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LA STANZA DEL FIGLIO

Regia di: Nanni Moretti
Attori: Nanni Moretti, Laura Morante, Silvio Orlando, Stefano Accorsi e Giuseppe Sanfelice
Origine: Italia 2001
Durata: 99’

Doloroso ma non triste, drammatico ma positivo. Questo è il film di Nanni Moretti LA STANZA DEL FIGLIO. Girato ad Ancona, una tranquilla città di provincia, una famiglia con due figli, una bella casa accogliente e luminosa, piena di libri, padre psicanalista madre piccola editrice, due genitori che seguono attentamente la vita e gli studi dei figli. Poi improvvisamente qualcosa cambia. Con una sequenza di piccoli episodi Moretti ci annuncia che qualcosa di grave sta per accadere: un uomo che corre accanto alla madre, il padre che si prodiga raggiungendo un paziente, il figlio che si prepara per il corso di sub…Non ci vogliamo credere, ma sorge un presentimento. Infatti il figlio muore, per uno stupido incidente, e lo strazio di un’attesa all’ospedale, di una camera mortuaria con riprese glaciali e secche, forse nessuno aveva ancora saputo renderle così penose. Ognuno reagisce al dolore a suo modo. Giovanni (per la prima volta il personaggio di Moretti ha il suo stesso nome) si accorge che la casa è piena di oggetti rotti, tazze e piatti sbeccati, cose che prima non avevano importanza ora sottolineano la rottura dell’armonia. Almeno il finale lo lasciamo all’interpretazione dello spettatore. E’ un film che andrebbe affrontato senza sapere nulla, così come Moretti non ha mai lasciato trapelare alcuna notizia né prima né dopo le riprese.

Abituati come si è ad identificare il regista con il suo alter ego Michele Apicella (il cognome della madre) si rimane un po’ spiazzati temendo che tutto questo dolore riguardi la sua vita personale e reale. In effetti Moretti qualche hanno fa ha vissuto l’esperienza dolorosa di una grave malattia e forse questo ha determinato l’interesse per il soggetto, anche se nel caso si tratta della morte di un figlio: "…Il dolore che divide le persone, -dice Moretti- perché secondo me è retorica sostenere il contrario. Il dolore separa. Mi interessava in modo particolare interpretare il personaggio di uno psicologo. E inoltre le dinamiche che si scatenano in una famiglia quando muore un figlio, ognuno reagisce in modo diverso e volevo rendere tutto questo in maniera netta, pulita."

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Questa è sicuramente la maniera più chiara e forte per trattare il dolore, ma si è scritto molto di questa Stanza del figlio dicendo unanimemente che è il film più maturo di Nanni Moretti perché ha voluto affrontare un argomento da adulti. Personalmente ritengo che altri suoi film siano stati adulti, in maniera meno "netta, pulita", non con il dolore "puro" di una morte, ma dolore mascherato con umorismo e ironia. Per questo forse molti sostengono sia il film della maturità: dicono che con quella morte Moretti si sia liberato della sua adolescenza per entrare finalmente nell’età adulta e che a ciò abbia contribuito la nascita di Pietro, il suo primo figlio. Certamente una differenza c’è dai precedenti film (e vogliamo parlare di quella ardita scena di sesso in cui è direttamente coinvolto come mai lo si era visto fare?) ma si rimane come sempre affascinati dall’intensità di ogni frase, di ogni scena dove mai neanche un secondo di pellicola è lì solo per dilatare il tempo o fine a se stessa. Le parole che si ascoltano si pensano e si ripensano a lungo.

Mietta Albertini

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