IL MIO AMICO ERIC
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2009

Regia di: Ken Loach
Attori: Steve Evets, Eric Cantona, John Henshaw, Stephanie Bishop, Gerard Kearns, Lucy-Jo Hudson, Stefan Gumbs, Justin Moorhouse, Des Sharples, Greg Cook, Mick Ferry, Smug Roberts, Johnny Travis, Matthew McNulty, Laura Ainsworth, Max Beesley, Kelly Bowland, Julie Brown e John Henshaw
Sceneggiatura: Paul Laverty
Fotografia: Barry Ackroyd
Montaggio: Jonathan Morris
Musica: George Fenton
Scenografia: Fergus Clegg
Costumista: Sarah Ryan
Casting: Kahleen Crawford
Produttore: Rebecca O’Brien
Produttori esecutivi: Eric Cantona, Pascal Caucheteux e Vincent Maraval
Titolo originale: Looking for Eric
Origine: Gran Bretagna 2009
Distributore: Bim
Link: www.bimfilm.com www.diaphana.fr www.wildbunch.biz
Durata: 116’
Produzione: Sixteen Films, Film Four (G.B.)/Canto Brothers, Why Not Prods., Wild Bunch, France 2 Cinema (Francia)/BIM Distribuzione (Italia)/Les Films du Fleuve, RTBF (Belgio)/Tornasol Films (Spagna)
Programmato dal 4 dicembre 2009

Inizia con una rotatoria, dove Eric Bishop cerca l’incidente stradale guidando contromano. Lavora alle poste, smista le lettere, ma il lavoro non basta a distrarlo. Ha il morale a terra e i suoi colleghi cercano di infondergli un po’ di ottimismo. Dietro tanta depressione c’è una frattura, un abbandono passionale dove il contorno ludico è ormai birra e sigarette. I due figliastri che si ritrova non gli danno soddisfazione, uno è perdigiorno che si comporta benino, ma l’altro gli combina problemi, anche girando con una pistola. La sua passione più grande è il gioco del calcio. Questo gli rimane, tutto il resto è noia e depressione dal 1979, quando aveva conosciuto, sposato e subito abbandonato Lily su una pista da ballo, quando ancora era moto di moda frequentarle. Da allora era finito col morale sotto terra per essere stato abbandonato, trasformandosi in un postino depresso. Dopo essersi fumato uno spinello, alle sue spalle appare in carne ed ossa Éric Cantona, un francese diventato leggenda del calcio, anzi il suo idolo, il suo massimo feticcio. Anche se solo sotto forma di fantasma, adesso può dialogare con qualcuno di importante, l’attaccante del Manchester United, quello più amato dai tifosi. Ma Cantona lo vede solo lui, anzi gli altri cominciano a prenderlo per matto, vedendolo parlare da solo. Quello lo accompagna ovunque, gli offre consigli, massime di saggezza, viatici comportamentali, così che quello riprende fiducia in se stesso e voglia di andare avanti.

 

 

Eric Cantona è alla sua prima prova importante come attore 12 anni dopo aver smesso di giocare e ha esordito in maniera considerevole come ambasciatore francese in Elizabeth di Shekhar Kapur, il film che lanciò Cate Blanchett. Pur essendo un film di apologo della working class (attraverso un personaggio perdente) come sempre nei film dell’impegnato Ken Loach, si vira di più sulla commedia sociale e la favola beffarda. Si tratta di un film corale, molto divertente, anzi molto più leggero e scanzonato di quello che ci si potrebbe aspettare da Loach, pur sussistendo una vena di angoscia e amarezza, anche grazie allo sceneggiatore Paul Laverty (suo abituale collaboratore, tra gli altri, di My Name is Joe e Il vento che accarezza l’erba). E’ un film tutto incentrato sul Manchester United, il tifo è palpabile ed è l’aria che si respira. Dietro c’è tutta la filosofia del gioco, il gioco di squadra, esaltato in modo sublime da Cantona quando ricorda un pallone passato ad un compagno di squadra, un perfetto tocco di esterno a smarcare Dennis Irwin nell’area del Tottenham il 9 gennaio 1993. Nel manifesto originale la grafica recita LOOKING FOR ERIC, così che risulta King Eric, e non potrebbe essere altrimenti, visto che è ancora l’idolo carismatico dei tifosi del Manchester United grazie a un grande tecnica e senso del goal.

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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