PASOLINI PROSSIMO NOSTRO
Presentato nella sezione "Orizzonti" alla Mostra del Cinema di Venezia 2006

Regia di: Giuseppe Bertolucci
Attori: Pier Paolo Pasolini
Produttore: Angelo Draicchio
Origine: Italia e Francia 2006
Distributore: Ripley
Link: www.pasoliniprossimonostro.it www.ripleysfilm.it www.cinemazero.it
Durata: 63’
Produzione: Ripley’s Film e Cinemazero
Programmato dal 24 novembre 2006

Pochi giorni prima che Salò o le 120 giornate di Sodoma venisse distribuito, Pasolini veniva assassinato. Sul set di quel film il regista rilasciò dichiarazioni di stampo apocalittico sul nostro futuro. Questo è un film di montaggio il cui titolo si ispira al saggio di Pierre Klossowski Sade mon prochaine che il regista cita nei titoli di testa del suo ultimo film ed è facilmente classificabile tra i film documentario ed è stato realizzato in 23 mesi di lavoro partendo da una base di oltre 50 ore di interviste audio e filmate dal giornalista Gideon Bachmann, dove gli racconta che ha smesso di scrivere, per passare alla regia, che esprime la realtà con la realtà. Il lavoro finale spetta a Giuseppe Bertolucci, che divulga l’ultimo Pasolini, quello delle Lettere luterane: quasi tutto il film vede Pasolini dichiararsi e dichiarare, in una sorta di testamento artistico, politico ed esistenziale, lo stato dell’Italia, in qualche modo il suo lascito intellettuale dove si ragiona sul potere, sulla perdita della libertà, sulla scomparsa della purezza, sul consumismo e la logica fascista che lo dirige, lucida riflessione valida ancora oggi. Tutte le interviste, che sono in bianco e nero, hanno una venatura di rammarico, poiché pensa che i giovani, ormai con altri valori, non capiranno il film. Tutte le scene in movimento sono ridotte al volto di Pasolini durante l’intervista e non ci sono spezzoni del film Salò o le 120 giornate di Sodoma, ma solo fotografie, molte e di tutte le scene, partendo dagli scatti di 9.000 foto che la fotografa Deborah Imogen Beer scattò sul set e che permettono di riconoscere il film. Sostiene che tutto il sesso è la metafora della mercificazione del corpo secondo il potere, che mercifica i corpi, come sostiene Marx. Un duca, un banchiere, un vescovo e di tribunale, rappresentanti del Potere, sono i protagonisti del film che sta girando, ambientato a Salò per rievocare quei giorni, dopo 8 settembre 1943, mentre lui viveva in Friuli sotto i tedeschi, a Casarsa, dove era sfollato nel ‘43. Il girone dantesco che struttura il film è stato uno degli elementi che hanno fatto felice PPP, sostenitore della tesi che l’introduzione della libertà sessuale è più facile trovarla nelle società repressive che in quelle libertarie, che da questo punto di vista sono meno libere. Pasolini ribalta i concetti di razionalità, di libertà, paesi del terzo mondo, modernità, scienza applicata, giovani generazioni, consumismo, sadomasochismo, manipolazione delle coscienze, valori piccolo-borghesi imposti e subiti, dipendenza ai beni superflui, valori sostituiti e imposti, in una corsa al consumismo ad ogni costo. L’anarchia del potere è determinata dal potere quando fa quello che vuole, indipendente da ogni logica, e il consumatore è un poveraccio che crede di essere libero. L’uomo è conformista, cioè si conforma, pur essendo narcisista e ribelle per sua natura. Le immagini si fondano sulla memoria e i sogni sono irrazionali. o dietro alla cinepresa, mentre dirige gli attori, generalmente non professionisti e con scene naturali. Nei suoi precedenti film e documentari il montaggio scartava quasi tutto per salvare il piccolo momento di verità, mentre in Salò accade il contrario, con attori e già montato in qualche maniera. Il suo sguardo primario è sacrale, e poi cristiano, laico e marxista.

Maurizio Ferrari

Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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