HABEMUS PAPAM
Presentato fuori concorso nella sezione ufficiale al Festival di Cannes 2011

Regia di: Nanni Moretti
Attori: Michel Piccoli, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Franco Graziosi, Camillo Milli, Roberto Nobile, Ulrich von Dobschuetz, Gianluca Gobbi, Nanni Moretti, Margherita Buy, Camilla Ridolfi, Leonardo Della Bianca, Dario Cantarelli, Manuela Mandracchia, Rossana Mortara, Teco Celio, Roberto De Francesco, Chiara Causa, Mario Santella, Tony Laudadio, Enrico Ianniello e Salvatore Miscio
Sceneggiatura: Nanni Moretti, Francesco Piccolo e Federica Pontremoli
Fotografia: Alessandro Pesci
Montaggio: Esmeralda Calabria
Musica: Franco Piersanti
Scenografia: Paola Bizzarri
Costumista: Lina Nerli Taviani
Produttori: Nanni Moretti e Domenico Procacci
Origine: Italia e Francia 2011
Distributore: 01 Distribution
Link:
www.01distribution.it www.habemuspapam.it
Durata: 104’
Produzione: Sacher Film, Fandango, Le Pacte, France 3 Cinema in collaborazione con Rai Cinema, in associazione con Sofica Coficup, Backup Films, Canal Plus e France Televisions
Programmato dal 15 aprile 2011

Sarà già successo di certo, anche se noi non siamo tenuti a conoscerlo, che al termine del conclave il prescelto abbia per qualsivoglia motivo rinunciato all'incarico. Probabilmente avranno ripreso con una nuova votazione. Questo spiegherebbe anche certe attese lunghissime in piazza San Pietro, nella speranza di vedere finalmente uscire dal camino la fumata bianca. Ma se rinuncia quando ormai sono all'annuncio? Cosa fare, con gli occhi (e le telecamere) di tutto il mondo rivolti verso il Vaticano? La scelta che sembra più sensata è naturalmente quella di convincere il nuovo Papa ad affacciarsi al balcone per salutare e benedire i suoi fedeli. Ma se al momento opportuno ha un attacco di panico? Se la questione è solo psicologica forse è il caso di chiamare uno psicoterapeuta. Chi poteva impersonarlo meglio del regista, che già in La stanza del figlio ne ricopriva il ruolo. Faccia a faccia, quindi, Nanni Moretti e Michel Piccoli (classe 1925). Quest'ultimo è l'ex-monsignor Melville, ora pontefice. Ma non può essere una comune seduta terapeutica. Prima di tutto perché non sono soli, ma circondati dai cardinali, in secondo luogo perché le domande chiave non si possono fare. E se non funziona? Lo si porta da un altro analista (l'ex-moglie del primo) senza svelare l'identità di Melville (il cognome è forse un omaggio al regista Jean-Pierre, per cui Piccoli recitò in Lo spione). Smessi per un giorno gli abiti talari, passeggia per Roma a piedi, con la scorta a passo d'uomo. Un po' come l'Andreotti di Paolo Sorrentino in Il divo, senza pioggia, però. E sfugge al controllo, scompare. Il Papa libero per la città, l'analista prigioniero del Vaticano.

 

 

Vaga così, per la capitale, come un bambino che scopre un nuovo mondo. Finalmente tra gente normale. Incontra anche una compagnia teatrale e il pontefice è impaziente di mettersi in gioco. A chi gli chiede la professione, dice: sono un attore. Ruba quasi le battute da Il gabbiano di Cechov di bocca a un attore disturbato. Piccoli fa il verso a sé stesso. Lui che ha recitato varie volte a teatro Cechov, che nel film La petite Lili impersonava sé stesso, e nel finale doveva indossare i panni del protagonista, in una storia che altri non era se non il dramma di Cechov in versione moderna. E poi ancora, questo Papa che sognava di emulare la sorella attrice, si ritrova su un palco a teatro ad ascoltare ancora una volta le parole frutto della fantasia del drammaturgo russo. Imperdibile il passaggio in cui la guardia svizzera, controfigura del papa, introduce il disco della grande Mercedes Sosa, che ci ha lasciato due anni fa. E qui si ripete un po' il momento magico già vissuto in Palombella rossa. Allora, nel bel mezzo del match di pallanuoto, è partita I'm On Fire di Bruce Springsteen. Tutto si fermava: spettatori, atleti e tecnici erano catturati dal brano. In Habemus Papam scatta lo stesso sortilegio, quando il lettore cd inizia a diffondere la voce della cantante argentina in Todo cambia. Tutti i presenti in Vaticano appaiono estasiati. I cardinali si dondolano e accennano alcuni passi di danza, mentre fuori, per le vie di Roma, il papa, in abiti borghesi, arriva a incontrare un gruppo di suonatori di strada, e la ragazza sta appunto cantando Todo cambia. Una sequenza bellissima.

Marcello Moriondo

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 
 

TODO CAMBIA

Cambia lo superficial
cambia también lo profundo
cambia el modo de pensar
cambia todo en este mundo

Cambia el clima con los años
cambia el pastor su rebaño
y así como todo cambia
que yo cambie no es extraño

cambia el más fino brillante
de mano en mano su brillo
cambia el nido el pajarillo
cambia el sentir un amante

Cambia el rumbo el caminante
aunque esto le cause daño
y así como todo cambia
que yo cambie no es extraño

Cambia, todo cambia
Cambia, todo cambia
Cambia, todo cambia
Cambia, todo cambia

cambia el sol en su carrera
cuando la noche subsiste
cambia la planta y se viste
de verde en la primavera

Cambia el pelaje la fiera
cambia el cabello el anciano
y así como todo cambia
que yo cambie no es extraño

Pero no cambia mi amor
por mas lejos que me encuentre
ni el recuerdo ni el dolor
de mi tierra y de mi gente

Y lo que cambió ayer
tendrá que cambiar mañana
así como cambio yo
en esta tierra lejana.

Cambia, todo cambia...

TUTTO CAMBIA

Cambia ciò che è superficiale
e anche ciò che è profondo
cambia il modo di pensare
cambia tutto in questo mondo.

Cambia il clima con gli anni
cambia il pastore il suo gregge
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.

Cambia il più prezioso brillante
di mano in mano il suo splendore,
cambia nido l'uccellino
cambia il sentimento degli amanti.

cambia direzione il viandante
sebbene questo lo danneggi
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.

Cambia, tutto cambia
Cambia, tutto cambia
Cambia, tutto cambia
Cambia, tutto cambia.

Cambia il sole nella sua corsa
quando la notte persiste,
cambia la pianta e si veste
di verde in primavera.

Cambia il manto della fiera
cambiano i capelli dell'anziano
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.

Ma non cambia il mio amore
per quanto lontano mi trovi,
né il ricordo né il dolore
della mia terra e della mia gente.

E ciò che è cambiato ieri
di nuovo cambierà domani
così come cambio io
in questa terra lontana.

Cambia, tutto cambia...

 

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