AMERICAN DREAMZ Regia di: Paul WeitzAttori: Hugh Grant, Dennis Quaid, Mandy Moore, Willem Dafoe, Chris Klein, Jennifer Coolidge, Sam Golzari, Marcia Gay Harden, Judy Greer, Tony Yalda e Shohree Aghdashloo Sceneggiatura: Paul Weitz Fotografia: Robert Elswit Scenografo: William Arnold Montaggio: Myron Kerstein Musica: Stephen Trask Produttori esecutivi: Chris Weitz e Kerry Kohansky Produttori: Rodney Liber, Andrew Miano e Paul Weitz Titolo originale: American Dreamz Origine: USA 2006 Distributore: Uip Link: www.uip.it www.universalstudios.com www.americandreamzmovie.com Durata: 107’ Produzione: Depth Of Field e Universal Pictures Programmato dal 9 giugno 2006 Da "American pie" a "American dreamz", al di là dell’assonanza fra i titoli, apparentemente c’è una bella differenza. Accantonati i pruriti e le manie sessuali dei giovani liceali, Paul Weitz affronta nientemeno che a commedia corale alla Altman, con lo stesso intento di descrivere lo stato del suo Paese, con un Presidente quasi incapace di intendere e di volere, militari che tornano dal fronte feriti e potenzialmente pronti a trasformarsi in kamikaze, arabi che dovrebbero fare i kamikaze ma preferiscono il musical e un popolo perlopiù inebetito dalla televisione e dal mito del successo. La satira è palese, ma il regista è Paul Weitz, appunto, quindi, più che politica, l’ironia finisce per focalizzarsi soprattutto sui singoli caratteri e sullo spettacolo in genere. Soprattutto, questa satira identifica i suoi obiettivi, ma sembra non voler urtare nessuno. Così, il Presidente degli Stati Uniti, viene dipinto come un imbecille, ma dalla natura benigna e quasi poetica. All’inizio del film, è appena stato rieletto e improvvisamente sembra volersi interessare di politica internazionale, al punto da mettersi addirittura a... leggere i giornali. Arriva così a scoprire che ci sono ben tre tipi di iracheni (che lui chiama "irachistani"), ovvero i sunniti, gli sciiti e i curdi, ma soprattutto che tutte e tre si odiano. Il suo assistente cerca di controllarlo con pillole della felicità e mirate apparizioni pubbliche. L’ironia sullo stato della politica americana si ferma qui, a livello di favola allegra e altrettanto succede con la descrizione di un campo di addestramento di Al-Qaeda. Invece di instillare cattiveria, ci si butta sullo slapstick. Le cose vanno un po’ meglio con la parodia delle trasmissioni televisive popolari e coloro che vi partecipano. Il programma di riferimento si chiama "American dreamz" e sembra una versione locale di "Amici", con tanti giovani che si esibiscono, per essere via via eliminati, fino alla finalissima e alla proclamazione del vincitore. |
Lo show è condotto da un presentatore cinico e laido quanto basta e del cast della nuova edizione fanno parte, tra gli altri, una biondina dall’aspetto grazioso e l’ambizione smisurata, un israeliano rocker e un arabo addestrato al sacrificio ma confinato in America per la sua passione per il canto. Intorno a loro, si muove un composito universo di genitori, fidanzati, cugini coreografi e finti amici, tutti lì per rappresentare qualcosa, fare il proprio ruolo buffonesco e strappare occasionalmente qualche risatina. Weitz mette molto materiale in questo suo film della "maturità", si trova referenti "alti", ma preferisce non affondare o forse non è in grado di farlo. La critica c’è ma si stempera nella farsa, ma va detto che la parte finale introduce elementi di sorpresa che rendono comunque il risultato finale almeno degno di nota e non proprio del tutto banale. E speriamo che quello di affrancarsi dalle "torte" non resti uno dei tanti sogni americani infranti. PER : Scoprirsi a ridacchiare e magari sorprendersi dell’efficacia di attori come Hugh Grant (ormai ha trovato la sua dimensione) o Mandy Moore (tutt’altro che scontata nel ruolo apparentemente più semplice).Roberto Bonino (Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net) |
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