BANDIDAS

Regia di: Joachim Roenning e Espen Sandberg
Attori: Penélope Cruz, Salma Hayek, Steve Zahn, Sam Shepard, Dwight Yoakam e Joseph D. Reitman
Sceneggiatura: Luc Besson e Robert Mark Kamen
Fotografia: Thierry Arbogast
Montaggio: Frederic Thoraval
Scenografia: Hugues Tissandier
Musica: Eric Serra
Produttori: Luc Besson e Ariel Zeitoun
Titolo originale: Bandidas
Origine: Francia, USA e Messico 2005
Distributore: 01 Distribution
Link: www.01distribution.it www.europacorp.com www.bandidas-lefilm.com
Durata: 95’
Produzione: EuropaCorp e TF1 Films
Programmato dal 30 giugno 2006

Basta leggere attentamente i crediti e si scopre che "Bandidas" deriva da un’idea "originale" di Luc Besson. Il livello è quello di altre idee "originali" dell’autore francese, come "Riders", "Adrenalina blu", "Yamakasi" e la serie "Taxxi", per intenderci. La presenza di due attrici simpatiche, dalla fisicità latina e la discreta preparazione atletica, nonché del bandito stanco Sam Shepard, non serve più di tanto a risollevare un filmettino western all’acqua di rose, di quelli che in Italia, con molti meno mezzi, si giravano già negli anni 60. Sara e Maria sono la ricca e la povera del Messico di fine ‘800: la prima è la figlia di un ricco banchiere che viene ucciso da un "gringo" venuto lì, per conto della New York Bank & Trust, per fare business con le ferrovie, mentre la seconda è figlia di un contadino quasi ucciso dallo stesso mandante e privato, come tanti altri, delle terre che servono per costruire la suddetta ferrovia. Il caso le mette insieme e le unisce nella ribellione all’invasore americano. Istruitesi da un ladro ormai in pensione, le due iniziano a rapinare le banche di proprietà del cattivo, non vengono mai catturate e finiscono per sconfiggere tutti, salvando nientemeno che tutta la riserva aurea del loro paese. Se la sceneggiatura è risibile, lo svolgimento non fa molto meglio.

 

 

Il riferimento all’attualità della politica americana è fin troppo esplicito, ma è collocato in un divertissement vuoto, con referenze che tutt’al più si spingono verso "Zorro" e certo non avvicinano neanche i classici antichi e moderni del genere. La coppia Hayek-Cruz pare lì più per far intravedere la "mercanzia" che altro e questo brucia sul nascere qualunque tentativo di leggere la vicenda con la chiave del riscatto femminile. Giusto per evitare pericolosi avvicinamenti a Brokeback Mountain, alle due viene affiancato un criminologo imbranato, che narrativamente è inutile, ma serve a chiarire che entrambe hanno spiccate tendenze eterosessuali (che però non mettono in pratica). Mistero finale sul perché a dirigere un western ambientato in Messico siano stati chiamati due (uno non bastava?) registi norvegesi.

PER: Frequentatori accaniti di oratori di periferia.

Roberto Bonino

(Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net)
Questo film si trova insieme con quelli dello stesso periodo anche nell’archivio.

 

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