UN AMORE SU MISURA Regia di: Renato PozzettoAttori: Renato Pozzetto, Camilla Sjoberg, Cochi Ponzoni, Renato Scarpa, Anna Stante e Anna Galiena Soggetto: da "Yono-Cho" di Vittorino Andreoli (Rizzoli ed.) Musica: Corrado Rustici Origine: Italia 2006 Distributore: Moviemax Link: www.moviemax.it http://unamoresumisura.it/index2.html Durata: 94’ Programmato dal 26 gennaio 2007 Mentre la televisione celebra, in uno dei rari programmi sopra la media, la lunga quanto irregolare carriera di Cochi e Renato, quest’ultimo riappare anche al cinema, completando così un percorso-nostalgia, che però sul grande schermo funziona assai meno. Negli anni Settanta, Pozzetto portò nella boccheggiante commedia all’italiana la sua comicità surreale, di derivazione cabarettistica, ma all’epoca innovativa. Le pellicole di allora non sono state perlopiù all’altezza, ma il personaggio ha vissuto una stagione fortunata, prima di cristallizzarsi e affondare in una sequela di pessimi film a episodi. Il ritorno odierno tiene correttamente conto del tempo trascorso, ma solo nella tipologia di storia e assai meno nel personaggio e nello stile di regia. Prendendo spunto da un libro di Vittorino Andreoni, si racconta la vicenda dell’ingegner Corrado Olmi, rimasto solo dopo la separazione dalla moglie, che si fa convincere a fungere da cavia per un esperimento della multinazionale Yono-Cho. L’azienda ha messo a punto il sistema per creare esseri artificiali, identici agli umani, ma realizzati ad hoc sui desideri del cliente. Olmi immagina così la sua donna ideale e se la vede recapitare a casa con le fattezze della bellissima svedese Camilla Sjoberg. La compagna devota che ha commissionato funziona per un po’, facendogli guadagnare prestigio anche sul lavoro, ma alla lunga finisce per stancarlo e allora arriva la richiesta di una prima modifica, poi seguita da altre, che porteranno, in ultima analisi, al fallimento dell’esperimento. Blandamente, il film ci vorrebbe ammonire sugli eccessi della scienza al servizio del commercio e sulle illusioni delle immagini di perfezione che televisione e pubblicità propongono quotidianamente. Ma la storia non decolla, la regia è un campionario di piattezza, dalla morale di fondo emerge una pericolosa elegia della donna-oggetto e Pozzetto riesce solo a oscillare fra patetismo e ridicolaggine. Dallo stantio generale, si sollevano solo i passaggi con la coppia gay Cochi Ponzoni-Renato Scarpa, ma è decisamente troppo poco. PER : Per chi c’era, ripensare ai tempi dei "Siamo a milletré" e dei "Bravo, sette più".Roberto Bonino (Questa pagina è stata realizzata in collaborazione con www.lucidellacitta.net) |
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