mohammed Bakri (Sherko 20 anni dopo), Maryam Hassouni (Rim), Ashraf Hamdi (Rasheed) e Falah Fleyeh (Zio) Soggetto: tratto dall'omonimo romanzo di Fariborz Kamkari Sceneggiatura: Fariborz Kamkari e Naseh Kamkari Direttore della fotografia Marco Carosi Montaggio di Marco Spoletini Musiche di l'Orchestra di Piazza Vittorio Prodotto da FARoutFILMS, T&C Film, OsKar Titolo originale: Golakani Kirkuk Origine: Italia, Svizzera e Iraq 2010 Distributore: Medusa Link: www.medusa.it www.medusahe.com Durata: 115' Una coproduzione Italia/Svizzera/Iraq in collaborazione con RAI Cinema, coprodotto da RSI/SRG SSR e con il contributo della Regione Lazio tramite FILAS, di EURIMAGES e del programma MEDIA Film dichiarato di interesse culturale da MIBAC Ministero per i Beni e le Attività Culturali Programmato dal 19 novembre 2010 Kirkuk, circa 250 chilometri da Bagdad. Un paese che vanta 5000 anni di storia, situato nel nord dell'Iraq, nella zona in cui, parliamo degli anni Ottanta, c'era la Regione autonoma del Kurdistan. È qui che Saddam ha sfogato i suoi terribili tentativi di pulizia etnica, mentre l'Occidente, inzuppato di petrolio e dollari, fingeva di non vedere. Anzi, ha usato la dittatura di Hussein per combattere lo 'stato canaglia' principe, il primo della lista, l'Iran. Otto anni di sangue che culminarono appunto con circa 5000 curdi uccisi con le armi chimiche, accusati di essersi schierati col nemico. Qualche mese dopo, la risoluzione dell'Onu decretava il termine del conflitto Iraq/Iran. Nessuna parola sul dramma del Kurdistan. È possibile ambientare una storia d'amore disperato in questo contesto? Secondo Fariborz Kamkari, regista del film, e autore del libro omonimo, sì. |
Si basa su fatti realmente accaduti. E lo sfondo tinge di drammaticità la poesia che avvolge questa storia d'amore. A prima vista può sembrare il classico triangolo. Najla, laureata in medicina a Roma (non compare a caso il patrocinio dell'Università 'La Sapienza', è amata da due uomini. Entrambi vogliono sposarla. Uno è Mokhtar, ufficiale dell'esercito iracheno, che tenta l'impossibile per portarla con sé. Ma lei lascia l'Italia, in un momento così drammatico per il suo Paese, per raggiungere Sherko, che è curdo. Pur essendo araba, pur contaminata dalla filosofia occidentale, decide di schierarsi contro la cultura dominante del suo popolo, appoggiando la causa dei più deboli. È un film che coniuga la poesia del romantico amore mediorientale con il pragmatismo occidentale. Ma l'amore romantico, lo sappiamo, è spesso disperato, quando non impossibile. I fiori del titolo simboleggiano, secondo la cultura del posto, i martiri. E di martiri, la sporca guerra petrolifera, ne ha fatti tanti e continua a farne. Anche troppi. Marcello Moriondo NOTE DI REGIA E' molto importante per me che è il personaggio femminile a condurre la storia e a dominare la relazione con i due uomini. Volevo raccontare una donna mediorientale che decide e sceglie la propria vita, non passiva, che non segue le regole previste per lei dalla società. Ho conosciuto tante donne simili a questo personaggio nella realtà del Medio Oriente, dove sono cresciuto e ho vissuto, ma la comunicazione, anche cinematografica, non le ha valorizzate, questi straordinari personaggi femminili sono stati ignorati e non solo dalle società in cui vivono. La protagonista del film è una ragazza araba che abbandona la classe degli aggressori, a cui appartiene, e sceglie di schierarsi tra le vittime. Sacrificando sé stessa, prende sulle proprie spalle il peso dei peccati della sua classe. Sullo sfondo, una piccola parte della storia del popolo curdo, anche questa ignorata dalla comunicazione cinematografica e generale. Il racconto del genocidio programmato in Iraq da Saddam Hussein contro le minoranze etniche e in particolare contro i curdi. Una storia che non è del tutto passata, un pericolo - la persecuzione sistematica di specifiche minoranze - non completamente scongiurato. Continua a ripetersi e corre il rischio di esplodere in forme più gravi, in molti contesti. Ho sentito la necessità di raccontare uno di questi episodi ignorati, come possibile antidoto a ripetere queste logiche ciecamente. Credo che ogni genocidio, ogni persecuzione, deve entrare nella memoria collettiva e risvegliare l'attenzione contro il riprodursi di alcune circostanze tipiche che lo scatenano e il cinema può essere uno strumento molto efficace per generare memoria collettiva. Fariborz Kamkari IL LIBRO I fiori di Kirkuk è un libro di Fariborz Kamkari edito da Cooper nella collana Cooper storie. Extra DVD: Audio: italiano Dolby Digital 5.1, arabo/curdo dolby Digital 5.1 Sottotitoli: italiano per non udenti Formato Video: 1.85:1 ottimizzato per TV 16:9 Colore Durata: 118' Extra: Backstage, Trailer Data di uscita vendita Dvd: 6 aprile 2011 Prezzo consigliato al pubblico: 16,90 euro Ufficio Stampa Direzione HE: Studio Vezzoli
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell' archivio. |
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