HABEMUS PAPAM Regia di: Nanni Moretti Sarà già successo di certo, anche se noi non siamo tenuti a conoscerlo, che al termine del conclave il prescelto abbia per qualsivoglia motivo rinunciato all'incarico. Probabilmente avranno ripreso con una nuova votazione. Questo spiegherebbe anche certe attese lunghissime in piazza San Pietro, nella speranza di vedere finalmente uscire dal camino la fumata bianca. Ma se rinuncia quando ormai sono all'annuncio? Cosa fare, con gli occhi (e le telecamere) di tutto il mondo rivolti verso il Vaticano? La scelta che sembra più sensata è naturalmente quella di convincere il nuovo Papa ad affacciarsi al balcone per salutare e benedire i suoi fedeli. Ma se al momento opportuno ha un attacco di panico? Se la questione è solo psicologica forse è il caso di chiamare uno psicoterapeuta. Chi poteva impersonarlo meglio del regista, che già in La stanza del figlio ne ricopriva il ruolo. Faccia a faccia, quindi, Nanni Moretti e Michel Piccoli (classe 1925). Quest'ultimo è l'ex-monsignor Melville, ora pontefice. Ma non può essere una comune seduta terapeutica. Prima di tutto perché non sono soli, ma circondati dai cardinali, in secondo luogo perché le domande chiave non si possono fare. E se non funziona? Lo si porta da un altro analista (l'ex-moglie del primo) senza svelare l'identità di Melville (il cognome è forse un omaggio al regista Jean-Pierre, per cui Piccoli recitò in Lo spione). Smessi per un giorno gli abiti talari, passeggia per Roma a piedi, con la scorta a passo d'uomo. Un po' come l'Andreotti di Paolo Sorrentino in Il divo, senza pioggia, però. E sfugge al controllo, scompare. Il Papa libero per la città, l'analista prigioniero del Vaticano. |
Vaga così, per la capitale, come un bambino che scopre un nuovo mondo. Finalmente tra gente normale. Incontra anche una compagnia teatrale e il pontefice è impaziente di mettersi in gioco. A chi gli chiede la professione, dice: sono un attore. Ruba quasi le battute da Il gabbiano di Cechov di bocca a un attore disturbato. Piccoli fa il verso a sé stesso. Lui che ha recitato varie volte a teatro Cechov, che nel film La petite Lili impersonava sé stesso, e nel finale doveva indossare i panni del protagonista, in una storia che altri non era se non il dramma di Cechov in versione moderna. E poi ancora, questo Papa che sognava di emulare la sorella attrice, si ritrova su un palco a teatro ad ascoltare ancora una volta le parole frutto della fantasia del drammaturgo russo. Imperdibile il passaggio in cui la guardia svizzera, controfigura del papa, introduce il disco della grande Mercedes Sosa, che ci ha lasciato due anni fa. E qui si ripete un po' il momento magico già vissuto in Palombella rossa. Allora, nel bel mezzo del match di pallanuoto, è partita I'm On Fire di Bruce Springsteen. Tutto si fermava: spettatori, atleti e tecnici erano catturati dal brano. In Habemus Papam scatta lo stesso sortilegio, quando il lettore cd inizia a diffondere la voce della cantante argentina in Todo cambia. Tutti i presenti in Vaticano appaiono estasiati. I cardinali si dondolano e accennano alcuni passi di danza, mentre fuori, per le vie di Roma, il papa, in abiti borghesi, arriva a incontrare un gruppo di suonatori di strada, e la ragazza sta appunto cantando Todo cambia. Una sequenza bellissima.Marcello Moriondo Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’ archivio. |
TODO CAMBIA Cambia lo superficial Cambia el clima con los años cambia el más fino brillante Cambia el rumbo el caminante Cambia, todo cambia cambia el sol en su carrera Cambia el pelaje la fiera Pero no cambia mi amor Y lo que cambió ayer Cambia, todo cambia... |
TUTTO CAMBIA Cambia ciò che è superficiale Cambia il clima con gli anni Cambia il più prezioso brillante cambia direzione il viandante Cambia, tutto cambia Cambia il sole nella sua corsa Cambia il manto della fiera Ma non cambia il mio amore E ciò che è cambiato ieri Cambia, tutto cambia... |
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